Istat, gli italiani si amano per tredici anni
di Stefano Caliciuri

La famiglia italiana resiste in media tredici anni, poi comincia l’iter di separazione che, dopo altri tre anni, porta al divorzio: lo afferma l’annuale ricerca su scala nazionale condotta dall’Istat. Nonostante quanto si creda, circa quattro coppie su cinque (che al Nord salgono a nove su dieci) accettano consensualmente la separazione ed il conseguente divorzio. I motivi che spingono le coppie italiane alla separazione sono da ricercarsi nella scoperta di un’incompatibilità di carattere. Soltanto nel 15 per cento dei casi la colpa è totalmente a carico del marito; molto più esigua la percentuale di colpa esclusiva della moglie: 3,5 per cento. Il numero dei divorziati è in costante aumento: se nel 1995 ogni mille matrimoni si contavano 158 separazioni ed 80 divorzi, a sette anni di distanza questo dato è cresciuto del 52 per cento.

Le Regioni in cui si divorzia di più sono la Valle d’Aosta e la Lombardia, mentre tale pratica sembra essere sconosciuta in Calabria e Basilicata, dove mediamente si separa una coppia ogni mille. In generale nel 2002, al Nord ci sono state 6,3 separazioni e 3,7 divorzi ogni mille coppie coniugate contro le 3,7 e l'1,6 del Mezzogiorno. Sempre nel 2002, il 25,5 per cento delle separazioni e il 19,2 per cento dei divorzi sono stati relativi a matrimoni celebrati con rito civile. Questa minore frequenza nei matrimoni civili, per l'Istat va associata ad una minore incidenza generale rispetto ai matrimoni religiosi. Tuttavia, la quota di matrimoni celebrati con rito civile sta aumentando: nel 1987 rappresentavano il 14,5 per cento del numero complessivo, nel 1995 sono saliti al 20 per cento, nel 2002 al 28,1 per cento. Inoltre, solo il 51 per cento delle separazioni arriva al divorzio. Nel 47,2 per cento dei divorzi concessi nel 2002 l'intervallo di tempo intercorso tra la separazione legale e la successiva domanda di divorzio e' stato pari a tre anni. L'Istat conferma che l'iniziativa della separazione giunge quasi sempre da parte della donna, mentre per il divorzio bisogna attendere che sia l’uomo separato a cominciare l’iter legale.

Chi sceglie di separarsi o divorziare, per l'Istat, ha livelli di istruzione e occupazione maggiori rispetto a quelli della popolazione coniugata. Negli anni 2001-2002, circa il 30 per cento della popolazione femminile coniugata è risultato in possesso di diploma superiore, percentuale che supera il 43 per cento tra le donne che hanno ottenuto la separazione o il divorzio nello stesso periodo. E' privo di titolo di studio o in possesso della licenza elementare appena l'8 per cento dei mariti e il 7,2 per cento delle mogli coinvolti in un procedimento di separazione o divorzio contro il 31per cento e il 34 per cento della popolazione coniugata. Rispetto al lavoro: il 23,7 per cento delle donne che hanno ottenuto la separazione e il 16,6 per cento di quelle che hanno ottenuto il divorzio nel periodo 2001-2002 hanno dichiarato di essere casalinghe, rispetto al 44 per cento della popolazione femminile coniugata. L'eta' media dei separati si attesta sui 42 anni per i mariti e 39 anni per le mogli, per i divorziati 45 e 42. La classe di eta' piu' rappresentata e' quella compresa fra i 35 e 39 anni. E' comunque rilevante, tiene a sottolineare l'Istat, la quota di uomini con almeno 50 anni (21,1 per cento nelle separazioni, 26,4 per cento nei divorzi).

12 luglio 2004

stecaliciuri@hotmail.com

 

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