Tutti insieme per salvare la Fiat Cinquecento
di Stefano Caliciuri

Da simbolo del boom economico a icona del tradizionalismo: la Fiat Cinquecento ha rappresentato per milioni di italiani la realizzazione del benessere post-bellico. Trasformazioni tecnologiche e innovazione motoristica non hanno intaccato il fascino del più piccolo mezzo di trasporto a quattro ruote, l’unico al mondo in grado di parcheggiare in poco più di due metri e mezzo: a vent’anni dall’ultimo modello prodotto, sono ancora migliaia gli appassionati estimatori che ne esaltano prestazioni e caratteristiche così come erano state concepite dall’ingegner Dante Giacosa. Piccola, essenziale, facile da guidare, un motore resistente all’usura e agli anni, in grado di percorrere migliaia di chilometri con limitate spese di manutenzione, la vera innovazione fu però quel propulsore a due cilindri raffreddati ad aria: mai nessuno aveva osato tanto prima di allora in una utilitaria. La cilindrata fissata in 479 centimetri cubici, ampliati a 600 con il modello R, spingava i modesti e risparmiosi 13 cavalli che consentivano di raggiungere gli 85 chilometri all’ora. Con un pieno di carburante si poteva viaggiare in città dimenticandosi del benzinaio per almeno una settimana. Dal luglio 1957 all’aprile 1974 novantacinque italiani su cento sono saliti almeno una volta su una Fiat 500; oggi, secondo quanto segnalato dal Pubblico registro automobilistico, ne circolano ancora 600 mila.

Una minaccia, però, incombe sul futuro di questo piccolo gioiellino nostrano: le normative anti-inquinamento (emissione pericolosa di gas nell’atmosfera) ne bloccherebbero per sempre la circolazione nelle aree urbane. Per evitare questo pericolo, in Parlamento è in fase di discussione un particolare legge che la dispenserebbe dal divieto di circolazione. Un impegno bipartisan, voluto da rappresentanti di governo ed opposizione per salvare l’automobile eretta a simbolo dell’Italia. Il testo “salva 500” è attualmente alla Commissione lavori pubblici del Senato, il cui relatore è Celestino Pedrazzini (Lega Nord), vice presidente della commissione trasporti e comunicazione del Senato. Il varo del provvedimento, presentato un anno fa da Luciano Magnalbò (An) e Cesare Salvi (Ds), è previsto entro il 2005 e propone anche l'abolizione della tassa di circolazione per le auto con almeno 25 anni di età, mentre oggi l'esenzione riguarda vetture con più di 30 anni. Il costo dei passaggi di proprietà per le vecchie Fiat sarà invece fissato in 50 euro.

Nonostante l’affetto bipartisan, il decreto a tutela delle Fiat 500 non è piaciuto ai gruppi ambientalisti, che sostengono che il provvedimento non è rispettoso delle norme a tutela dell'ambiente e della salute poiché al giorno d’oggi, dicono, gli scarichi della piccola utilitaria equivarrebbero a quelli di duecento automobili di moderna progettazione. Secca la smentita da parte di Domenico Romano, fondatore del Club Italia Fiat 500 che raccoglie 12 mila soci in tutto il mondo. «Tutte storie campate in aria. E’ un’auto semplice per gente modesta che spesso non ha mai potuto permettersi lussi maggiori. L’inquinamento non c’entra. La macchina produce meno danni della auto catalitiche. Noi abbiamo pronto un dossier che dirà finalmente la verità».

27 ottobre 2004

stecaliciuri@hotmail.com

 

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