Prodi e l'ultima volata dell'Alitalia
di Giuseppe Pennisi
[03 dic 07]

Il tormentone Alitalia pare giunto all’ultima volata. Il 1 dicembre 2006, Prodi annunciò la privatizzazione della compagnia promettendo un’asta. Quando il 29 gennaio venne pubblicato il bando ci si accorse che non si trattava di asta ma di ciò che in gergo viene chiamato un beauty contest, ossia una gara senza un capitolato dettagliato, con pochi paletti (italianità, difesa occupazione), per individuare con una serie di spogli successivi l’offerta maggiormente in linea con le idee (peraltro poco chiare) dell’appaltante. Della dozzina di pretendenti iniziali, in estate non ne era rimasto uno. Alitalia rischiava di diventare una zitella vergine e pure priva di contante. 

E’ stato allora chiamato Maurizio Prato per tentare un’altra strada: trattativa diretta con un numero limitato di potenziali acquirenti. Una mezza dozzina di soggetti hanno espresso interesse. Ora ne sono rimasti tre: Air France-Klm, Lufthansa, e Airone-IntesaSanPaolo. Ci sono aspetti nobili ma anche meno nobili in quello che potrebbe forse essere (ma nessuno ne è certo) il passaggio per giungere alla privatizzazione di Alitalia. Il punto chiave è se di questi tempi l’aeronautica commerciale può avere campioni nazionali o deve invece puntare su campioni europei e tendenzialmente campioni internazionali. I campioni nazionali hanno un olezzo di protezionismo. Quelli europei possono essere il veicolo verso le partnership globali che si profilano in un comparto sempre più competitivo e dove gli utili di impresa sono caratterizzati da forte volatilità (e la stessa regolamentazione è diventata internazionale).

Ci sono anche aspetti più terra terra. La cordata Air France-Kml è la sola che ha dati precisi sulla redditività per tratta. Nel piano Air France-Kml il traffico a lungo raggio verrebbe convogliato su Parigi, i cui aeroporti (Charles De Gaulles in primo luogo) diventerebbero il vero hub, a spese sia di Malpensa sia di Fiumicino. Lufthansa creerebbe invece un quadrilatero del Nord Italia, potenziando gli scali padani (Venezia, Bologna, Torino, Malpensa) ed i loro collegamenti con Monaco, Francoforte e Zurigo nonché concentrando a Fiumicino il traffico turistico verso il Mediterraneo e l’Africa. Entrambi i piani comportano un ridimensionamento degli organici, maggiore in quello tedesco che in quello franco-olandese. Una riduzione del personale è anche contemplata da Airone-Intesa SanPaolo, una cordata che pare abbia forti simpatie tanto in ambienti prodiani quanto della opposizione ma che non sarebbe in grado  di garantire rotte intercontinentali. Saranno gli elementi nobili o quelli meno nobili a prevalere in questo volata finale? La risposta sarà possibile presto e la dirà lunga sulla capacità del governo di fare politica industriale.

 


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