Prodi boccia Ryanair e i voli economici
di Franco Berlino

La Commissione europea guidata da Prodi condanna la compagnia irlandese Ryanair alla restituzione di 4 milioni di euro per aver usufruito di tariffe agevolate nell'aeroporto belga di Charleroi (mezz'ora d'auto da Bruxelles) per i diritti di scalo e l'assistenza a terra. Una convenzione che la Ryanair aveva stipulato con la regione belga della Vallonia. La Commissione bolla queste agevolazioni come aiuti illeciti. Di fatto Bruxelles, interpretando a modo suo la questione, offre una boccata d'ossigeno alle compagnie aeree statali che riversano sugli utenti i costi abnormi del loro personale con prezzi ormai fuori mercato e danneggia la più forte compagnia low cost europea. Una decisione che si riverbera negativamente anche sulle altre compagnie low cost che tutte assieme hanno già conquistato il 20 per cento del mercato europeo.

Forte è la polemica in tutta Europa. In Italia duro commento dell'economista Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera che accusa la Commissione di ignorare le nuove realtà del mercato internazionale e di affossare le nuove idee e le iniziative innovative. Dall'Istituto Bruno Leoni, il battagliero think tank liberista guidato da Carlo Lottieri, altre critiche. Per Alberto Mingardi, direttore del dipartimento concorrenza dell'Istituto “l’accusa rivolta a Ryanair è del tutto pretestuosa, dal momento che in una realtà come quella europea – nella quale di fatto l’intero sistema aeroportuale è sotto il controllo dei poteri pubblici (nazionali o regionali) – non esiste compagnia che non possa essere accusata in qualche modo di favoritismi o agevolazioni. Oltre a ciò, una decisione che davvero finisse per colpire il gruppo irlandese annuncerebbe un futuro nel quale nessun ente pubblico facente parte dell’Europa (dagli Stati alle Regioni, e via dicendo) avrebbe più la minima autonomia monetaria, economica e fiscale”.

Invece che avere un federalismo “competitivo” tale da mettere Stati e Regioni in concorrenza tra loro, avremmo un sistema unificato e totalmente dipendente dall’arbitrio del potere centrale continentale. A giudizio dell’Istituto Bruno Leoni, non solo è del tutto chiara la volontà della Commissione europea di danneggiare Ryanair a vantaggio di altre compagnie, ma è ugualmente evidente il persistere di orientamenti che muovono da una concezione distorta della concorrenza.

“Il modello Ryanair – ha concluso Mingardi – si basa sull’utilizzo di aeroporti minori e, quindi, a basso prezzo. Se si prendesse per buona l’indifendibile teoria economica utilizzata dai nuovi pianificatori europei, lo stesso utilizzo di queste strutture (a cui si deve il successo dei low cost flights) potrebbe essere considerato anti-concorrenziale e quindi vietato. Ma in tal modo gli europei si troverebbero (in nome di una visione distorta della concorrenza) ad avere meno concorrenza e, cosa ancor più grave, prezzi per il trasporto aereo molto più alti di quelli attuali”.

4 febbraio 2004

 

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