Pannella, l'uomo scomodo della politica
di Barbara Mennitti
[12 feb 08]

Su questo sito, e anche altrove, siamo stati spesso critici con il vecchio leader del Partito Radicale. Soprattutto nell'ultimo periodo, perché non riusciamo più a condividerne non soltanto i fini, ma anche le strategie, le vie percorse, gli arroccamenti e i toni ormai debordanti. Ciò però non toglie e non toglierà mai che Marco Pannella sia stato un grande leader della politica italiana, un personaggio che è riuscito a far entrare nel dibattito di questo paese temi scomodi e difficili e che se non fosse stato per lui in molti campi l'Italia sarebbe ancora più indietro di quello che è. Da vero leader, Marco ha combattuto sempre in prima fila, buttandosi contro tutte le barricate, senza nascondersi e senza timore di apparire il più brutto fra i brutti, il più disgustoso fra i disgustosi, il più indesiderabile fra gli indesiderabili. Come deve fare un vero condottiero. E anche i suoi difetti, che non sono di certo ascrivibili a lui solo, sono quelli classici del leader. Quel non tollerare i figli troppo cresciuti o cresciuti troppo bene, che lo ha portato ad allontanare con dolore e ferocia tutti i potenziali concorrenti. Un copione che si è ripetuto con lacerante cadenza nella storia del Partito radicale e che alla lunga ha finito per emarginare le menti più brillanti per riconsegnarci un gruppo fatto di militanti con un unico leader. Appunto, Marco Pannella.


E' proprio perché siamo sicuri che nell'immenso panorama di mezze calzette politiche che ci troviamo a contemplare, Marco Pannella emergerà sempre di almeno un palmo, che troviamo offensive e meschine le manovre dei burocrati costituenti del Partito democratico tese ad umiliare il leader radicale. Diciamo che, storicamente, i radicali un posto nel Pd ce lo potrebbero anche avere e diciamo anche che spesso hanno condotto in prima persone battaglie che la pavida sinistra italiana non ha avuto il coraggio di combattere, salvo poi appropriarsi sfacciatamente dei risultati. Diciamo anche che, siccome la politica non si fa sulla carta, è perfettamente comprensibile che il Partito democratico non abbia nessuna voglia di caricarsi uno come Pannella, difficile da gestire e inviso alle preziosissime componenti cattoliche. Ma allora perché non dirlo e basta? Perché telefonare a Emma Bonino e invitarla a parlamentare "senza Pannella"? Perché offrire due posti "basta che non ci sia Pannella"? Perché offenderlo in questo modo, quando la vera cosa che si può rimproverare adesso al leader radicale è quella di essersi appiattito acriticamente sul governo Prodi? Come se il vero e unico problema del Partito radicale fosse Marco Pannella, o come se i radicali potessero essere qualcosa senza Marco Pannella.


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