Torino: il salone del comico
di Vittorio Mathieu
Senza poter rivaleggiare con Francoforte, il salone del libro rimasto a
Torino dopo qualche assalto a sempre attirato l’attenzione. Ma è sempre
apparso un po’ convenzionale, un po’ politico, per non dire lugubre.
Quest’anno, perciò, si è voluto animarlo, dandogli come tema principale il
comico: genere glorioso, oggi in piena decadenza.
Quando
cominciavo a leggere, a parte un editore come Formiggini, c’erano parecchi
autori specializzati che, oltre ai libri, nutrivano una serie di
settimanali contemporaneamente: dal celebre Guerin Meschino al Bertoldo,
poi Candido, che ha fatto storia. Per anni un solo autore, Achille
Campanile, sotto vari pseudonimi, ha tenuto in piedi una pagina
settimanale della “Gazzetta del Popolo”, il Fuorisacco. Oggi, anche
raccogliendo tutte le poche forze, non si riuscirebbe a far lo stesso, a
meno che, si voglia includere l’umorismo involontario, del quale non
faccio nomi.
Sono andato,
perciò, al salone di Torino, ma ne son tornato un po’ depresso perché,
sedutomi ad un tavolino del caffè, mi è accaduto di sentire da un tavolo
vicino il seguente dialogo tra opinionisti.
- Anche Lei è un terzista?
- No sono un fondista.
- Perbacco, ha la mia ammirazione. Io non giungerei mai a tanto, anche
perché la mia specializzazione professionale è molto ristretta: sono un
tassista.
- Non è una professione da disprezzare. Quando termino il lavoro a notte
inoltrata mi piacerebbe avere un amico tassista che mi porti a casa.
- Le capita spesso, col fondo, di arrivare ultimo?
- No, in genere arrivo tra i primi; Ma cinquanta chilometri sono lunghi, e
quando ci si allena nel Nord, d’inverno, le giornate sono cortissime.
- Mi accorgo che forse ho equivocato. Quando Lei mi ha detto di essere un
fondista, pensavo che fosse incaricato dell’articolo d’apertura di un
giornale, ma mi accorgo che corre in sci. Anche Lei, del resto, forse ha
equivocato credendo che un tassista fosse un guidatore di taxi. Io volevo,
dire che il mio lavoro principale è occuparmi del Tasso.
- Io non so nulla di quell’animale. Però, se vuole, Le racconto una
barzelletta. Un tasso, incontra un altro tasso suo amico e gli domanda:
”Ma tu, le tasse, le paghi?”. E lui:”No, con me lo fanno per amore”.
11 maggio 2004 |