Toh, anche la Germania può essere ingovernabile
dal nostro corrispondente Pierluigi Mennitti
[28 gen 08]

Berlino. La Germania corre ma la sua politica è in stallo. Lo conferma il voto in Assia di ieri. C’è chi ha vinto e chi ha perso, chi ha festeggiato magari un po’ troppo in anticipo e chi si è cosparso il capo di cenere. Ma alla fine, quando il risultato delle schede elettorali ha corretto di qualche punto percentuale quello degli exit poll, ciò che è emersa è una sensazione d’ingovernabilità. La piazza di Wiesbaden appare una landa disordinata, un luogo nel quale si sono consumate, in un’altalena di notizie ed emozioni, gioia, grida, pugni in aria, brindisi, lacrime, rimpianti e alla fine, quando tutto è davvero finito, quel che è rimasta è una distesa di bicchieri di plastica vuoti, di spazzatura da ripulire al più presto, in attesa che la politica sappia trovare soluzioni inedite a un’impasse tanto annunciata quanto esorcizzata.

Wiesbaden chiama Berlino. E dopo averle mandato segnali che volevano essere innovatori, in realtà attende di capire se la soluzione berlinese possa essere riprodotta sul piano locale. Grosse Koalition, il compromesso estremo dei tempi di crisi, in attesa che i partiti elaborino alleanze nuove e inedite per affrontare il problema di un parlamento (di parlamenti) destinati ad annoverare stabilmente cinque partiti. E’ la conseguenza dell’irruzione nella scena politica nazionale della Linke, la sinistra a sinistra dell’Spd che è ormai una realtà politica con la quale prima o poi bisognerà fare i conti, pena l’instabilità permanente. E’ l’irruzione dell’est che ha smesso di delegare le proprie angosce ai partiti di origine occidentale. E’ la vendetta dell’est, che ha saldato le proprie angosce alle delusioni massimaliste di Lafontaine, creando una forza politica nazionale che ha scombussolato il panorama politico generale. Nei mesi scorsi ha determinato lo scivolamento a sinistra dell’intero quadro politico (la svolta sociale di Kurt Beck è dovuta soprattutto alla concorrenza a sinistra), oggi pone con forza la questione delle alleanze su cui gli aspiranti leader dell’Spd si sono già misurati.

Per giorni in Assia si è giocata una partita che doveva influire sugli equilibri nazionali. Il dibattito televisivo fra Roland Koch, il presidente della Cdu uscente, alfiere della destra identitaria, e Andrea Ypsilanti, la dama della riscossa socialista dell’Spd, aveva incollato al teleschermo milioni di tedeschi di tutti i Länder. Mai un confronto regionale era stato tanto seguito. Si votava in Assia e in Bassa Sassonia dopo una lunga tregua elettorale e il confronto, soprattutto lì nel mezzo fra Wiesbaden e Francoforte, aveva assunto significati più vasti. E’ accaduto che la nazione s’è impossessata dell’Assia, scaricandole addosso tutta la sua crisi politica. Il giorno dopo di Wiesbaden non è molto diverso da quello di Berlino tre anni fa, quando Cdu e Spd contavano le perdite ma erano pronte a stringersi la mano.

Più a nord, in Bassa Sassonia, la politica vive ancora le sue certezze. Anche lì la Linke ha tracimato, quasi il 7 per cento, una forza che viene dal nulla e che non pare destinata a vivere una storia effimera come quella di altre formazioni estreme. Ma Cdu e liberali tengono, seppure per poco. C’è più ordine lì al nord, ma chissà fino a quando. A Berlino intanto i sonni si fanno inquieti. Angela Merkel non sarà contenta del crollo della Cdu in Assia (-12 per cento) anche se la sua linea politica è antitetica a quella di Roland Koch. Il suo profilo sociale stride con il volto feroce della destra identitaria, quella che scava nelle paure dell’elettorato per chiedere misure emergenziali. Eppure dovrà far fronte a una Spd ringalluzzita e forse arrabbiata per aver mancato d’un soffio la vittoria scacciacrisi in Assia. Soprattutto convinta che la nuova strategia di conflitto permanente con la Cancelliera funziona. Ma al di là delle questioni contingenti, per la politica è arrivato il momento di riflettere seriamente sui nuovi scenari che da qualche tempo rendono ingovernabile il paese. E ai quali bisognerà trovare soluzioni inedite giacché si è visto che la Grosse Koalition può essere solo un rimedio temporaneo.

 

 

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