La Germania unita è maggiorenne
di Pierluigi Mennitti
[09 nov 07]

Berlino. E’ piaciuta molto la suggestione dello Spiegel che ha messo in piedi un numero speciale sui diciott’anni della caduta del Muro di Berlino: die Wende, la svolta, è diventata maggiorenne. Ci sono tornati un po’ tutti sopra. Da ultimo, uno dei quotidiani della capitale, il Tagesspiegel, proprio nell’edizione di oggi. Tutti sono andati a caccia di diciottenni per riportare impressioni e opinioni di chi è abituato da sempre a vivere senza il Muro. Ascoltando le loro voci, la Germania s’è scoperta davvero cresciuta. E’ la prima volta, dopo tante celebrazioni più o meno rituali, che il motivo di fondo non è quello del lamento o della recriminazione per le promesse mancate. Oggi prevale l’analisi di quello che è comunque cambiato. E non è poco.

La Germania si sta lentamente riconciliando con se stessa. La consapevolezza di un destino comune stempera le tensioni sempre presenti tra le due metà del paese. L’ovest appare meno arrogante con l’est e l’est comincia a prendersi anche qualche rivincita. A Berlino sono tutti orientali i quartieri di tendenza, un Drang nach Osten che sta spostando il baricentro della vita cittadina. Alla Cancelleria, per la prima volta, siede una donna che viene dall’est. E un partito di forte matrice orientale, la Linke, sta scompigliando il tradizionale e stabile sistema politico.

Le differenze rimangono e forse ci vorranno altri diciott’anni perché esse trovino un equilibrio almeno accettabile. Dalle regioni più povere del Brandeburgo e del Meclenburgo prosegue l’emorragia di cervelli: sono quasi tutti femminili, come certificano le indagini demografiche. Le donne sono più istruite, più intelligenti e piene di spirito d’iniziativa. Per cui fanno valigia e si spostano a ovest, in cerca di salari e qualità della vita migliori. A casa restano i maschi, pigri e tonti, a riempirsi la pancia di birra e la testa di frustrazioni. Sono le immagini frastagliate di una transizione in chiaroscuro. Ma nel complesso il paese è più omogeneo di qualche anno fa, l’economia cresce e la disoccupazione cala, le tensioni vengono attutite da un network sociale che non è stato smantellato.


Oggi il paese celebra dunque la sua vera data della riunificazione. Il 9 novembre è rimasto nei cuori di tutti, anche se poi la festa è durata poco. Solo la coincidenza con un altro 9 novembre, la notte dei cristalli del 1938, quando i nazisti spaccarono le vetrine dei negozi ebrei e bruciarono le sinagoghe, ha impedito che diventasse la data ufficiale della festa nazionale. Non è ancora l’unità che si sognava danzando come matti sul cornicione del Muro ma è almeno quella “comune divisione” che suggerisce l’idea di essere sulla buona strada.

 


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