Unione Europea, Costituzione a passo di gambero
di Angela Regina Punzi
“Unita nella diversità” recita il preambolo un po’ stile barocco. Dopo
qualche passo indietro, l’Unione Europea ha finalmente una Costituzione.
Con una firma tutt’altro che fluida, la storica giornata si è svolta in
un clima di tensione, molti contrasti e qualche sofferta rinuncia a
conferma del fatto che con le regole attuali in Europa si sarebbe
rischiata la paralisi decisionale. L’Ue avrà d’ora in poi delle nuove
regole che dovrebbero facilitare il momento del voto. Ma gli
euroscettici sono in agguato, già pronti a dubitare del presunto
snellimento delle future procedure decisionali. Alcuni si chiedono
perfino dove sia la Costituzione, visto che al massimo si può parlare di
Trattato costituzionale. Si vedrà. Per il momento c’è di certo che le
disposizioni approvate sono tutt’altro che operative. Le nuove regole
dovranno infatti affrontare il difficile iter delle ratifiche nazionali,
a conclusione delle quali potranno finalmente entrare in vigore.
Strada, dunque, tutta in salita per la Costituzione dei 25 Stati Uniti
d’Europa. I leader europei si sono scontrati sul livello delle “soglie”
che definiscono la doppia maggioranza necessaria per approvare una
decisione Ue. Concludendo che perché una decisione sia approvata, è
necessaria la metà più uno dei paesi e almeno il 65% della popolazione.
Braccio di ferro sul futuro successore di Prodi alla presidenza della
Commissione europea. Sono state ritirate dalla competizione le
candidature del belga Guy Verhofstadt e dell’inglese Chris Patten, la
prima affossata da Blair e Berlusconi e la seconda da Chirac e Schröder.
Tutto da rifare e nomina rinviata a luglio. Oltre che su chi la
presiederà, ci si è scontrati anche sul numero dei futuri componenti
della Commissione. Oggi siedono in Commissione 25 membri, uno per ogni
Stato, mentre dal 2014 dovrebbero essere un numero pari ai due terzi
degli Stati. Un numero flessibile che previene l’ipotesi che per quella
data l’Unione Europea abbia accolto nuovi Stati membri. Questo
passaggio, insieme ad altri, aveva fatto parlare positivamente alcuni
commentatori di “Costituzione cantiere”, aperta ad accogliere una
famiglia sempre più numerosa. Peccato che a fine giornata, poco prima
della firma definitiva, è caduto l’automatismo del passaggio di questa
regola. Nel 2014 si dovrà votare di nuovo e all’unanimità.
Vittoria dei laici nello scontro sulla menzione delle radici cristiane
dell’Europa. E’ una Costituzione che inneggia ai valori di dignità
umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto e rispetto dei
diritti umani. Ma dove sono i valori religiosi che tanto hanno fatto
discutere? La Magna Charta europea riporta un misero riferimento “alle
eredità religiose e culturali”. La mancanza di altri riconoscimenti
cristiani ha scatenato l’ira di Wojtyla : “Non si tagliano le radici
dalle quali si è nati” ha tuonato il Papa, in polacco, affacciato alla
finestra di piazza San Pietro durante l’Angelus. Ma se il Papa è
capofila nella lista degli scontenti, molti sono coloro che si dicono
comunque soddisfatti di questo primo, complessivo passo avanti. Peccato
che per raggiungere un accordo comune i passi indietro siano stati
tanti. Con questo ritmo si rischia di procedere a passo di gambero.
23 giugno 2004
a.punzi@libero.it |