Animazione. Arriva al terzo capitolo la saga di Patlabor
di Brad Marsh

Parte, con la recensione di Wasted XII - terzo capitolo della fortunatissima serie Patlabor creata da Mamoru Oshii, la collaborazione con ideazione.com di Brad Marsh, esperto australiano di animazione giapponese che ci terrà aggiornati sulle ultime novità televisive e cinematografiche che arrivano dal Sol Levante. E' possibile leggere la versione originale dell'articolo, in lingua inglese, cliccando qui.

E’ stato deludente scoprire che, sebbene prodotto ancora una volta da Production IG, il terzo film della serie Patlabor non è stato diretto, come i precedenti, da Mamoru Oshii (Patlabor 1 e 2, Ghost in the Shell). Si è trattato comunque di una delusione di breve durata, visto che il regista Fumihiko Takayama (Gundam 0080: War in the Pocket) ha diretto il film nel più puro stile-Oshii. Come i primi due lungometraggi della serie, Wasted XIII è ambientato in una Tokyo del futuro che sembra catturata in un limbo architettonico capace di richiamare nello spettatore l’idea di un futuro prossimo venturo.

La trama del film ruota intorno a due detective che stanno indagando sulle cause di alcuni strani attentati compiuti contro i Patlabor (Patrol Labor Police Robots) nella baia di Tokyo.Quasi immediatamente la storia prende una piega piuttosto “dark”. Sarebbe sbagliato affermare che all’inizio il film è leggero, ma credetemi: diventa sempre più oscura. Un aspetto interessante del plot è che segue due distinte storie in parallelo, una per ognuno dei due detective. Da una parte c’è il torbido mondo degli intrighi politici e militari, dall’altra il racconto tragico di una madre che ha perso il proprio unico figlio. Le due storie si miscelano lentamente l’una con l’altra, dando vita ad un oscuro presagio per il futuro, una caratteristica della serie Patlabor fin dal suo primo episodio. Uno degli aspetti più interessanti del film è che il “mostro” è creato dal senso di perdita e di rimpianto della madre, mentre gli errori dei militari contribuiscono soltanto a peggiorare la situazione.

A differenza che negli altri lungometraggi della serie Patlabor, questo film non cerca di trasmettere un messaggio politico “forte”. E questo è senza dubbio un pregio. Ma non mancano le analisi, solide ed interessanti, della psicologia dei protagonisti (e dell’antagonista). In Wasted XIII non c’è molto spazio per il “bianco & nero” e una diffusa area di grigio lascia agli spettatori lo spazio per interpretare entrambi i punti di vista rispetto ad ogni situazione che si presenta. Siamo liberi, insomma, di decidere da che parte si trovino la ragione e il torto. Anche se il plot non è profondo come negli episodi precedenti della serie, e può a volte essere considerato prevedibile, Wasted XIII vale definitivamente lo sforzo per rintracciarne una copia. Si trattava di un film che, dopo l’emorme successo di Patlabor 1 e 2, doveva rispondere ad aspettative molto alte da parte degli appassionati. Sarebbe ingiusto dire che queste aspettative siano andate deluse.

3 giugno 2004

traduzione di Andrea Mancia

 

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