Unità contro il terrorismo? E' l'Italia di Babele
di Gianni Baget Bozzo

Parlare di una manifestazione unitaria tra la Casa delle libertà e i molti frammenti dell’opposizione contro il terrorismo ha in politica il medesimo senso che il circolo quadrato in geometria. L’ipotesi si è aperta solo quando si è avanzata l’ipotesi di Al Qaeda come mandante della strage. I rapporti tra Eta e terrorismo islamico sono segnati dal fatto che il terrorismo antioccidentale è l’essenza di ambedue e che le argomentazioni diverse si aggiungono a motivazioni eguali. L’Occidente e il capitalismo sono il “male assoluto” (Fini ci scuserà se gli rubiamo l’inusuale espressione) sia per i marxisti baschi che per i terroristi islamici. Il terrorismo islamico è una mimesi del terrorismo di sinistra europeo. Le relazioni tra le due forme del terrorismo fanno parte della sostanza di ambedue. E non vi è dubbio che i segnali dati dal Governo spagnolo in prima informazione sul coinvolgimento dell’Eta, non sono cancellati da messaggi di basso profilo di sedicenti esponenti del terrorismo islamico. Se Al Qaida avesse unito al terrorismo aereo delle Due Torri quello ferroviario della stazione di Atocha, lo avrebbe annunziato ad altissimo livello. Al contrario, Eta non rivendicherebbe mai una strage anche se vi avesse avuto parte. Ma per la sinistra italiana e spagnola è importante che tutto sia riconducibile ad un silenzioso Osama Bin Laden. In questo caso si può dire che Aznar ha trascinato sul popolo spagnolo le bombe islamiche e che Berlusconi ha esposto il popolo italiano al medesimo pericolo.

Se ci fosse una manifestazione unitaria tra la Casa delle libertà ed il puzzle decomposto delle opposizioni, gli obiettivi della manifestazione sarebbero opposti: per la Casa delle libertà sarebbe Osama, per l’opposizione Bush, Berlusconi e Aznar. Quale unità può avvenire quando una parte manifesta contro l’altra sotto le medesime parole d’ordine e terrorismo significa per gli uni il Governo e per gli altri il terrorismo islamico? E poi: conviene all’opposizione presentarsi a questa manifestazione, sapendo che metà dei Ds, e tutti i frammenti, si vedrebbero delegittimati dalla convivenza dei loro simboli con quelli della Casa delle Libertà? Il rapido pensiero di dividere l’opposizione contaminandone una parte con la casa delle Libertà ha spinto qualcuno di destra a sostenere la manifestazione impossibile. Ma sarebbe da parte del centrodestra un machiavellismo di basso livello. Del resto la scena si è già giocata in Spagna: silenzio e unità quando sembrava che il colpevole fosse l’Eta; durissimo attacco di tutta la sinistra, moderata e non, al Governo non appena è comparsa la traccia islamica. Molti dirigenti del centrodestra non hanno ancora compreso che l’odio è il cuore della sinistra post-rivoluzionaria e che per essa fare la pace non è nemmeno un altro modo di fare la guerra.
E’ un fatto contro natura, è come rivolgere l’odio verso se stessi. La manifestazione unitaria è impensabile e per questo impossibile. Se la si tentasse sarebbe la torre di Babele, la vera “operazione Babilonia”.

15 marzo 2004

da "Il Giornale"

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