Europa, storia di un’idea
di Sergio Romano
Longanesi, 200
pp.243, € 15.50
 

L’Unione incompiuta
di Domenico Maria Calcioli
[22 nov 04]

L’autore, già ambasciatore in Unione Sovietica e presso la Nato, presenta l’Europa che si è venuta formando, giunta ormai all’unificazione. Sgomberiamo il campo da ogni possibile fraintendimento o equivoco: Romano non apprezza l’Unione così come si è formata, non reputa sagge le scelte fondanti, determinate, come vedremo, dall’esigenza di salvaguardare l’utile per il singolo Stato, piuttosto che il beneficio di un’integrazione sempre più profonda. I prodromi per una situazione così complessa si trovano nella storia stessa dell’Europa, nella sua evoluzione dalla caduta dell’Impero romano sino a oggi. E’ una storia scritta da barbari sanguinari, da principi coraggiosi, da donne fatali, da artisti geniali… Ma quanti di questi personaggi hanno avuto un respiro veramente “europeo”? L’unico elemento che ha dato una certa unità alle variegatissime realtà del nostro continente è stato il Cattolicesimo, la fede cristiana.

Ogni regnante, fino al termine dell’età moderna, veniva incoronato grazie alla volontà divina. Nella gran parte dei casi la religione era un pretesto per giustificare delle vere e proprie nefandezze, nei confronti di sudditi terrorizzati dalla punizione celeste. Anche dopo la Riforma e, in particolare, dopo la Controriforma, la religione rimase l’unico vero elemento di condivisione, di unità. La fede cattolica entrò in crisi insieme all’ordinamento laico-politico con la diffusione dei principi filosofici dell’Illuminismo. Anche in questo frangente, però, la “ragione”, idealizzata specialmente in funzione antidogmatica nei confronti dei credo religiosi, venne utilizzata strumentalmente per obiettivi politici. Da questo punto, con le varie fasi dell’“irredentismo”, specialmente in Italia, la situazione precipita: l’Europa, nel secolo che corre dal 1848 al 1945, è percorsa da un fiume di sangue. Grazie anche a un’evoluzione tecnologica impressionante, le armi diventano sempre più precise e devastanti, culminando con gli ordigni nucleari sganciati nel 1945 sul Giappone.

All’indomani della fine delle ostilità, grazie all’aiuto fornito dagli Stati Uniti, il continente si riprende. Con la consapevolezza che il suo ruolo sarebbe stato per lungo tempo subalterno, succube rispetto alle esigenze di Stati Uniti e dell’URSS. L’Europa unita nasce lentamente, nel il sospetto reciproco tra Francia e Germania, il distacco altezzoso della Gran Bretagna, l’instabilità italiana e la mutevolezza dell’ atteggiamento degli stati che si aggregano nel tempo. Nel concludere il testo, Romano si chiede, sperando in una risposta affermativa, se l’Europa, divenuta economicamente e territorialmente rilevante a livello mondiale, saprà offrire altrettanto vigore a livello politico-militare. Questa, a far data dall’11 settembre del 2001, è la dimensione essenziale, a giudizio dell’autore, per difendere l’esistenza di un popolo, una nazione.