Il triangolo dell’eccellenza
di Chiara Genisio
da Ideazione, marzo-aprile 2004
Il Nord-Ovest cuore pulsante dell’Europa unita. Sogno o realtà?
L’obiettivo è focalizzato su quella parte di Italia, speculare al
“florido” Nord-Est, che fino agli anni Novanta era identificata nel
triangolo industriale Torino-Milano-Genova (poi archiviato nel
dimenticatoio con il poco felice acronimo Ge-Mi-To), e che ha saputo
compensare gran parte del progressivo declino industriale con lo
sviluppo del terziario. Si è giunti così ad una nuova etichetta: il
Nord-Ovest. Una sigla che ha allargato i confini dei tre capoluoghi a
tutte le 24 province di Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
Un’area caratterizzata da un alto tasso di sviluppo imprenditoriale e
turistico. Nel 2001 Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta hanno siglato a
Torino il patto “Sistema del Nord-Ovest”, un accordo di cooperazione per
scambiare le rispettive esperienze e realizzare sistemi informativi
innovativi per la pubblica amministrazione. Un passo basilare verso il
piano di e-government nazionale. Oggi il Nord-Ovest sta assumendo una
nuova connotazione, non più parte estrema della penisola, ma agile
locomotiva d’Europa. Un territorio che si estende per oltre 57.000 kmq
con una popolazione di quasi 15 milioni di persone, in cui operano più
di un milione di imprese. Ma quest’area produttiva, privilegiata a
livello internazionale, è stata fortemente penalizzata dalla mancata
modernizzazione delle infrastrutture che ha caratterizzato l’Italia
negli ultimi decenni. Sono evidenti i risultati delle carenze
infrastrutturali: la crescente congestione di alcune arterie
strategiche, l’innalzamento dei costi della logistica, l’abbassamento
della qualità della vita, il maggiore impatto ambientale. Senza
tralasciare un altro punto, fondamentale: la difficoltà ad attrarre
investimenti internazionali.
Ad ammettere questa penalizzante situazione è lo stesso viceministro
delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ugo Martinat, ma d’altro canto
assicura che il governo sta lavorando per eliminare questo svantaggio e
favorire il sistema delle imprese e dell’occupazione. Alcuni dati. Si
parte dalla realizzazione della quarta corsia dell’autostrada
Milano-Bergamo, percorso troppo spesso all’onore della cronaca per il
numero di incidenti mortali e per il traffico elevato. Sempre in
Lombardia è prevista la realizzazione, in project financing, di una
nuova autostrada che metterà in comunicazione la tangenziale est di
Milano con la futura tangenziale sud di Brescia. Dal 2009 con la nuova
linea ferroviaria ad alta velocità si potrà andare da Milano a Verona in
poco meno di un’ora. Proseguono i lavori sul terzo valico Milano-Genova,
un’opera che farà parte del futuro Corridoio europeo Genova-Rotterdam.
Un capitolo importante per il Nord-Ovest è la costruzione della
Torino-Lione, collegamento ferroviario fondamentale del Corridoio
europeo numero 5 che parte da Kiev per arrivare fino a Lisbona. Un
progetto rilevante soprattutto per il Piemonte che non ha però avuto
vita facile fin dall’inizio. Osteggiato da anni da una parte delle
comunità della Valle di Susa, (territorio confinante con la Francia),
ancora all’inizio di marzo una delegazione di sindaci e amministratori
ha presentato al ministro Pietro Lunardi un documento con i punti
ritenuti “nevralgici” da oltre trecentomila abitanti. Negli stessi
giorni il governatore Enzo Ghigo ha dichiarato la disponibilità della
Regione Piemonte a contribuire al reperimento della somma necessaria
alla realizzazione della linea superveloce, sia coinvolgendo le regioni
italiane interessate dal Corridoio 5 (Lombardia, Veneto, Friuli, Liguria
e Valle d’Aosta), sia con l’erogazione di cento milioni di euro a
partire dal 2008 fino alla conclusione dei lavori.
Se per alcuni la Torino-Lione è ancora molto, troppo lontana, certamente
la tratta Torino-Novara ha una scadenza ravvicinata: le Olimpiadi
invernali 2006.
Olimpiadi invernali: la scommessa di Torino 2006
Una data importante non solo per Torino e le montagne olimpiche. Il 19
giugno 1999 la crisi della Fiat, la più grande industria automobilistica
italiana, non era ancora scoppiata, ma per alcuni era già nell’aria,
quando a Seul risuonò il grido di gioia di Evelina Christillin, attuale
vicepresidente Toroc, alla notizia che la battaglia per portare le
Olimpiadi a Torino era stata vinta. Oltre all’innegabile importanza di
una vetrina mondiale per il Piemonte, i Giochi olimpici da qui al 2007,
secondo i dati elaborati da uno studio promosso dall’Unione Industriale
di Torino e dal Toroc, indicano una crescita del valore aggiunto
piemontese di 1.400 milioni di euro, con una ricaduta di occupazione che
porterà solo nel 2005 alla creazione di 9.700 nuovi posti di lavoro.
L’Agenzia Torino 2006 realizzerà 65 opere olimpiche (circa 1.179 milioni
di euro finanziati dallo Stato, a cui si devono aggiungere 507 milioni a
carico di enti pubblici e privati) che lasceranno un patrimonio di
infrastrutture di oltre 500 milioni di euro tra strade, impianti,
complessi alberghieri e privati. Le Olimpiadi rappresentano la
dimostrazione di come la città abbia saputo “giocare di squadra” e
portare a casa un risultato. Ne è convinto Giuseppe Pichetto, presidente
della Camera di commercio industria, artigianato e agricoltura di
Torino, già presidente dell’Unione industriale torinese. «La stessa
forza che sta permettendo alla Regione di far fronte alla grave crisi
industriale. Un settore che perde in modo strutturale in tutta l’Europa,
Canada e Stati Uniti. Come è già successo in passato gli industriali
spostano la loro produzione dove i costi sono inferiori. È la logica di
mercato».
La crisi della Fiat ha colpito non solo la città ma, con un effetto a
domino, anche tutto il comparto delle piccole e medie imprese legate al
settore automobilistico, tuttavia il mondo dell’impresa ha saputo
reagire. «Abbiamo capito per primi – spiega Pichetto – che da luoghi di
produzione ci dovevamo trasformare in luoghi di progettazione». Essere
la testa pensante, insomma. Una trasformazione che è già realtà e che
caratterizza tutto il Nord-Ovest. A Torino ha sede il Centro ricerche
Fiat, che ha appena ricevuto il premio “Il solare Europeo 2003” per
l’innovativo impianto che, accoppiato ai pannelli solari, produce
energia sfruttando due fonti pulite come il sole e il metano.
L’industria Pininfarina, da anni all’avanguardia per il design, continua
la attività di ricerca e sperimentazione. «Senza tralasciare le piccole
imprese super specializzate nella produzione di tecnologie innovative»,
ricorda sempre il presidente della Camera di commercio. Il documento di
programmazione economico-finanziario regionale rileva che il Piemonte è
la sola regione italiana ad esprimere un potenziale di ricerca
tecnologica paragonabile a quello delle altre regioni forti d’Europa.
Tuttavia in questa regione si brevetta poco, con un gap notevole se si
confrontano i numeri dei brevetti con le altre aree tecnologiche
europee. Mentre la Lombardia regge bene il confronto con le aree di
maggior sviluppo industriale in termini di quota di spesa in ricerca e
sviluppo sostenuta dalle imprese. Un risultato ottenuto dalla forte
presenza di laboratori e centri di ricerca strutturati che operano in
settori industriali e dei servizi tecnologicamente avanzati.
Un sostegno alla ricerca arriva anche dalla Compagnia San Paolo, la
Fondazione torinese che un recente studio britannico ha collocato al
sesto posto tra le maggiori Fondazioni in Europa per fondi erogati. E
non è un caso se si considera che, secondo i dati della Banca d’Italia,
il Nord-Ovest è in vetta alla classifica dei depositi. Solo nel 2003 ha
stanziato 19 milioni di euro spalmati su 111 interventi e per il 2004 la
Compagnia ha messo in bilancio 21 milioni. «Abbiamo preso di fronte alla
collettività – riferisce il presidente Onorato Castellino – l’impegno a
non rallentare la nostra attività, nonostante la difficile situazione
economica complessiva».
Il Nord-Ovest si sta trasformando in terra di eccellenze. Come la
recentissima acquisizione da parte di Genova del nuovo Iit (Istituto
italiano delle tecnologie). «L’Iit assegnerà a Genova e alla Liguria il
ruolo di capitale italiana della ricerca e credo possa contribuire a
rallentare la fuga dei cervelli dall’Italia e dall’Europa verso gli
Stati Uniti e altri paesi. Un’occasione di rilancio formidabile che non
ci troverà impreparati». Sono le parole del presidente della Regione
Liguria Sandro Biasotti, al varo del nuovo polo italiano per lo sviluppo
tecnologico che troverà la sua definitiva collocazione nel villaggio
tecnologico progettato da Renzo Piano sulla collina degli Erzelli. Un
nuovo centro di ricerca ispirato ai poli di eccellenza internazionali
che completa il sistema universitario e di ricerca del paese facendo da
stimolo competitivo e punto di riferimento e che, ad onor del vero, ha
creato un acceso dibattito tra i pro e i contro, anche sulla sua
collocazione. Tra le altre città pure Milano e Torino erano candidate ad
ospitare questo nuovo Istituto che si inserisce all’interno del processo
di riforma avviata dal governo per la modernizzazione e il potenziamento
del sistema scientifico e tecnologico italiano.
Liguria felix, la primavera di Genova
Ad influenzare la scelta sul capoluogo ligure non sono state solo le
notevoli risorse investite per lo sviluppo della ricerca scientifica. Da
mettere nel conto c’è sicuramente anche la vivacità culturale e
l’offerta turistica di questa terra. Non è un caso che Genova celebri il
2004 come capitale europea della cultura. Per anni questa città è stata,
grazie al suo porto e alle sue fabbriche, il terzo vertice del triangolo
industriale. Poi venne la crisi, ma l’anima dell’antica repubblica
marinara non si è lasciata sopraffare ed è riuscita a rinascere. E in
questo nuovo sviluppo si è ritrovata ricca di storia, di arte, di
teatro. Non sono negativi neppure i dati economici. Le previsioni per il
triennio 2004-2006, formulate da Unioncamere-Prometeia, stimano per la
Liguria incrementi al di sopra della media nazionale per il tasso di
crescita del Pil, per la ripresa delle esportazioni e per l’andamento
degli investimenti. Nel 2004 la crescita del Pil ligure dovrebbe
collocarsi all’1,9 per cento, registrando un incremento superiore a
quello del Nord-Ovest (1,8 per cento) e a quello nazionale (1,7 per
cento). La sanatoria del lavoro extracomunitario, il massiccio ricorso
alla Cassa integrazione e l’effetto trainante dell’avvio delle grandi
opere per le Olimpiadi sono in effetti i tre fattori determinati
dell’aumento dell’occupazione in Piemonte. I dati Istat 2003 registrano
la crescita di 40.000 posti di lavoro, un aumento in percentuale più
alto tra le regioni italiane, riportando gli occupati sopra la soglia di
1.800.000, un fatto che non accadeva dal 1985.
Anche la Lombardia registra nel quarto trimestre del 2003 una positiva
inversione di tendenza trascinata dalle imprese maggiori e, dopo un anno
di flessione, torna a crescere l’indice della produzione industriale.
Critica la situazione, come d’altronde in Piemonte, del tessile. I
recenti dati dell’Istat sull’export registrano una contrazione
nell’ultimo trimestre. Focalizzando l’obiettivo sul Nord-Ovest emerge
che nel 2003 solo la Valle d’Aosta ha registrato un aumento (+7,6 per
cento). Di particolare rilievo invece il dato della Lombardia (-2,7) se
si considera che le sue esportazioni rappresentano oltre un quarto
dell’export italiano. In flessione anche l’export di Liguria (-0,8 per
cento) e Piemonte (-0,4 per cento). Secondo l’Unioncamere la
vulnerabilità del Sistema Italia al commercio internazionale è tuttora
legata essenzialmente al grado di tecnologia incorporato nei beni
esportati. Innovazione diventa per tutti la parola magica: ricerca,
sviluppo e innovazione costituiscono ormai il fattore-chiave per la
competitività. «Solo chi ha puntato sulla formazione e sull’innovazione
tecnologica regge alle difficoltà», lo vive sulla propria pelle Paolo
Musumeci, amministratore unico della Musumeci Spa, azienda editoriale di
Aosta. «Abbiamo risentito della forte crisi che ha colpito anche la
Francia e la Germania. Nel settore grafico-editoriale si è recepita in
modo particolare. L’euro forte ci ha penalizzati, abbiamo quasi perso il
mercato inglese/americano e non c’è stata una crescita di quello
europeo. Come piccole medie imprese abbiamo più difficoltà di accesso ai
crediti». In generale, a parere dell’imprenditore, la Vallée segue un
trend di non crescita e l’onda della crisi Fiat è arrivata anche nel
fondo Valle. Anche se il declino della casa torinese ha coinvolto tutto
il paese, ha segnato in modo maggiore il capoluogo piemontese
costringendo i torinesi a ricercare nuove strade di sviluppo e di
occupazione. Non si deve però scordare che l’azienda ha solo subito un
ridimensionamento, ma rimane un grande gruppo. A ricordarlo è Giuseppe
Pichetto. «Lo stabilimento torinese di Mirafiori potrebbe ospitare la
produzione di altre case automobilistiche. È perfettamente attrezzato e
nell’hinterland ci sono imprese in grado di fornire servizi adeguati.
Non dobbiamo buttare un patrimonio e una professionalità che si è creata
nel tempo. La nostra realtà resta comunque sempre industriale».
Un Piemonte a stelle e strisce
Se da un lato il distretto dell’auto piemontese conserva in grande
misura intatta la capacità produttiva con aree industriali attrezzate,
logistica, rete di impresa per la fornitura di componentistica, know
how, design, risorse professionali appetibili per le case
automobilistiche straniere, bisogna rilevare che il tessuto sociale,
imprenditoriale e pubblico, ha messo in cantiere nuovi filoni di
sviluppo. Fino a qualche anno fa era impensabile pensare ad un Piemonte
turistico. Ora è una realtà. Con l’aiuto di alcune leggi regionali,
intere aree sono state riqualificate e offrono opportunità interessanti.
Dalla cosiddetta “Provincia Granda” di Cuneo dove il turismo
enogastronomico ha toccato punte di eccellenza come il Barolo,
conosciuto in tutto il mondo o il tartufo d’Alba che richiama nella
storica cittadina gourmet di diverse nazionalità, alle valli che
ospiteranno i Giochi olimpici. Ancora deficitaria l’offerta
dell’ospitalità a cinque stelle, che però dovrebbe essere ovviata nei
prossimi anni. Un difetto, questo, riscontrato in particolare dagli
americani sempre più numerosi a Torino al punto che a partire dal
prossimo anno l’istituto scolastico americano di Pecetto (paese sulla
collina famoso per le sue ciliegie) aumenterà i posti dagli attuali 405
a 625 con un incremento del 33 per cento.
E sempre legata al mondo americano è la notizia dello “sbarco” a Torino
della Coca Cola. Da fine febbraio nei locali del Lingotto si è insediato
il team che si occupa del progetto olimpico della multinazionale
americana. È dal 1928 che la Coca Cola sponsorizza le Olimpiadi estive e
invernali. Sede logistica nel periodo olimpico sarà lo stabilimento di
Gaglianico in provincia di Biella, l’unico presente nel Nord-Ovest. A
settembre, dopo le Olimpiadi estive di Atene, verrà aperto un nuovo
magazzino di 14mila metri quadrati. Sul territorio nazionale la company
di Atlanta ha 11 stabilimenti e 16 centri di distribuzione, con un
totale di circa tremila dipendenti.
Quasi in sordina, senza clamori sta cambiando il volto di Torino, e
quando nel 2008 gli architetti di tutto il mondo si riuniranno per il
loro congresso internazionale nella città della Mole, la troveranno
rinnovata. Dai lavori per le Olimpiadi alla realizzazione della
metropolitana, passando per una attivissima proposta culturale. Già oggi
con la Film commission Torino e il Piemonte sono diventati scenari
eccellenti per film, fiction e documentari di livello. Operativa dal
2001, ha portato a Torino e in Piemonte 83 produzioni per il cinema e la
televisione, tra cui Elisa di Rivombrosa, per un totale di 513 settimane
di lavorazione che hanno interessato 1804 maestranze tecniche, 962
attori locali e oltre 18.000 comparse.
Lavorare a Milano e vivere a Torino? Tra quattro anni sarà una realtà.
Un recente studio ha calcolato che saranno oltre ventimila i milanesi
che potrebbero essere interessati a trascorre il weekend nel capoluogo
subalpino dopo che sarà attivo il collegamento ferroviario veloce tra le
due città. Molti saranno i piemontesi che torneranno nel loro comune di
origine, ma tanti altri saranno attratti da una città
architettonicamente affascinante, facilmente raggiungibile e con una
buona qualità della vita.
25 giugno 2004 |