Un sfida da cogliere sulle orme della Right
Nation
di Cristina Missiroli*
[25 mar 05]
“Una formica è solo una formica. Uno Zero, una nullità”, cantava Johnny
Dorelli. Un blog, in fondo, è solo un blog, perso nella sconfinata
prateria della rete delle reti. E’ un diario, un taccuino di appunti.
Bello o brutto, noioso o interessante. Di certo un po’ narcisistico.
Perché la speranza è sempre la stessa: che qualcuno lo legga. In fondo è
quel che spinge anche ogni giornalista a scrivere.
L’esperienza americana però ci ha dimostrato che i blog possono anche
servire come veicolo di una comunicazione nuova e interessante: mirata.
Oggi i media principali, negli Stati Uniti, non possono ignorare
totalmente l’esistenza della blogsfera. Anzi. La contaminazione tra blog
e media tradizionali è divenuta tale che molte teste di primo piano sono
saltate, bruciate dal controllo democratico e giornalistico dei
commentatori della Rete. Se scrivi una lettera ad un giornale, la
direzione può decidere di non pubblicarla. Il web salta il passaggio ed
evita la censura.
Ma allora perché, in America, i blog conservatori sono più autorevoli,
seguiti, efficaci rispetto a quelli liberal? Laggiù, nel vecchio West,
non può essere colpa di Berlusconi. Laggiù il Cavaliere può al massimo
vendere qualche elicottero. Allora perché i blog conservatori sono
diventati un fenomeno nei confronti del quale mostri sacri come Dan
Rather devono fare i conti? Una forza che riesce a innescare una bomba
tale da costringere alle dimissioni un giornalista rampante come il capo
delle news della Cnn Eason Jordan?
Probabilmente è tutto merito non dei blog in sé, ma del network (o dei
network) che sono stati capaci di creare. Isolati dai mainstream media,
i conservatori americani hanno reagito rifugiandosi nei nuovi mezzi di
comunicazione non ancora colonizzati. Hanno cominciato presto, durante
la presidenza Clinton. Usando il portale di Townhall come punto di
partenza. E crescendo, collegandosi, incontrandosi virtualmente,
moltiplicando le voci fino a dar loro forza.
Pian piano, i blog conservatori sono migliorati nei contenuti e sono
diventati un punto di riferimento per gli opinion leader di destra.
Hanno cominciato a trovare rispondenza in alcuni giornali e nelle radio
che avevano un orientamento simile. E poi, via via, su, per la strada di
una nuova autocoscienza. Della serie: non siamo poi così pochi!
In Italia, è vero, siamo indietro. Ma non è mai troppo tardi per
cominciare. E magari recuperare il ritardo che, al contrario
dell’America, i conservatori italiani hanno sul web. Ideazione, 11 anni
fa, interpretò il cambiamento politico-culturale che stava avvenendo
cercando di dare sostanza e contenuto teorico politico all’alleanza nata
col bipolarismo. Ideazione si è fatta avanti di nuovo. A noi, blogger
italiani liberali, resta da decidere: rimaniamo formiche solitarie o
affrontiamo la nuova sfida?
25 marzo 2005
missiroli@opinione.it
*
Cristina Missiroli è la titolare del blog
Krillix |