In mostra al Bioparco i furti di natura
di Tiziana Lanza
[02 dic 04]
“Ma che bei denti hai. E se qualcuno decidesse di farci una collanina?”.
Lo chiede Susy Blady a Patrizio Roversi in un video proiettato nella sala
adibita a carlinga all’interno del rettilario del Bioparco di Roma. I
visitatori tornano a essere turisti prima di vedere cosa il bioparco ha
deciso di mettere in mostra. E questa volta c’è davvero poco da ridere,
perché all’attenzione del pubblico vengono portati i “furti di natura”.
Zanne di elefante trasformate in oggetti ornamentali, borsette di
coccodrillo, ciabatte in varano, conchiglie. Animali trascinati vivi fuori
dal loro habitat: è successo a un coccodrillo, costretto a vivere in una
vasca da bagno. Le valigie dei turisti riservano molte sorprese. Spesso
all’aeroporto il Corpo Forestale dello Stato sequestra di tutto, persino
ragni pericolosi come le vedove nere. Lo stesso ministro dell’Ambiente
Altero Matteoli è intervenuto all’inaugurazione della mostra, lo scorso 21
ottobre. “E’ importante – ha detto – che i turisti italiani siano
consapevoli di quanto danno si arrechi portando a casa un souvenir
“illegale”. Il mio ministero, proprio per responsabilizzare su questo tema
i cittadini italiani che si recano all’estero, ha creato dei vademecum
sulle specie animali a rischio e sugli oggetti proibiti”.
L’Italia sta facendo molto per arginare questo fenomeno secondo soltanto
al traffico di droga per giro di affari. E’stato calcolato che ogni anno a
causa dell’uomo si estinguono 100 specie di animali e che il volume del
traffico internazionale è di 350 milioni di esemplari, fra uccelli,
scimmie, rettili, orchidee e cactus. Il nostro paese è recentemente
intervenuto a Bangkok, alla conferenza internazionale delle Parti della
Cites, (l’organizzazione internazionale che regolamenta il commercio di
migliaia di specie viventi) con proposte concrete che sono state recepite.
Come ad esempio una maggiore tutela del dattero di mare, un mollusco che
vive in profondi cunicoli scavando nella roccia. La sua raccolta è perciò
un’attività particolarmente distruttiva per l’intero ecosistema: basti
pensare che bisogna addirittura ricorrere al martello pneumatico. In
Italia, negli ultimi 5 anni sono stati sequestrati 4720 kg di datteri di
mare destinati al mercato clandestino. Ma che dire dell’uso di animali e
piante nella medicina orientale? Soltanto quella cinese utilizza circa
2000 specie di piante e 200 specie di animali, molte delle quali protette
dalle normative Cites.
Emblematico è il caso della tigre. Sebbene ad alto rischio di estinzione
(negli ultimi 100 anni si sono estinte 3 delle 8 sottospecie di tigre),
viene utilizzata in ogni sua parte per rimedi di dubbia efficacia.
Dovremmo credere, ad esempio, che i suoi occhi sono efficaci contro
l’epilessia e i suoi baffi contro il mal di denti. Che mangiarne il cuore
infonda forza coraggio e astuzia. In realtà, suggerisce la mostra,
occupiamoci veramente della salute, ma di quella degli animali! Infine, si
fa un salto nell’appartamento del turista inconsapevole, adorno di lampade
e statuine in avorio o costruite con il carapace di una tartaruga marina.
Ma almeno il pavimento è in un parquet speciale: di bambù, che, a
differenza dei legni pregiati ai quali siamo abituati, si rigenera
velocemente dopo il taglio. Nell’armadio invece i soliti scheletri: questa
volta di ben 3 antilopi tibetane usate per realizzare lo shahtoosh, un
preziosissimo scialle. Vale davvero la pena visitare la mostra per
meditare sui nostri comportamenti diventando consapevoli di tanti gesti
che a volte compiamo senza dare loro il giusto peso: come l’acquisto di
monili in avorio al solito mercatino.
tizilanza@yahoo.it
02 dicembre 2004
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