I giorni che hanno cambiato la storia della Spagna Giovedì 11 marzo 2004
L'inferno
E’ difficile
anche cominciare. Il fatto paradossalmente si può riassumere in poche
parole:
oggi a Madrid 190 persone sono state macellate dai
terroristi di ETA.
I feriti oltre 1200. Erano le 7,39 quando è scoppiata la prima bomba su
uno dei treni della rete Cercanias. Sono seguite le altre
esplosioni (dieci in tutto su tredici ordigni collocati) che hanno
colpito quattro convogli nelle stazioni di Atocha, El Pozo
e Santa Eugenia. Una serie di attacchi programmati nell’ora di
punta: perchè l’orrore fosse indimenticabile. Le radio hanno diffuso la
notizia verso le 8.00: feriti, cinque morti, una decina, poi il
massacro.
Si intuiva
subito che era successo qualcosa di enorme. Madrid è piombata nel caos:
le grida, la confusione, la corsa agli ospedali e tutto il resto. La
campagna elettorale è stata sospesa. Sgomento, indignazione, rabbia,
vergogna. Appelli alla calma e alla collaborazione da parte delle forze
politiche democratiche ma nessuno sa bene cosa dire nè cosa fare.
Centinaia di famiglie distrutte, un intero paese scaraventato nella
paura e nel pianto da una banda di fanatici assassini. Maledetto chi ha
fatto questo. Maledetto chi lo appoggia, chi lo giustifica, chi non lo
condanna. Oggi tutti dichiareranno di stare dalla parte delle vittime
contro il terrorismo. Sappiate che non è così. Vedremo quanto tempo ci
vorrà stavolta per ascoltare i primi vergognosi distinguo.
E’ il più
grave attentato terroristico mai compiuto in Spagna.
Se l’11 settembre ha cambiato la storia del mondo, l’11 marzo cambierà
la storia di questo paese. Per quanto può servire, da qui un abbraccio
ideale a chi sta vivendo ore di disperazione in un giorno così atroce.
La Spagna a poche ore dal massacro
Sia l’informazione televisiva che quella
su carta stampata sono in edizione speciale. Ogni quarto d’ora aumenta
il numero delle vittime.
Negli ospedali
i famigliari sono in molti casi ancora in attesa di sapere se tra i
morti o i feriti c’è qualcuno dei loro. Per domani sono state convocate
manifestazioni in tutto il paese.
Aznar in un messaggio alla nazione ha definito quanto accaduto «un’infamia»
e ha aggiunto che i terroristi «hanno ucciso molte persone per il
solo fatto di essere spagnole». Il carattere genocida del
terrorismo è una componente essenziale nella definizione dello stesso e
bene ha fatto il Presidente del Governo a sottolinearlo. Il messaggio
non menziona mai direttamente ETA ma le espressioni usate (tra cui
quella di «banda terrorista») sono un chiaro riferimento al
gruppo.
ETA non ha rivendicato fino a questo
momento l’attentato e stasera il ministro dell’interno Acebes ha fatto
sapere che in ogni caso «nessuna pista può essere esclusa».
Forse è più di una dichiarazione di circostanza. Ma allo stesso tempo
più che significare che si stia davvero pensando ad ipotesi alternative
potrebbe voler dire che qualcuno avrebbe collaborato con ETA. In ogni
caso le prossime ore saranno decisive.
Risvegliarsi dentro un incubo
Solo una cosa potrebbe rendere peggiore questa giornata: sapere che gli
attentati sono opera di Al-Qaeda. Significherebbe che il terrorismo
islamico ha cominciato le operazioni in Europa.