Dall'Iraq: "Zapatero ci ha abbandonato"
di Stefano Magni
Zapatero è un codardo. No Zapatero è coerente con la sua linea. Zapatero
spacca l’Europa. No, Zapatero è l’unico che fa gli interessi
dell’Europa. Il dibattito in Europa è ancora aperto. Ma cosa ne pensano
i diretti interessati? Non gli Spagnoli, ma gli Iracheni? Perché quando
le truppe spagnole si saranno ritirate completamente dall’Iraq, saranno
soprattutto gli Iracheni a veder cambiare la propria situazione. Fa
impressione leggere su un quotidiano iracheno frasi come queste: “Da
Iracheno, sono rattristato dal fallimento del partito e del governo di
José Maria Aznar, che si è schierato con dignità e coraggio dalla parte
del popolo iracheno quando ha contribuito al rovesciamento del fascismo
di Saddam”. E’ un editoriale di Aziz al Haj sul quotidiano liberale
online Elaph.com. Fa impressione, perché è il contrario di quello che
gli intellettuali e gli uomini politici europei pensano. Da questa parte
del mondo siamo ancora convinti che a Baghdad non vedano l’ora che i
contingenti internazionali si ritirino, ma non si ascolta chi, come al
Haj sostiene che: “coloro che sono chiamati a fare autocritica per aver
ignorato la sofferenza del popolo iracheno e per aver giustificato i
crimini del terrore in Iraq sono le sinistre europee. Le organizzazioni
di sinistra tedesche, alleate dei Francesi, sono quelle che hanno
organizzato collette per i sedicenti resistenti iracheni – cioè per i
criminali che stanno facendo esplodere i quartier generali dell’Onu, le
organizzazioni umanitarie, le scuole, le fabbriche e le forze di
sicurezza irachene”.
Lo stesso editorialista si rende conto dei sentimenti che dominano le
élite intellettuali europee: “Tutti questi pensatori occidentali tengono
conto dei sentimenti della maggioranza degli Iracheni, la cui gioia al
momento della caduta di Saddam, è stata vista dal mondo intero? Cosa
hanno fatto la Russia, la Francia, la Germania e tutte le sinistre
europee per sostenere il popolo iracheno nella sua lotta contro la
tirannide di Saddam e nella sua speranza di rovesciarla? Come fa la
sinistra europea a mantenere posizioni che si sposano con quelle degli
Islamisti più estremi, dell’Iran e dei propagandisti del Pan-Arabismo
diffusi fra i simpatizzanti del defunto regime del Baath?”
“Non ci sono dubbi che la sconfitta di José Maria Aznar e del Partito
Popolare Spagnolo siano da considerarsi come una vittoria del
terrorismo” - scrive un altro editorialista iracheno, Abd al-Khaliq
Hussein, il quale demolisce anche un altro luogo comune
sull’“illegittimità” dell’intervento in Iraq: “La scusa della sinistra
europea è che la guerra contro Saddam Hussein non fosse legittima perché
la decisione non era stata presa dal Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite. Per loro una risoluzione dell’Onu è più importante
dell’opera di annientamento messa in atto da un uomo attratto dal potere
e dal genocidio. Ringraziamo Allah che esiste una superpotenza come gli
Stati Uniti che si è investita del compito di salvare i popoli, senza
badare alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza”.
Non sono solo degli editorialisti isolati a pensarla così. In un
sondaggio effettuato il marzo scorso dall’ABC, alla domanda più dura
possibile, cioé “L’invasione guidata dagli Stati Uniti era giusta o
sbagliata?”, l’87 percento dei Curdi e il 51 percento degli sciiti ha
risposto “Sì, era una guerra giusta”, mentre il 63 percento dei sunniti
ha risposto negativamente. E ad altre domande, come “La Coalizione deve
andarsene ora?”, la stragrande maggioranza degli Iracheni di tutte le
etnie ha risposto negativamente. Più precisamente, a questa domanda
hanno risposto positivamente (“sì, è giusto che la Coalizione se ne vada
ora”) solo il 29 percento dei sunniti, il 12 percento degli sciiti e il
2 percento dei curdi. Sono questi i numeri e le idee della maggioranza
silenziosa degli Iracheni.
27 aprile 2004
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