Il flop della sinistra europea
di Andrea Mancia
Con 274 seggi conquistati, il Partito popolare europeo si conferma
il primo raggruppamento politico al Parlamento di Strasburgo. Molto staccati
Socialisti (199), Liberali (67) e Verdi (42). Si tratta di
una vittoria indiscutibile per le forze del centrodestra nel Vecchio
Continente, mentre i pasdaran dell'Ulivo Europeo sono costretti a
consolarsi con le briciole. Si consolano
con il risicatissimo successo in Spagna (43%
contro il 40% dei Popolari), con quello più netto in
Portogallo (43% contro 35%), con l'autolesionismo di Chirac in
Francia (42% contro 38%), con le affermazioni
in Lituania e Danimarca,
con la tenuta socialdemocratica in Svezia,
con un quasi-pareggio in Italia che fino a
qualche giorno fa sembrava dover essere una facile vittoria. Poca roba,
per una sinistra che aveva chiamato a raccolta tutte le sue anime, da
quella riformista a quella movimentista, per tentare di ribaltare la
maggioranza conservatrice uscita dalle urne europee nel 1999. Il sorpasso,
tanto annunciato, si è però rivelato essere il più classico dei bluff
mediatici. E i partiti popolari e conservatori europei hanno confermato, e
spesso consolidato, il successo ottenuto cinque anni fa.
Le buone
notizie, per il centrodestra europeo, sono numerose. E arrivano da ogni
latitudine. In Germania, gli exit-poll danno
per certa la vittoria dell'opposizione cristiano democratica Cdu-Csu e il
crollo disastroso del partito socialdemocratico del cancelliere Gerhard
Schroeder. Secondo i primi dati, la Cdu-Csu ha conquistato il 46,3% dei
voti (50 seggi), mentre la Spd è incredibilmente scesa al 22,9% (25
seggi). Trionfo dei conservatori di "Nuova Democrazia" anche in
Grecia: dopo il conteggio di un terzo dei
voti, il partito del premier Costas Karamanlis ha ottenuto il 44,6% delle
preferenze, pari a undici seggi, un balzo in avanti di quasi l'8% rispetto
al 1999. Molto staccato il Partito socialista Pasok, che si attesta
intorno al 33,9% dei voti. Secondo gli exit-poll, anche il
Slovenia la coalizione governativa di di
centrosinistra (liberaldemocratici e partito dei pensionati) avrebbe
raccolto soltanto il 22,3% dei voti, contro un sorprendente 22% di Nuova
Slovenia e del 17,5% del Partito democratico sloveno, che formano
l'alleanza di centro-destra.
Conservatori
sugli scudi anche in Ungheria, dove il Fidesz
si è imposto sui socialdemocratici: il partito dell'ex premier Victor
Orban ha ottenuto il 47,4% dei consensi contro il 37,3% raccolto dall'Mszp
dell'attuale primo ministro, Peter Medgyessy. Sinistra sconfitta anche in
Polonia, dove l'opposizione liberale
Piattaforma Civica" ha ottenuto il 28% dei voti. La formazione di governo,
SLD-UP, è invece precipitata al 10%, dietro anche al Sambroona del "super
euroscettico" Andrej Lepper, che si è attestato intorno al 17% dei
consensi. Vittoria dei conservatori anche in
Finlandia, dove il centrodestra ottiene 7 seggi contro i 5
dell'alleanza socialdemocratici-verdi. Con il 45,8% per cento, i Popolari
hanno vinto nella Repubblica Ceca, mentre i
socialisti si sono fermati al 12,5%, scavalcati anche dai comunisti
(20,8%). L'opposizione cristiano-democratica (17,22%) ha vinto anche in
Belgio, battendo il partito liberale guidato
dal primo ministro Guy Verhofstadt (13,66%). Clamorosa affermazione anche
del Vlaams Blok anti-europeista che con il 14,07% supera anche i
socialisti, fermi al 13,2%.
Chiudiamo con
due "pareggi", quelli di Austria e
Olanda, dove (come in Italia) i rapporti di
forze sono rimasti sostanzialmente immutati, e con un "caso speciale",
quello del Regno Unito, dove i Tories non
sono riusciti a bissare il successo ottenuto nelle elezioni amministrative
ai danni dei Laburisti di Tony Blair, soprattutto a causa dello
straordinario successo degli anti-europeisti del partito indipendentista britannico, lo UKIP,
che secondo un exit-poll di SkyNews avrebbe ottenuto circa il 20% dei
suffragi. Neanche quando la destra perde, la sinistra riesce a vincere.
13 giugno 2004
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Andrea Mancia, caporedattore di Ideazione, è il titolare del blog
The Right Nation
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