Un convegno a Ideazione sulla Germania comunista
di Pierluigi Mennitti

Sessant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale. Quindici anni dalla caduta del Muro di Berlino. Gli anniversari si accavallano nella Germania riunificata, paese strategico nel cuore d’Europa. Martedì 10 maggio, la Fondazione Ideazione presenta a Roma (ore 18, Piazza S. Andrea della Valle 6) l’ultimo libro di Alberto Indelicato, "Memorie da uno Stato fantasma", sugli ultimi anni della Germania orientale. Qui pubblichiamo la recensione al libro pubblicata sul numero 1/2005 della rivista Ideazione.

Non è raro che le grandi vicende della storia si racchiudano nelle forme di un’esperienza personale. Capita così che vicende anche drammatiche prendano contorni familiari. E che Stati truculenti appaiano in tutta la loro fragilità. E' quanto è accaduto ad Alberto Indelicato, ultimo ambasciatore italiano a Berlino Est, che ha riportato le impressioni dei tre anni di missione in un bel diario pubblicato in occasione del quindicesimo anno dalla caduta del Muro. Un percorso sul filo della memoria, da cui emerge la precarietà di uno Stato inventato, quello della Repubblica Democratica Tedesca, costretto a fabbricare sul terreno dell’ideologia comunista la propria legittimità. Uno Stato fantasma, lo ricorda Indelicato, e i fantasmi di Berlino Est compaiono sin dalle prime pagine, nelle quali l’autore ci trasporta nelle buie notti natalizie all’ombra del Muro: «La mia prima impressione fu deprimente, ci si avvicinava alle feste di fine d’anno e i negozi delle strade principali erano adornati da festoni dall’aria malinconica e poco convincente». All’ansia di legittimità appartenevano anche gli onnipresenti cartelli stradali che ricordavano come Berlino fosse la Hauptstadt della Ddr, mentre all’Ovest correva la battuta che la capitale comunista fosse Pankow, il sobborgo residenziale dove abitavano i capi del regime.

Questa esistenza precaria informava un po’ tutta la vita della piccola Repubblica nata all’ombra dell’Unione Sovietica e umiliata dal confronto con la Germania di Bonn. Ecco perché il crollo fu repentino e non lasciò rimpianti nella popolazione che fu ben lieta di tirare il sipario e gettarsi nella nuova avventura unitaria (salvo poi scoprire l’inevitabile durezza di ogni transizione). Nella vivida memoria di Indelicato sono impressi anche gli ultimi mesi di vita del regime e la incredibile superficialità con la quale i suoi dirigenti seguirono le vicende rivoluzionarie dei paesi vicini. Nessuno, nei palazzi della Sed, comprese che le vicende di Budapest, o di Praga, o di Varsavia – e ancor più l’aria di smobilitazione ideologica che si viveva a Mosca – avrebbero segnato la fine anche della “Repubblica di Pankow”. Casuali furono pure le scelte che portarono all’apertura del Muro. Lo scenario di cartapesta della Ddr venne giù con la stessa rapidità con cui lo avevano alzato. è servito per girare l’amarcord di “Good bye Lenin”.

4 maggio 2005

Memorie da uno Stato fantasma. Berlino 1987-1990
di Alberto Indelicato. Lindau, Torino, 2004. pp. 265, e 23

 

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