California, provaci ancora Arnold
di Alessandro Gisotti
[28 set 05]
Si fa presto a dire Terminator. Quando nell’estate del 2003, Arnold
Schwarzenegger annunciò la sua candidatura a governatore della
California, da questa parte dell’Atlantico si liquidò la notizia come
l’ennesima stramberia americana. Valutazioni ancora più incredule
accompagnarono la vittoria trionfale dell’ex Mister Universo ai danni
del governatore uscente, il democratico incolore (perfino nel nome) Gray
Davis. Giudizi superficiali quelli espressi nei confronti della star
hollywoodiana, soprattutto privi di memoria: l’ultimo attore ad aver
guidato il più popoloso e ricco tra i 50 Stati dell’Unione, infatti, era
stato Ronald Reagan. Uno che dal palazzo del governatorato di
Sacramento, capitale del Golden State, aveva imboccato dritto la strada
per la Casa Bianca.
Negli Stati Uniti, il successo di Schwarzy è stato oggetto di
approfondite analisi ed accesi dibattiti, oltre che, come prevedibile,
un grande evento mediatico. Sposato con Maria Shriver, membro della
famiglia Kennedy, l’ex culturista si è candidato nelle liste del partito
repubblicano, ma a portarlo in alto è stato il voto di protesta.
L’elezione di Schwarzenegger, commentò all’indomani della sua vittoria
il Los Angeles Times, mai tenero con la star di origine austriaca, “è
uno schiaffo allo status quo al business as usual, ai poteri forti della
politica e della comunicazione”. Ma un conto è vincere le elezioni,
altro è governare. La luna di miele tra l’attore-diventato-governatore e
i californiani è durata poco. Solo il 36 per cento degli elettori,
secondo gli ultimi sondaggi, giudica positivamente l’operato del
governatore dai muscoli d’acciaio.
Per ridare slancio alla sua carriera politica, la settimana scorsa, in
un comizio a San Diego - di fronte a duecento sostenitori rigorosamente
selezionati - Schwarzenegger ha dichiarato che si candiderà per un
secondo mandato. Le elezioni sono in programma a novembre 2006. Un
annuncio talmente prematuro che molti lo hanno letto come un segno di
debolezza. Le interpretazioni di questa caduta dell’ex “action hero”
sono diverse. Secondo alcuni osservatori, Schwarzenegger presentatosi
come candidato centrista, slegato dalle logiche di partito, si è invece
dimostrato troppo fazioso, scontentando i democratici che dominano il
parlamento locale. D’altro canto, si è speso senza remore per la
rielezione di George W. Bush. Impegno poco gradito in uno Stato come la
California, dove solo un terzo degli elettori è registrato nelle liste
del partito repubblicano. Per conquistare un nuovo mandato,
Schwarzenegger deve quindi cercare consensi al di fuori del suo recinto.
Qui però iniziano i problemi: se, infatti, su alcuni temi come ambiente
e aborto esprime delle posizioni decisamente liberal, il governatore ha
profondamente deluso la comunità gay, molto forte in California, quando
ha promesso di porre il veto su una legge per la legalizzazione dei
matrimoni omosessuali.
In realtà, nel suo primo anno a Sacramento, Arnold (come comunemente
viene chiamato da giornali e tv) ha siglato degli accordi significativi
con il partito dell’Asinello sul terreno minato dell’economia. E’ così
riuscito ad approvare un bilancio che, senza aumentare le tasse, ha
salvato lo Stato della California da una clamorosa bancarotta. A
novembre del 2006, dunque, Arnold affronterà la sfida per la rielezione.
Tuttavia, gran parte delle sue chance se le giocherà già il prossimo
novembre. Per essere precisi il giorno 8. Un martedì nel quale gli
elettori californiani saranno chiamati a votare su alcune iniziative di
legge caldeggiate dal “governator”. Per sanare il bilancio statale,
Schwarzy vuole fissare un tetto alle spese statali, ridurre il numero
delle infermiere negli ospedali, allungare i tempi per diventare
insegnanti di ruolo. Infine, proposta di notevole significato politico,
intende togliere ai parlamentari il potere di disegnare i collegi
elettorali. Il voto su queste “Proposition” viene già percepito come un
referendum sulla leadership del governatore. Anche per questo, il
confronto è serratissimo.
L’Alleanza per una California migliore, associazione che riunisce
sindacati e attivisti democratici, sta inondando tv e radio locali con
spot anti-Schwarzenegger. I video mostrano infermiere, pompieri,
insegnanti e poliziotti latori di un unico messaggio: il governatore è
un nemico delle nostre professioni. La martellante campagna di spot, che
sta costando milioni di dollari, sembra dare i suoi frutti: un sondaggio
del Public Policy Institute della California rivela che, se si votasse
adesso, nessuna delle “Proposition” volute da Schwarzenegger otterrebbe
la maggioranza di voti favorevoli. Arnold sembra dunque un po’ ammaccato
rispetto ai protagonisti al teflon interpretati nei suoi film di
successo. Tuttavia, come ha dichiarato al Washington Times il senatore
repubblicano Dick Ackerman: “I democratici cantano già vittoria. Ma il
governatore deve ancora iniziare a combattere”.
28 settembre 2005
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