Indagini,
la pista marocchina
di Stefano Caliciuri
Potrebbe essere una cellula marocchina di Al Qaeda l’autore del tragico
attentato madrileno dell’11 marzo: a rivelarlo sarebbero alcune fonti
interne al servizio di investigazione antiterroristica europea, anche in
relazione ai cinque arresti (tre marocchini e due indiani) avvenuti
nella serata di domenica 14. In particolare, il presunto capo della
banda, Mohamed Chaui, che farebbe riferimento al Gruppo islamico
combattente marocchino, sarebbe stato già sottoposto ad investigazione
in quanto accusato di aver mantenuto stretti rapporti con la rete
terroristica di Bin Laden in seguito all’attacco alle torri gemelle. Gli
altri quattro fermati sono i marocchini Jamal Zugam e Mohamed Belali
Butaliha, e gli indiani Vinay Kohly e Suresh Kuma: insieme avrebbero
acquistato la scheda telefonica del cellulare che avrebbe dovuto far
scoppiare un altro ordigno trovato ancora inesploso tra i rottami di un
treno.
I funzionari spagnoli che inizialmente attribuirono gli attentati
all’Eta, ora si stanno ricredendo. Gli indizi sinora raccolti
rafforzerebbero sempre più l’ipotesi arabo-islamica. Alcuni personaggi
chiave dell’inchiesta sarebbero di nazionalità saudita e marocchina ed
avrebbero strettissimi legami con alcuni connazionali residenti a
Madrid. Nei prossimi giorni una équipe dei servizi segreti iberici si
recherà in Marocco per affrontare l’argomento con i colleghi
nordafricani: stando alle prime ricostruzioni i tre arrestati farebbero
parte del Gruppo islamico combattente marocchino (Gicm), implicati
direttamente anche negli attentati avvenuti in passato a Casablanca. Gli
inquirenti spagnoli, però, allo stesso tempo, non tralasciano la pista
Eta: i carichi esplosivi intercettati durante i giorni precedenti
all’attentato farebbero supporre perlomeno una collaborazione tra i due
gruppi estremisti.
L’Europa, intanto, si mobilita contro altri possibili attentati. Il
ministro agli esteri francese, Dominique de Villepin, ha dichiarato che
l’intera Ue dovrebbe reagire ed organizzarsi in maniera unitaria,
poicghè “nessuno può dirsi salvo o al sicuro da possibili attentati”.
Proprio per realizzare questo piano d’azione comune, il Consiglio di
sicurezza delle Nazioni unite, di concerto con i rappresentanti
diplomatici europei, ha previsto una riunione straordinaria, in cui
saranno prese stabilite le modalità di reazione e di caccia ai
terroristi. Nei prossimi giorni a Madrid è anche previsto l’arrivo di
una squadra antiterrorismo dei servizi segreti italiani: seguiranno da
vicino le indagini, coadiuvando e supportando il governo spagnolo nella
caccia ai terroristi.
15 marzo 2004
stecaliciuri@hotmail.com |