Destra-cattolici: le ragioni di un'alleanza
di Alessandro Bezzi
[5 apr 06]
Le prossime elezioni politiche non segneranno esclusivamente le scelte
economiche dell’immediato futuro del paese né solamente una scelta di
campo internazionale, che probabilmente inciderà di più su scenari
lontani che sui nostri. Il voto del 9 e 10 aprile non riguarderà solo il
prossimo destino dei nostri giovani disoccupati o il rimedio definitivo
a tutti i mali del Mezzogiorno, l’abolizione delle tasse o la riforma
della giustizia. Tutti temi imprescindibili, naturalmente, ma che non
possono porre in secondo piano i grandi temi etici: la tutela della
vita, della famiglia, l’educazione dei figli, l’aborto, la scuola, i
limiti della ricerca scientifica; vale a dire i temi che, nel lungo
periodo, disegneranno il nuovo modello di società che attenderà non
tanto noi ma soprattutto le generazioni future.
Su questi temi Benedetto XVI è stato chiaro: i principi etici non sono
negoziabili. Nessun accordo, dunque: chi si sente e si dichiara
cattolico ha l’obbligo morale di ponderare sulla base delle posizioni
della Chiesa la propria scelta politica, preferendo quella parte che più
di tutti mostra di tutelare i principi in questione. Centrodestra o
centrosinistra: a chi devono dare il proprio voto i cattolici veri?
Nasce da questo interrogativo l’idea de “il Domenicale” di dedicare il
prossimo numero del settimanale al voto dei
cattolici. “Nell’imminenza del confronto elettorale –
sostiene Marco Respinti, redattore de “il Domenicale” – abbiamo pensato
di rivolgerci direttamente, pur non essendo un settimanale di per sé
cattolico, agli elettori cattolici. Crediamo infatti che essi possano
fare la differenza, e farla per il meglio”. Molti buoni argomenti su cui
riflettere, per giungere ad un’unica conclusione: “Perché un cattolico
non può votare a sinistra”.
5 aprile 2006
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