"Noi del Falun Gong, oppressi dalla Cina"
intervista a Dongxue Dai di Arianna Capuani
[26 apr 06]

Tutti i sabati pomeriggio, un gruppo di attivisti cinesi facente capo all’organo d’nformazione indipendente TheEpoch Times si riunisce sotto la Spire di O’Connell Street a Dublino: distribuisce copie dei Nine Commentaries on the Chinese Communist Party, (una ricostruzione storica assolutamente esplicita della barbarie in cui la Cina è piombata dal 1949 in poi), in cartaceo e in cd, e raccoglie firme a sostegno del ritiro di un numero sempre più grande di cinesi dal Partito Comunista. Quella dell’Epoch Times è un’esperienza meritoria: consultabile in inglese alla pagina web english.epochtimes.com (e provvisto di versione canadese, statunitense, irlandese, britannica e tedesca) è un organo di informazione fondato dai seguaci del Falun Gong, filosofia religiosa perseguitata in Cina ma ancora poco conosciuta in Occidente. L’Epoch Times è un’ottima risorsa per chi non si lascia incantare dalla mito della grande crescita economica del colosso dell’Estremo Oriente, e vuole invece documentarsi sulla lotta della società civile cinese contro l’oppressione di una delle dittature più feroci del mondo. Incuriositi, abbiamo chiesto a Dongxue Dai, attivista in prima linea, di parlarci della persecuzione del Falun Gong, e dello stato dei diritti umani in un grande paese dal futuro incerto.

Leggiamo sui media specializzati dello sciopero della fame in cui l’avvocato Gao Zhisheng è già riuscito a coinvolgere circa 3200 connazionali. Azioni di questo tipo riusciranno in qualche modo a cambiare la natura del Partito Comunista Cinese?

L’avvocato Gao Zhisheng è al momento uno dei più grandi uomini viventi, e sono convinta che le sue azioni finiranno col cambiare la Cina e il mondo. E lo dico perché non ha intrapreso lo sciopero della fame per se stesso, ma per la nazione cinese, per chi soffre sotto lo zoccolo del potere comunista. Nella Cina contemporanea, la maggior parte delle persone pensa soltanto a fare soldi: il Partito Comunista ci ha strappato via la nostra moralità e i nostri valori. Gao Zhisheng ha vinto il premio dei Dieci migliori avvocati della Cina, e oggi potrebbe condurre una vita agiata, se solo avesse voluto far carriera nella sua professione. Ma difendendo diversi contadini, lavoratori disoccupati, si è reso conto delle ingiustizie del sistema giuridico cinese, che non protegge l’individuo. In Cina, i contadini e i lavoratori disoccupati sono infatti le categorie più vessate: non esiste welfare state, nonostante l’altissima pressione fiscale.

In modo particolare, quando ha seguito dei casi contro dei praticanti del Falun Gong, Zhingsheng ha compreso quanto la polizia cinese sia libera di vessare i cittadini, che non hanno alcuna possibilità di difendersi contro di essa. Quindi, ha scritto tre lettere aperte ai leader del Partito Hu Jintao e Wen Jiabao, chiedendogli di riconsiderare il loro atteggiamento nei confronti del Falun Gong, e di indagare sui maltrattamenti subiti dai seguaci di questa filosofia. All’interno del Partito Comunista, quasi tutti sono ben coscienti di ciò che il partito perpetra quotidianamente contro la giustizia, la moralità, la coscienza. E nonostante ciò, continuano imperterriti, rifiutando il cambiamento, perché vogliono continuare a godere dei benefici che comporta mantenere il Partito in vita e farne parte. Un Partito che non fa nulla per la nazione, ma che si impegna soltanto a difendere i privilegi di chi ne fa parte. I cinesi stavano aspettando da tempo un uomo come Gao Zhisheng, per dar vita a un movimento che migliori la qualità delle loro vite. Ecco perché mi sento di affermare che Zhisheng riuscirà nel suo intento: sta facendo qualcosa per cui la storia lo ha scelto, qualcosa che tutti i cinesi vogliono.

Da cosa deriva l’ostilità del Partito Comunista Cinese verso le confessioni religiose?

Il Partito Comunista Cinese non tollera le religioni, perché tutte propugnano come valori la virtù, la moralità, e si affidano agli dei. Il Partito non può tollerare l’autorità divina, perché propugna la violenza, la lotta di classe, fino ad accettare l’omicidio. Non ha fatto altro che dare risalto alla parte bestiale della natura umana.

Potrebbe descrivere più nel dettaglio il Falun Gong?


Il Falun Gong è stato introdotto in Cina per la prima volta nel 1992, ed è stato messo al bando nel 1999. E’ naturale che, predicando verità, compassione e tolleranza abbia attirato più di 100 milioni di cinesi in soli sette anni. Il Falun Gong è una pratica religiosa che affonda le proprie radici nella cultura cinese tradizionale, e che mira al miglioramento dell’individuo: insegna a migliorare il corpo, lo spirito e la mente in modo olistico. E non è rigidamente organizzata. L’insegnamento della pratica. Il Falun Gong, negli anni, ha migliorato sensibilmente la qualità della vita dei praticanti, eppure, nonostante si tratti di una dottrina assolutamente pacifica, è duramente perseguitato.

Potrebbe approfondire quest’ultimo punto?


Il Falun Gong è perseguitato perché per sua natura, eleva notevolmente la moralità dei suoi praticanti. Il praticante del Falun Gong tende ad anteporre gli interessi del prossimo ai propri, e nei conflitti cerca di correggere se stesso prima di rivolgere delle accuse all’esterno. E’ ovvio che una tale elevazione morale non sia gradita al partito Comunista: più i cinesi saranno coscienti del male rappresentato dal partito, più saranno considerati elementi da eliminare, e questo indiscriminatamente, sia che si tratti di fedeli di religioni cinesi o non autoctone, di praticanti del Falun Gong, di confuciani e di cattolici.

Fino ad oggi, decine di migliaia di praticanti del Falun Gong hanno perso il lavoro e il posto all’università, altri ancora sono stati rinchiusi nei laogai, nelle prigioni e in altri centri di detenzione, sono stati sottoposti a lavaggi del cervello, hanno subito torture fisiche e psichiche con diversi mezzi, abusi sessuali, sono stati privati del sonno e costretti a lunghe ore ininterrotte di lavoro. Hanno perso la vita almeno in 3000. Sono senza numero le famiglie colpite da queste violenze.

Che cosa pensa delle recenti conversioni religiose all’interno del Partito Comunista Cinese? Crede che riusciranno, alla lunga, a cambiare la natura del Partito?

Francamente, non credo che questo sia possibile. La natura del Partito Comunista è essenzialmente malvagia, e niente potrà cambiarla se non la distruzione.

Com’è riuscita a scappare dalla Cina?


A dire la verità, sono arrivata in Irlanda per motivi di studio, un master in informatica, per l’esattezza. Da quando il Falun Gong è stato messo al bando non mi è stato più possibile ritornare in Cina, perché correrei il rischio di essere arrestata e sbattuta in prigione. Ero tornata nel dicembre del 1999, ma sono stata tenuta in arresto per diversi giorni. Dopo essermi rivolta alla corte d’appello di Pechino, sono stata “deportata” in Irlanda, e mi è stato intimato di non tornare in Cina finché non fossero terminate le persecuzioni.
Al momento, mia sorella minore, non praticante, sta studiando in Germania. Le mie sorelle maggiori, invece, sono state detenute per due anni in un campo di lavoro solo per essere delle praticanti del Falun Gong. La notizia ha causato il decesso di mia madre. Ho anche un fratello, praticante, che è stato messo in prigione diverse volte. A nessuno dei miei familiari è concesso andare all’estero.

Come si è formata la comunità cinese in Irlanda? Qual è l’atteggiamento degli irlandesi nei vostri confronti? Sono interessati alle attività organizzate dall’Epoch Times?


Quando sono arrivata in Irlanda era il 1996, e c’erano soltanto alcuni studenti, soprattutto di master e dottorato. Da quanto ricordo, dalla fine del ’98 sono cominciati ad arrivare degli studenti di inglese. Adesso, possiamo contare qualche decina di migliaia di studenti cinesi in Irlanda, più giovani con me, e con cui ho contatti fugaci. In ogni caso, la vita qui è facile: lavoro come informatico, e nel tempo libero insegno il Falun Gong. Inoltre, presto lavoro volontario presso l’Epoch Times, un giornale che osa dire la verità e puntare il dito contro le persecuzioni subite dal Falun Gong. Non tutti i media prodotti da cinesi espatriati, purtroppo, sono così: molti risentono delle infiltrazioni del Partito Comunista, quando non sono direttamente sotto il suo controllo. Sembra addirittura che a San Francisco il partito controllasse gli immigrati cinesi, e di riflesso, quindi, i media da loro prodotti. Sembra che queste persone abbiano anche comprato dei media in lingua inglese, il che favorisce la diffusione delle menzogne di partito anche presso gli occidentali.

Crede sia possibile tracciare un parallelo tra voi dissidenti cinesi e quelli sovietici?


Non saprei: credo di essere soltanto una persona comune che sente il dovere di raccontare alla gente quello che sta succedendo in Cina, perché i miei diritti, tra cui quelli di espressione e di libera pratica religiosa, quelli della mia famiglia e degli altri cinesi sono stati calpestati dal Partito Comunista.

E’ convinta anche lei-come molti qui in Europa- che il sistema economico cinese sia una sorta di bizzarro “capitalismo di Stato”? Crede che le libertà economiche possano aiutare le libertà civili ad emergere?

Non sono assolutamente d’accordo. La cosiddetta “riforma economica” ha arricchito soltanto poche persone-quelle già al potere. Il prezzo della crescita economica è stata un’ulteriore perdita della nostra moralità, un aumento vertiginoso dell’inquinamento e numerose aree desertificate. Alcuni esperti sostengono che questi venti anni di crescita hanno consumato le risorse naturali di 50 se non 100 anni. Il Partito ha usato la crescita economica per rafforzare la sua propaganda e il controllo sociale, e per ingannare il mondo libero, diffondendo l’illusione di una “liberalizzazione” del comunismo. Il che è semplicemente impossibile.

A suo parere, il Partito Comunista Cinese sopravviverà ancora a lungo? La Cina potrà riuscire a liberarsi da sé o spera anche in un aiuto esterno?

Sono abbastanza sicura del fatto che il partito Comunista Cinese non potrà ancora resistere a lungo, perché nessuno davvero lo desidera. Se si profileranno nuove forze all’orizzonte, sarà spazzato via dalla Storia. Un sostegno esterno è necessario, ma sono i cinesi che devono decidere di sbarazzarsi del Partito Comunista per vivere il loro futuro.

26 aprile 2006


I blog di Ideazione

The Right Nation
Walking Class
1972
Le guerre civili
I love America
Regime Change
Krillix
Mattinale
JimMomo



Network
italiano






















Network
internazionale