Brindisi, il riscatto riparte dalla globalizzazione
di Beatrice Mauri

Brindisi ha di fronte a sé una grande occasione: l’allargamento ad Est, nello specifico all’area balcanica, che potrà aprire una stagione di sviluppo, caratterizzata da elementi completamente nuovi rispetto alla tradizione. La città ha tutte le carte in regola per vincere questa sfida, se saprà superare alcune sue “debolezze”. Questa, in estrema sintesi, la tesi dell’europarlamentare Domenico Mennitti, presidente della Fondazione Ideazione che venerdì 12 marzo ha organizzato a Brindisi un dibattito dal titolo “Globalizzarsi per vincere, l’economia brindisina alla sfida dei mercati internazionali”, al quale hanno preso parte anche il viceministro al Commercio estero, Adolfo Urso, il presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto, e i rappresentanti delle categorie produttive: Luigi Giannini, presidente dell’Autorità Portuale, Marco Ferrarese della Confindustria, Teodoro Malcarne della Confcommercio e Adriano Abate della Confagricoltura.

“Dopo cinquant’anni di guerra fredda – ha spiegato Mennitti ad una platea ricca di imprenditori, politici e cittadini – per la prima volta il Sud ha degli interlocutori geopolitici: questo evento deriva dall’integrazione europea che crea nuove occasioni di scambi e restituisce un ruolo aperto al Mediterraneo”. In questa prospettiva Brindisi, grazie allo stato avanzato delle sue infrastrutture, soprattutto quelle che riguardano il sistema dei trasporti, può svolgere un ruolo importante per la posizione strategica che la rende interlocutrice dei Balcani. “Il nostro Est – sostiene Mennitti – sono i Balcani, rispetto ai quali possiamo avviare la terza fase delle nostre esportazioni: prima i lavoratori, poi i prodotti, ora modelli di organizzazione imprenditoriale, in particolare nel settore della piccola e media impresa”.

Secondo l’europarlamentare brindisino a livello comunitario è stabilito il principio della libera circolazione di beni e servizi nonché di capitali e persone. Se l’esito dei processi produttivi non può essere compartimentato da dogane e barriere tariffarie, allora è naturale che investimenti finanziari e personale qualificato vadano a concentrarsi, dal punto di vista territoriale, dove ci sono fattori che garantiscono la migliore remunerazione. “Brindisi – afferma Mennitti – ha alcuni punti di forza che debbono essere utilizzati e potenziati: innanzitutto le specializzazioni produttive (energia, chimica, impiantistica, aeronautica). Non è cosa ordinaria che su un territorio circoscritto ci siano tante imprese e tanti lavoratori che hanno know-how comune. Ciò agevola rapporti di cooperazione che possono rendere forte un sistema.” Poi il livello di infrastrutturazione, che è un vantaggio per tutte le imprese a prescindere dalla specializzazione produttiva. Inoltre: il sistema dei trasporti, la zona industriale che presenta ancora aree disponibili, la disponibilità di energia elettrica.
Ci sono anche punti di debolezza, fra i quali la cosiddetta “insidia burocratica”, che riguarda tutto il Paese e che bisogna affrontare come problema di valenza generale. Compito del Comune è quello di coordinare e migliorare le economie esterne e di potenziare il processo di internazionalizzazione delle imprese meridionali, e brindisine in particolare, perché gli scambi con gli altri paesi sono il nuovo fronte dello sviluppo.

Il viceministro Urso ha concluso i lavori illustrando il pacchetto sul made in Italy, contenuto nella manovra economica del governo, che sarà il fiore all’occhiello in un quadro di interventi volti a restituire competitività al Sistema Paese. “Punteremo su quelle che abbiamo chiamato le tre “i” – ha continuato il viceministro – Innovazione, infrastrutture e internazionalizzazione”. Il pacchetto si inquadra in uno sforzo di valorizzare e promuovere il made in Italy nel mondo, puntando sul prodotto di qualità che ormai, dalla moda all’arredo, dall’agroalimentare al settore meccanico, ci contraddistingue sui mercati globali. La prima misura sarà la creazione di un marchio d’origine, nel quadro delle norme europee, supportato da un piano straordinario di promozione triennale. Si cercherà di contrastare la concorrenza sleale, ha continuato Urso, attraverso l’istituzione di un Comitato nazionale di lotta alla contraffazione con la partecipazione delle categorie produttive e dei consumatori, che avranno a disposizione un fondo pubblico-privato per le cause internazionali e un ufficio di assistenza legale presso le sedi Ice e le ambasciate. E’ prevista anche la creazione di sportelli unici doganali per semplificare e controllare meglio le operazioni di importazione e esportazione.

Grande attenzione sarà data alla Cina, dove dall’aprile del 2004 all’aprile del 2005 l’Italia sarà presente con un programma di eventi promozionali, culturali, sportivi e istituzionali, volti a promuovere l’italianità.
Un altro aspetto significativo della Tecnotremonti per il made in Italy sono le disposizioni sulla defiscalizzazione degli investimenti in ricerca e innovazione e delle spese sostenute dalle imprese per la promozione del sistema fieristico internazionale e le risorse destinate alla internazionalizzazione delle imprese artigiane, l’anello più debole nei confronti della competizione mondiale. In tutto oltre 300 milioni di euro: uno sforzo straordinario per rilanciare i prodotti made in Italy sui mercati globali.

15 marzo 2004
 

 

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