I giorni che hanno cambiato la storia della Spagna Venerdì 12 marzo 2004
Spagna. Il giorno dopo
In questo momento sono in corso
manifestazioni in tutto il paese. Il conto delle vittime si sta
stabilizzando:
sono ora 199 morti
(l'ultima una bambina di sette mesi) e più di 1400 feriti. Tra i
racconti più agghiaccianti quello dei soccorritori che pochi minuti dopo
le esplosioni ascoltavano i cellulari suonare nelle borse delle persone
uccise senza che nessuno potesse più rispondere. Provate solo a pensarci
per un momento. Nonostante le manifestazioni di piazza, la Spagna appare
oggi una nazione ancora al tappeto: lo shock è stato enorme e nessuno
sta realmente prendendo le redini della situazione. Per ora tutti uniti
nel lutto ma il fatto che il governo sia prudente nell'attribuzione
delle responsabilità ha già fatto scattare il riflesso condizionato dei
maniaci del complotto istituzionale che accusano le autorità di non
voler far trapelare notizie fino a dopo le elezioni di domenica.
Ovviamente è un'idiozia, tanto più grave in un momento del genere.
La verità è che le caratteristiche
dell'attentato presentano elementi di ambiguità che allo stato attuale
non permettono nè di confermare nè di escludere alcuna ipotesi. Nessuno
lo dice ufficialmente ma la sensazione che possa essere avvenuta una
saldatura criminale a più livelli è forte. Si sta assistendo ad un
fenomeno abbastanza paradossale: in molti sperano che non sia stata ETA.
E' facilmente intuibile il perchè: la strumentalizzazione politica che
un attentato di Al Qaeda porterebbe con sè è un piatto troppo ghiotto
per gli avversari di Aznar. Passata l'onda emotiva del «siamo tutti
madrileni» si può immaginare cosa accadrebbe : negli ultimi due
anni ne abbiamo avute ripetute dimostrazioni. In realtà il problema è
esattamente inverso: se è vero che l'orrore e il dolore non variano a
seconda di chi abbia commesso questa carneficina è però evidente che
l'implicazione del terrorismo islamico cambierebbe completamente la
prospettiva e metterebbe l'Europa di fronte ad una realtà spaventosa e
colpevolmente rimossa dall'orizzonte psicologico (e politico) di questo
continente. Stasera ETA ha chiamato la redazione di un giornale basco
per dichiarare la sua estraneità ai fatti. Si sta vivendo in
un'atmosfera di incertezza che - se possibile - aumenta l'angoscia e lo
stordimento.