La Finanziaria "sprint"
di Giuseppe Pennisi
[07 mag 05]
La proposta di anticipare i tempi per la legge finanziaria
2006-2008 chiamamola "la finanziaria sprint" - va esaminata
sotto l'aspetto della sua desiderabilità politica e della sua
fattibilità tecnica. Sotto il primo profilo, la "finanziaria
sprint" può essere un'arma a doppio taglio. Da un lato, la
"trimestrale di cassa" evidenzia l'impatto del rallentamento
economico sui conti pubblici (parte dei cui esiti, in termini di
vincoli europei, sono ormai interamente nelle mani delle
interpretazioni delle poste contabili da parte di Eurostat); la
"finanziaria sprint" potrebbe mostrare la compattezza della
coalizione nel'incorporando le misure di riequilibrio sin da
prima nell'estate non tramite una manovrina aggiuntiva ma per la
strada maestra del bilancio annuale e pluriennale dello Stato.
D'altro lato la teoria economica della comunicazione (sin dal
modello di Shannon-Weaver del lontano 1949) sottolinea come ciò
che conta non è il messaggio ma come viene "decoficato" dai
mercati (quello finanziario, quello finanziario, quello
elettorale). La "finanziaria sprint" potrebbe essere letta non
come indicazione di robusta compattezza ma di "cupio dissolvi" -
completare gli adempimenti e correre alle urne. Tanto più che la
"finanziaria sprint" richiede un decreto legge per modificare
l'articolazione dei documenti di politica economica (Dpef,
Relazione previsionale e programmatica Rpp, finanziaria).
Comporta anche una revisione dei regolamenti parlamentari
relativi alla sessione di bilancio (e la decisione di Camera e
Senato di non interrompere i lavori durante l'estate).
Pur se Governo e Parlamento fossero concordi nel modificare
l'articolazione dei documenti di politica economica e i
regolamenti parlamentare, restano ostacoli tecnici. Si rileggano
i libri di Giuliano Amato "Due anni al Tesoro" e di Andrea
Monorchio "La finanza pubblica italiana dopo la svolta del
1992". L'attuale articolazione definita alla fine degli Anni 80
e ritoccata solo al margine ha una sua solidità sia di politica
economica sia di disponibilità di dati credibili. Sotto il primo
profilo, il Dpef fornisce indirizzo su cui si esprime il
Parlamento; sulla base dell'"advise and consent" ("parere e
consenso") formulato nelle risoluzioni delle Camere, il Governo
prepara i documenti dettagliati (Rpp e finanziaria).
Il Dpef si basa su dati macro-economici preliminari (quali
quelli della trimestrale di cassa appena varata), mentre la Rpp
e la finanziaria sul preconsutivo Istat della contabilità
economica nazionale per l'anno in corso e su stime abbastanza
affidabili per i tre successivi. In nessun Paese al mondo, gli
istituti centrali di statistica sono in grado di presentare
preconsuntivi cinque mesi prima della fine dell'anno di
riferimento; nell'età dell'incertezza, è difficile averli
all'inizio di settembre. Ci sarebbe il rischio di una
finanziaria edificata sulla sabbia piuttosto che sulla roccia.
Piuttosto, un pericolo, come indicato nella parabola del Vangelo
di San Matteo.
07 maggio 2005
da "Il
Tempo" |