South Park. Un manuale politico.
Capitolo 2. Morte al politically correct

di Andrea Mancia
da Ideazione, settembre-ottobre 2004
[16 dic 04]

Il pullman della scuola elementare di South Park sfreccia veloce per le strade di San Josè, capitale della Costa Rica. Eric T. Cartman, Stan Marsh, Kyle Broflovski e Kenny McCormick, i quattro protagonisti, sono stati puniti dal preside per cattiva condotta e costretti a questo viaggio in America centrale organizzato dall’associazione ambientalista “Getting Gay with Kids” (un nome che è tutto un programma). L’obiettivo sembra nobile: esibirsi in un concerto benefico a favore della conservazione della foresta pluviale e visitare le meraviglie della giungla inesplorata. Ma i ragazzi non sembrano gradire troppo le particolarità olfattive del paese. «Dio Mio, che puzza di merda!», sbotta Cartman turandosi il naso mentre il pullman passa per un quartiere povero della città. «Adesso Basta, Eric Cartman!» gli risponde, indispettita, la maestra del coro, «Ti ordino portare rispetto verso le altre culture. A partire da questo stesso istante!». «Non ho detto niente sulla loro cultura – risponde svogliatamente Cartman – ho solo detto che la loro città puzza di merda».

Trasmesso per la prima volta nell’aprile del 1999, l’episodio “Rainforest Shmainforest” (3.01 – 07/04/99) apre la terza stagione di South Park. Ed è probabilmente il più cattivo (e meglio riuscito) atto d’accusa contro il radicalismo ambientalista mai filtrato attraverso le forche caudine dei mass media statunitensi. Cartman è il “ciccione” del gruppo, anche se la madre lo ha convinto di non essere grasso, ma di avere le ossa grandi. Di indole egoista ed insofferente, si ingozza di schifezze ipercaloriche, sogna di diventare miliardario e odia, con particolare intensità, gli hippies e i delfini («se sono così intelligenti, perché restano sempre impigliati nelle reti da pesca?»). In questo episodio, però, riuscirà a salvare tutti i suoi compagni di scuola – oltre alla maestra del coro – quando il gruppo si perde nella giungla e viene attaccato prima da insetti giganti e serpenti, poi da antipaticissimi e minuscoli indigeni-cannibali e infine da una pattuglia di “guerriglieri rivoluzionari”. Stanco di seguire la propria guida, schiava dei dogmi ecologisti e incapace (almeno all’inizio) di rendersi conto dei pericoli mortali a cui sta esponendo i ragazzi, Cartman abbandona la comitiva e riesce a trovare l’aiuto, inaspettato e decisivo, di alcuni operai addetti alla deforestazione della zona. Grazie ai “nemici dell’ambiente”, la maestra viene salvata da morte certa, proprio mentre gli indigeni stanno per sacrificarla alla loro divinità. Uno shock che le fa cambiare radicalmente idea sulla foresta pluviale. Tanto che, tornando a San Josè per il concerto di beneficenza, il coro decide di cambiare il proprio spettacolo e stupisce la platea intonando strofe del tipo «Vuoi salvare la foresta ma non ci sei mai andato [...] Combatti per queste cause soltanto per fare soldi. Maledetto attivista, vai a farti fottere». L’episodio si conclude con i ragazzi che ancora cantano, mentre una scritta in sovraimpressione ci avverte: «Ogni anno la foresta pluviale è responsabile di oltre tremila morti, per incidenti, violenze e malattie. Ci sono più di 700 cose, nella foresta pluviale, in grado di provocare il cancro. Unisciti alla lotta adesso. Aiutaci a fermare la foresta pluviale, prima che sia troppo tardi».

“Rainforest Shmainforest” non è l’unico episodio di South Park in cui Trey e Parker si dilettano con una satira feroce nei confronti delle icone dell’estremismo ecologista e terzomondista. Andiamo in rigoroso ordine cronologico. In “Weight Gain 4000” (1.03 - 27/08/97), Cartman riesce a vincere il concorso “Save Our Fragile Planet” anche se continua a sostenere che i delfini sono «intelligenti e cordiali, ma solo dentro un panino con la maionese». In “Starvin’ Marvin” (1.08 – 19/11/97), viene presa di mira Sally Struthers, la starlette televisiva madrina di “Save the Children”, dipinta come una finta benefattrice che raccoglie fondi e cibo per i bambini africani solo per arricchirsi e gozzovigliare a spese dei benpensanti. Nello stesso episodio, i ragazzi di South Park risolvono temporaneamente il problema della fame nel mondo grazie a un migliaio di tacchini mutanti (alla faccia dei detrattori degli ogm). In “Jakovasaurus” (3.04 – 16/06/99), una bizzarra specie di noiosissimi umanoidi viene nutrita ed assistita amorevolmente dalla popolazione di South Park e dal governo federale, fino a quando tutta la nidiata, cresciuta a dismisura in poche settimane, viene spedita in Francia con un “viaggio premio”. In “Cherokee Hair Tampons” (4.06 – 28/06/00), tutta la città cede alla moda della medicina olistica. Kyle, malatissimo, avrebbe urgente bisogno di un trapianto di reni. Ma la madre preferisce invece affidarsi alle cure “naturali” di Miss Information (misinformation = disinformazione) e del suo negozio rifornito quotidianamente da due loschi nativi-americani che affermano di vivere a stretto contatto con Madre Terra. Le cure omeopatiche (e l’assenza di normali cure mediche) portano Kyle sul punto di morte, fino a quando si scopre che i due nativi-americani sono in realtà messicani che spacciano per “medicinali alternativi” la loro spazzatura. La scoperta salva la vita a Kyle e porta al linciaggio di Miss Information. In “Terrance and Phillip: Behind the Blow” (5.05 – 18/07/01), South Park viene scelta come sede del sinistro “Earth Day Brain Washing Festival”. Quando i ragazzi cercano di evitare la celebrazione, per andare a vedere lo spettacolo dei loro volgarissimi comici preferiti (i canadesi Terrance e Phillip), gli organizzatori del festival si infuriano (“niente è più importante che salvare la terra dai repubblicani!”) e ricorrono a minacce fisiche neppure troppo velate. In “Fun with Veal” (6.04 – 27/03/02), Stan, Kyle e Kenny diventano eco-terroristi quando scoprono che le fettine di vitello provengono dall’uccisione di animali innocenti. Dopo aver abbracciato senza esitazioni la causa vegetariana, i tre rapiscono una mandria di baby-mucche e tengono in scacco le forze dell’ordine per molti giorni, riuscendo quasi a scappare in Messico dopo un’abile negoziazione con i federali. Il loro tentativo viene sventato da un gravissimo virus che colpisce improvvisamente Stan. Alla fine dell’episodio si scopre che Stan si è ammalato perché ha smesso di mangiare carne.

La critica al radicalismo ambientalista è soltanto uno dei temi politici trattati in South Park che hanno spinto la maggioranza degli analisti a sottolineare l’anima right-wing di South Park. Proviamo, con un breve giro d’orizzonte, a scoprire quali sono gli altri issues cari a Trey e Parker.

In difesa del capitalismo

In “Underpants Gnomes” (2.17 – 16/12/98), i ragazzi di South Park partecipano ad una campagna politica per impedire al “colosso del caffè” Harbucks (un chiaro riferimento alla catena Starbucks) di aprire una filiale nella loro città. La maggioranza degli abitanti, sobillata dal gestore di un piccolo negozio locale, organizza un referendum contro le “big corporations” e i nostri quattro protagonisti hanno il compito di preparare la relazione per il comizio finale prima del voto.

Dopo un’estenuante ricerca sui principi base dell’economia, che coinvolge anche un gruppo di astuti “gnomi ruba-mutande” (vedere per credere), Stan, Kyle, Kenny e Cartman sono finalmente in grado di esprimere il loro punto di vista sul problema. E si presentano davanti ad una folla acclamante di improvvisati no-global. «Le grandi imprese sono buone». esordisce Kyle a sorpresa. «Buone? E perché?» gli chiede qualcuno. «Perché senza le grandi imprese – risponde Kyle – non avremmo cose come le macchine, i computer e le minestre in scatola». «Perfino Harbucks – aggiunge Stan – è partito come un piccolo business. Ma visto che preparavano un buon caffè e hanno gestito razionalmente i loro affari, sono riusciti a crescere fino a diventare la corporate-powerhouse che sono oggi». La piccola lezione di capitalismo pratico riesce a convincere la popolazione di South Park della bontà del libero mercato. E il lieto fine coinvolge anche il commerciante locale, che viene assunto dal management di Harbucks come direttore del nuovo caffè.

In “A Very Crappy Christmas” (4.17 – 20/12/00), il simbolo del Natale, che in South Park è rappresentato da un saltellante pezzo di cacca canterino (!), ricorda a tutti che il vero significato della festività sono i regali e lo stimolo per il commercio interno. In “Goobacks” (8.07 – 20/04/04), Trey e Parker si fanno beffe dei timori isolazionisti per la fuga di posti di lavoro all’estero, tratteggiando una crisi economica provocata da viaggiatori del tempo che arrivano dal futuro per lavorare ad un salario inferiore a quello garantito nel presente.

Anche gli eccessi di interventismo statale sono spesso presi di mira nello show. In “Summer Sucks” (2.08 – 24/06/98), la decisione del sindaco di impedire la vendita di fuochi d’artificio in vista della celebrazione del 4 luglio porta a conseguenze catastrofiche. In “Proper Condom Use” (5.07 – 05/08/01), il programma per l’insegnamento pubblico dell’educazione sessuale fallisce clamorosamente, gettando nel panico maschi e femmine della scuola elementare. Fino a quando Chef, il cuoco della scuola (e unico adulto di colore della serie), fa notare a tutti che «il sesso non è qualcosa che dovrebbe essere insegnato nei libri di scuola. Il sesso è qualcosa che appartiene ai sentimenti e allo spirito di ciascuno. Ed è un argomento che dovrebbe essere affrontato in famiglia».

Contro i professionisti dell’anti-razzismo (e delle cause collettive)

Nell’episodio “Sexual Harassment Panda” (3.06 – 07/07/99), la citta di South Park è sconvolta da un’incredibile serie di processi per molestie sessuali (naturalmente senza alcun fondamento). Fino a quando l’intera popolazione sfiora la bancarotta nella causa collettiva intentata da “tutti” nei confronti di “tutti”. In “Cartman’s Silly Hate Crime 2000” (4.02 – 12/04/00), Cartman è condannato a dieci anni di carcere nella “Alamosa Maximum Security Juvenile Hall” per un crimine razziale mai commesso. Kyle, Stan e Token (l’unico bambino nero del gruppo) tentano di convincere il governatore del Colorado a concedere la grazia con una relazione dal titolo “Le leggi sull’odio razziale: un’ipocrisia selvaggia”.

In “Chef Goes Nanners” (4.07 – 05/07/00), Chef si trasforma da paterno dispensatore di saggezza popolare a feroce black panther, cambiando addirittura il proprio nome in Abdul Mohammed Kabar-Rouf Kareem Alì, per costringere il sindaco a mettere fuori legge la bandiera di South Park, che rappresenta quattro bianchi che stanno impiccando un nero. La popolazione si spacca tra chi vuole mantenere il vessillo tradizionale e chi lo reputa insopportabilmente razzista. Alla fine saranno proprio i ragazzi a trovare un compromesso, dimostrando a Chef che tutta la sua verve anti-razzista è fuori luogo perché le nuove generazioni, molto semplicemente, non fanno alcuna distinzione tra bianchi e neri.

Saddam Hussein, Osama bin Laden e compagnia

Il deposto dittatore iracheno è, da anni, uno dei bersagli preferiti di Trey e Parker. In “Not without my Anus” (2.01 – 01/04/98), Saddam tenta, senza successo, di invadere il Canada. In “The Mexican Staring Frog of Southern Sri Lanka” (2.06 – 10/06/98) si scopre per la prima volta che il rais è l’amante segreto di Satana. I dettagli di questa sua relazione omosessuale con il principe delle tenebre vengono rivelati nel film “South Park: Bigger Longer & Uncut”, esordio della serie sul grande schermo. In “Do the Handicapped Go to Hell?” (4.09 – 19/07/00) e “Probably” (4.10 – 26/07/00), Saddam muore, va all’inferno e cerca di riallacciare la sua relazione con Satana che nel frattempo si è fidanzato con un ragazzotto perbene di San Francisco. Nell’episodio “A Ladder to Heaven” (6.12 – 06/11/02), Saddam si rifugia in Paradiso dove continua la sua opera di stoccaggio delle armi di distruzioni di massa. Nello speciale natalizio “It’s Christmas in Canada” (7.15 – 17/12/2003), infine, Saddam tenta nuovamente di conquistare i vicini nordamericani degli Stati Uniti, controllando il primo ministro canadese dall’interno, come un burattino. Ma i nostri eroi lo catturano e lo consegnano alla giustizia. Qualche giorno prima, in Iraq, il vero Saddam Hussein era stato catturato in una buca nei pressi di Tikrit.

Meno presente, invece, l’altro nemico giurato degli Stati Uniti: Osama bin Laden. La sua unica apparizione in South Park, almeno fino ad oggi, resta il memorabile “Osama bin Laden Has Farty Pants” (5.09 – 07/11/01), il primo episodio trasmesso dopo gli attentati alle Twin Towers e al Pentagono e inizialmente prodotto con il titolo “Osama bin Laden Has a Tiny Penis”. E' ancora una volta Cartman, che già aveva sconfitto Saddam e Satana in “Bigger Longer & Uncut” ad occuparsi, con successo, del terrorista islamico.

Varie ed eventuali. Bozze per un manifesto politico repubblicano

Nello straordinario episodio “The Red Badge of Gayness (a.k.a. War)” (3.14 – 24/11/99), Cartman arriva ad un passo dal vendicare il Sud confederato per la sconfitta della guerra civile, alla guida di un esercito di ubriaconi raccattati durante una ricostruzione storica della battaglia di Topeka. Nei panni di un moderno Generale Lee, Cartman vince brillantemente la battaglia e sull’onda dell’entusiasmo conquista anche Atlanta, Opelika, Dothan, Orlando, Waycross e Fort Sumter, invade la South Carolina e arriva da trionfatore a Washington, dove un inetto Bill Clinton è pronto a firmare la resa. Il suo piano revisionista verrà bloccato, proprio in extremis, dal tradimento del presidente confederato Jefferson Davis (Stan).

In “Trapper Keeper” (4.12 – 15/11/00), trasmesso durante i giorni del tumultuoso recount in Florida per le elezioni presidenziali, Ike (il fratellastro minore di Kyle) viene coinvolto in una furiosa polemica per le elezioni di capoclasse in prima elementare. Il suo avversario contesta il risultato elettorale scatenando una rissa furibonda e chiamando in causa sua zia, la conduttrice televisiva anti-repubblicana Rosie O’Donnell. Perfino il reverendo Jesse Jackson fa una breve visita a South Park, ma se ne va dopo essersi reso conto che non c’è nessun complotto contro la comunità nera (per il semplice fatto che una comunità nera non esiste proprio). Trey e Parker danno fondo a tutto il loro sarcasmo per ridicolizzare il comportamento dei democratici nelle convulse settimane post-elettorali. E il risultato è un altro capolavoro di right-wing humour.

Nell’episodio numero 100 della serie, “I’m a Little Bit Country” (7.04 – 09/04/2003), la città di South Park è presa d’assalto dalle contrapposte manifestazioni pro o contro l’intervento militare in Iraq. Fino a quando Cartman, grazie ad un improbabile flashback autoindotto riesce a viaggiare nel tempo fino al 1776, alla vigilia della guerra di indipendenza. Saranno Benjamin Franklin e Thomas Jefferson in persona a convincerlo della legittimità della guerra, ma anche della necessità di garantire la libertà di protestare contro di essa. «Non possiamo essere – dice Franklin – un paese che sembra guerrafondaio e violento al resto del mondo. Ma non possiamo neppure sembrare un paese debole e senza la capacità di lottare». Il ragionamento non fa una piega. E Cartman, di ritorno nel presente, convince l’intera cittadinanza a ritrovare l’armonia perduta, organizzando un concerto misto rock (anti-guerra) e country (pro-guerra). Il titolo dell’episodio “I’m a Little Bit Country” toglie ogni residuo incertezza sulla posizione personale di Trey e Parker.

Il massacro delle celebrità

Per chi avesse ancora qualche dubbio sulle simpatie politiche di South Park, concludiamo con una lista sommaria delle celebrità maltrattate nel corso delle otto stagioni del cartoon. Barbra Streisand, Rob Reiner, Ben Affleck, Rosie O’Donnell, Yoko Ono, Jesse Jackson, gli innumerevoli fratelli Baldwin. Soltanto due cose accomunano questi loschi figuri della vita pubblica statunitense: sono di sinistra e odiano i repubblicani. La Streisand, in particolare, compare già nella prima stagione in “Mecha-Streisand” (1.12 – 18/02/98) sotto le sembianze di un orribile mostro meccanico. L’icona dei benpensanti liberal sta per distruggere tutto il Colorado, quando viene sconfitta dal suo nemico giurato: il cantante e chitarrista dei Cure, Robert Smith. Tornerà più tardi per qualche breve cameo, sempre come rappresentante del male assoluto. Comunque, a parte un recente episodio dedicato alle smanie mistiche di Mel Gibson, “The Passion of the Jew” (8.03–31/03/04), nel mirino di Trey e Parker compaiono sempre gli attori e le star televisive di Hollywood che più spesso si sono distinte per il loro impegno politico nella sinistra più intollerante del partito democratico. Proprio per questo motivo, nel variopinto mondo della destra a stelle e strisce c’è grande attesa per la prossima produzione del “fantastico duo”, il lungometraggio “Team America, World Police”, il cui trailer si apre con una interessante lista di celebrità di Hollywood che tentano di sabotare gli sforzi anti-terrorismo di una unità speciale dell’esercito americano. Si tratta di un parterre di Bush-bashers senza equivoci: Alec Baldwin, Sean Penn, Tim Robbins, George Clooney, Susan Sarandon, Martin Sheen e Michael Moore. L’uscita del film è prevista per la fine di ottobre, proprio durante le ultime battute della campagna elettorale per le presidenziali 2004. Tenetevi forte, ci sarà da ridere.

>>> [Capitolo 1. Libertarian o repubblicani?]

16 dicembre 2004

mancia@ideazione.com

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Capitolo 1. Libertarian
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