Nasce TocqueVille. La città dei liberi
di Cristina Missiroli*
[06 apr 05]

L'articolo è stato pubblicato il 6 aprile 2005 dal quotidiano
"Il Giornale".

Si chiamerà TocqueVille. La città dei liberi. E’ stata battezzata così a furor di blogger. Sarà la casa comune, su Internet, per diverse decine di commentatori politici di cultura liberale, conservatrice (neo, old, post), radicale, riformista.

Il progetto, nato su impulso della rivista Ideazione, è semplice. Negli ultimi mesi, su modello di quel che accade negli Stati Uniti, l’angolo italiano del cyberspazio si sta popolando di migliaia di siti personali, detti blog. Belli o brutti, noiosi o interessanti, questi diari telematici hanno tutti la stessa speranza: essere letti, sfondare il muro dell’anonimato, fare opinione. Alcuni hanno già conquistato un loro pubblico affezionato. Per la maggior parte, però, si trovano spersi nella sconfinata prateria della rete delle reti.
Di qui l’intuizione: l’unione può fare la forza. E trasformare voci isolate in un coro polifonico il cui concerto diventa difficile da ignorare. Il mezzo tecnico per raggiungere lo scopo si chiama, in gergo, “aggregator”. E non è altro che un programma che “aggrega” in un unico flusso di informazioni gli ultimi articoli (“post”) prodotti dai blogger che aderiscono all’iniziativa. Questi post, filtrati e selezionati, finiranno poi nel portale “condiviso” di TocqueVille

La scommessa è proprio questa: costruire una cassa di risonanza, creare uno spazio di discussione, e raggiungere una massa critica di pensiero tale da uscire allo scoperto, rompendo le barriere che dividono i diversi media. E recuperando il ritardo che i liberali italiani (al contrario dei conservatori americani) hanno sul web nei confronti della sinistra massimalista. Non è un mistero, infatti, che il modello di riferimento sia quello americano. Negli Stati Uniti, ormai, i media tradizionali (tendenzialmente di sinistra) non possono ignorare l’esistenza della blogosfera. Anzi. Molte teste di primo piano sono saltate, bruciate dal controllo democratico e giornalistico dei commentatori della Rete. I blog conservatori sono diventati un fenomeno nei confronti del quale mostri sacri come Dan Rather e il capo delle news della Cnn, Eason Jordan, hanno dovuto fare i conti. E inchinarsi.

Probabilmente è merito non tanto dei blog in sé, ma del network (o dei network) che sono stati capaci di creare. Isolati dai mainstream media, dieci anni fa, i conservatori americani hanno reagito rifugiandosi nei nuovi mezzi di comunicazione non ancora colonizzati. Hanno cominciato presto, durante la presidenza Clinton. Usando il portale di Townhall.com (creato dalla Heritage Foundation nel 1995) come punto di partenza. E crescendo, collegandosi, incontrandosi virtualmente, moltiplicando le voci fino a dar loro forza. Pian piano, i blog conservatori sono migliorati nei contenuti e sono diventati un punto di riferimento per gli opinion leader di destra. Hanno cominciato a trovare rispondenza in alcuni giornali e nelle radio che avevano un orientamento simile. E poi, via via, su, per la strada di una nuova autocoscienza. Della serie: non siamo poi così pochi!

La scommessa di Ideazione è tutta qua: recuperare il ritardo che, al contrario dell’America, i conservatori italiani hanno sul web.
L’idea di passare ai fatti è cresciuta pian piano, intorno al sito internet di Ideazione, rivista diretta da Pierluigi Mennitti. Nata undici anni fa, come magazine politico-culturale bimestrale, Ideazione produce da tempo una versione on-line (Ideazione.com), di stampo più agile e giornalistico, aggiornato quotidianamente e coordinato dal caporedattore, Andrea Mancia. Il mese scorso Ideazione ha deciso di aprire le porte della rivista telematica ai blogger. Prima creando due blog (siti personali del direttore e del caporedattore), poi inserendone altri sette, già esistenti, nella squadra ufficiale del magazine. “Abbiamo guardato un po’ in giro – spiega Pierluigi Mennitti - e abbiamo trovato altri blog, più antichi dei nostri, di straordinaria qualità. Stesse idee, stessa passione, diversa prospettiva. Li abbiamo contattati, ci siamo conosciuti e abbiamo deciso di unire le forze. Nel tempo, i blog di Ideazione sono diventati nove, ma le richieste di ingresso sono tante, tante di più. Allora perché fermarci qui? Perché non pensare di creare un contenitore vasto e articolato, come vasta e articolata è la realtà di quanti si riconoscono in idee semplici come la libertà, la democrazia e il libero mercato, in valori forti come la nazione, la famiglia, la religione, in abitudini limpide come la tolleranza e il rispetto per l’individuo?”.

Il tam-tam si è sparso alla velocità della luce e l’idea a preso piede. A Pasqua la decisione di passare ai fatti e l’apertura delle iscrizioni. Nel giro di due settimane gli aderenti hanno raggiunto una quota che sfiora i 200. Sono quasi tutti italiani, ma l’elenco comprende diversi residenti all’estero. C’è chi scrive da Stati Uniti, Olanda, Spagna, Canada, perfino Estonia e Giappone. Milano e Roma fanno la parte del leone, ma la provincia italiana è più o meno omogeneamente rappresentata.

Dato il successo iniziale, Ideazione non ha perso tempo. Già la scorsa settimana i blogger iscritti hanno votato, in una sorta di elezioni primarie, il nome da dare alla nuova creatura. Bocciati The RightNation e West Village, gli internettisti liberali hanno scelto “TocqueVille”. Sottotitolo: “La città dei liberi”. I tecnici di Ideazione, intanto, stanno lavorando alla costruzione del portale.

Aderire è facile. Basta visitare il blog di Andrea Mancia (ideazione.blogspot.com) e seguire le istruzioni per iscriversi. Non occorre sottoscrivere un manifesto, condividere un programma, o pensarla come chi ha lanciato il progetto. Nessun legame, neppure indiretto, a partiti politici. A definire il “portale” - assicurano i promotori - sarà la forza delle idee dei blog che ne vorranno far parte. Basta fare un giro di orizzonte tra i blog che hanno finora aderito per trovare conferma della pluralità delle voci. Ci sono i cristiani conservatori di StranoCristiano e il super laico mangiapreti Malvino. C’è chi tifa per An, come la redazione di La Destra e chi non esita a definirsi un riformista di sinistra come Wind Rose. I “maschi selvaggi” del giornalista del Corriere della Sera, Claudio Risé e Lexi, una giovanissima italo-americana che si professa lesbo-neocon. Sono solo esempi per dare un’idea dell’ampiezza del ventaglio. “Per noi - assicurano i promotori - la diversità delle opinioni, anche su temi importanti, non è un limite ma una straordinaria ricchezza culturale”. E, forse, così impostata, l’iniziativa sarebbe davvero piaciuta allo stesso Alexis de Tocqueville, il filosofo francese che per primo descrisse la marea montante della nascente democrazia americana, a cui con un gioco di parole, il nuovo portale s’ispira nel nome.

06 aprile 2005

da "Il Giornale"

missiroli@opinione.it

* Cristina Missiroli è la titolare del blog Krillix

 


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