Tagli alle tasse: Schwarzenegger
in testa alla classifica dei governatori Usa
di Andrea Mancia
[02 mar 05]
E’ Arnold Schwarzenegger, secondo il Cato Institute, il governatore
statunitense con la migliore performance fiscale degli ultimi due anni.
La fondazione libertarian, fondata nel 1977 a San Francisco da Edward H.
Crane (ma oggi operante a Washington), ha pubblicato la settima edizione
del suo
Fiscal Policy Report, in cui i 50
governatori Usa sono mesi in fila – dal migliore al peggiore – in base a
15 parametri che vanno dal volume complessivo della spesa pubblica
all’aumento (o diminuzione) della pressione fiscale.
La
classifica di quest’anno è dominata dai
repubblicani, sia tra i “senior” che tra i “freshmen” del 2002, che sono
giudicati per la prima metà del mandato. Al primo posto, con un
punteggio di 84 su un massimo teorico di 100, c’è Arnold Schwarzenegger
(California), eletto in uno stato a forte maggioranza democratica
proprio sull’onda di una rivolta fiscale della cittadinanza contro il
governatore uscente Gray Davis. Buon secondo è Craig Benson (New
Hampshire - 82), un altro freshman repubblicano che ha conquistato la
poltrona di governatore in uno stato vinto dai democratici alle ultime
elezioni presidenziali. Nella fascia d’eccellenza, che il Cato Institute
identifica con la lettera “A” (il voto più alto nel sistema scolastico
americano), ci sono anche due senior repubblicani: Bill Owens (Colorado
- 77) e Judy Martz (Montana - 75).
Per trovare il primo governatore democratico in classifica bisogna
scendere nella fascia “B” dei freshmen, dove Bill Richardson (New Mexico
- 69) è appaiato al repubblicano Tim Pawlenty (Minnesota - 69), appena
un punto avanti ai democratici John Baldacci (Maine - 68) e Phil
Bredesen (Tennessee - 68) oltre che al repubblicano Mike Rounds (South
Dakota - 68). Tra i senior, invece, la seconda fascia è monopolizzata
dai repubblicani, con Jeb Bush (Florida - 66), George Pataki (New York -
63), John Hoeven (North Dakota - 57) e Rick Perry (Texas - 55). L’unico
“intruso” democratico, in questo caso, è il governatore uscente di
Washington State, Gary Locke (57). I democratici dominano invece nella
zona bassa della classifica, dove “conquistano” 11 delle 16 posizioni
finali. I due freshmen bocciati senza appello con il minimo del
punteggio (“F”) sono i democratici Edward Rendell (Pennsylvania - 48) e
il dimissionario James McGreevey (New Jersey - 42). Mentre tra i senior,
oltre al governatore del Missouri, Bob Holden (35), spicca il nome della
“pecora nera” repubblicana Bob Taft (Ohio - 30).
L’ottima performance fiscale dei governatori repubblicani arriva un po’
a sorpresa, dopo un quinquennio in cui lo smalto “liberista” del GOP –
che per tutto il ventesimo secolo è stato il partito dei tagli alle
tasse e della riduzione della spesa – sembrava essersi gradualmente
appannato. Malgrado i mille miliardi di dollari di tagli alle tasse,
infatti, il primo mandato dell’amministrazione Bush aveva inviato
segnali contrastanti in politica economica, con qualche sbandamento
protezionista e l’apparente incapacità di porre un freno ad una crescita
esponenziale del debito pubblico. La classifica del Cato Institute,
però, dimostra che – almeno nel governo dei singoli stati – la formula
liberale classica non è stata affatto abbandonata dal partito
dell’elefante. E che, anzi, grazie ad essa i repubblicani riescono a
conquistare il consenso degli elettori anche in aree dove, a livello di
elezioni presidenziali, partono sfavoriti rispetto ai loro avversari.
Il secondo mandato di Bush, poi, si è aperto con una imponente offensiva
del GOP sulla riforma, in senso liberista, del sistema di sicurezza
sociale. Si tratta di una battaglia complicata, che dovrà superare anche
la resistenza di una parte non marginale del partito repubblicano, ma
che dimostra una volta per tutte che Bush e il GOP vogliono
affrontare dal lato “giusto” della barricata, non solo in politica
estera, la lunga corsa verso le elezioni di mid-term del 2006 e le
presidenziali del 2008.
02 marzo 2005
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Andrea Mancia, caporedattore di Ideazione,
è il titolare del blog
The Right Nation |