Svezia, giovani liberali crescono
intervista di Domenico Naso
[29 ott 07]
Ventitre anni, bionda, bella e intraprendente. E’ il ritratto di Frida Metso, nata a Goteborg e studentessa di psicologia alla prestigiosa e rinomata università di Uppsala, dal 2006 presidente della Gioventù liberale svedese, organizzazione giovanile del Partito del popolo – I liberali, tornato al governo dopo dodici anni di dominio socialdemocratico. Frida è il ritratto perfetto dello stereotipo svedese: aperta, tollerante, liberale ma con giudizio, come si addice a qualcuno che nasce e vive in una delle nazioni più socialdemocratiche del mondo. Forse è per questo che Frida non riesce a “odiare” il welfare state e ha scelto come suo modello politico nientemeno che John Fitzgerald Kennedy. Ma non si pensi che sia una liberale annacquata. Tutt’altro. Orgogliosamente liberale e laica, Frida incarna alla perfezione la gioventù europea che non si piega al ribellismo a tutti i costi. Cambiamo il mondo, dunque, ma con senno e giudizio, senza dover necessariamente sfasciare le vetrine. L’abbiamo intervistata cercando di capire cosa si aspettano i giovani liberali svedesi dal governo di centrodestra di Reinfeldt, che ha interrotto un logoro e farraginoso strapotere socialdemocratico che aveva fatto della Svezia il baluardo dell’assistenzialismo di Stato.
Dopo tredici anni di socialdemocrazia, la Svezia ha cambiato direzione
politica. Le ultime elezioni hanno visto la vittoria di una giovane,
dinamica e liberale coalizione di centrodestra. In questo primo anno il
governo ha soddisfatto le vostre aspettative?
Sì, senza alcuna riserva. Il governo ha mantenuto gran parte delle sue
promesse e vi sono molti cambiamenti in corso. Naturalmente la nostra
organizzazione non ha approvato ogni singola decisione, ma siamo soddisfatti
di come procede l’operato del governo. In realtà abbiamo redatto un elenco
di tutte le promesse fatte dal governo prima delle elezioni e ora stiamo
controllando a che punto sono arrivati. Sembra che se la stiano cavando
bene!
Cosa significa essere liberale in un paese noto per il suo enorme welfare
state e per l’alto livello di tassazione? Come descriveresti il liberalismo
svedese?
Lo Stato sociale, costruito tramite il prelievo fiscale, è molto importante
per i liberali svedesi. Il partito socialdemocratico ha usato una parte
troppo consistente delle tasse per controllare le scelte dei cittadini, ed è
questo che stiamo cercando di combattere. Ma stiamo bene attenti a non
intaccare gli aspetti positivi dello Stato sociale tradizionale, cercando
piuttosto di renderlo più liberale e di introdurvi una maggiore libertà di
scelta. Lo Stato sociale dà sicurezza e la sicurezza è importante per la
libertà, ma lo Stato non deve modellare la vita delle persone. I diritti
individuali sono importantissimi in una società libera e sono anche
perfettamente compatibili con uno Stato sociale. Il partito
socialdemocratico usava il fisco come uno strumento di potere e di
controllo. Il nuovo governo si sta adoperando per cambiare questo stato di
cose.
Leader svedesi esclusi, quali sono i tuoi modelli politici internazionali?
Molti
personaggi hanno ispirato la mia vita e la mia carriera di giovane politico.
Fra questi vi sono personalità famose come JF Kennedy e anche leader europei
di oggi. Però voglio soffermarmi su un altro tipo di esperienza e di
passione che ha influenzato i miei valori in senso molto positivo, quella di
Chee Soon Juan, leader del partito democratico di opposizione di Singapore.
Per quanto riguarda i diritti civili, i cittadini svedesi, di destra o di
sinistra che siano, sono semrpe stati un passo avanti. In Italia, al
contrario, persino i vecchi liberali si oppongono a misure come il
matrimonio gay e la sperimentazione sulle cellule staminali. Cosa
suggeriresti ai liberali italiani?
Purtroppo non sono addentro al dibattito politico in corso in Italia su
questi temi, ma in genere in Svezia il dibattito verte sui diritti delle
donne, questioni di genere, ruoli di genere per uomini e donne e, in ultima
istanza, il superamento dei ruoli e la possibilità di potersi davvero
realizzare senza limitazioni. Anche l’amore è un elemento essenziale del
dibattito: nelle sue diverse forme (madre-figlio, fra amici, uomo-donna,
uomo-uomo). Alla fine abbiamo concluso che ogni tipo di amore è buono e deve
essere trattato allo stesso modo. Per convincere l’opinione pubblica i
giovani liberali svedesi organizzano delle performance in strada, nelle
quali, per esempio, due ragazze si sposano alla presenza dei genitori e cose
così. La nostra organizzazione ha affrontato seriamente anche la discussione
religiosa e sostiene, per esempio, che la Chiesa non debba essere costretta
a celebrare matrimoni contro la sua fede. Però lo Stato deve avere il potere
legale di unire le persone in matrimonio e, in fondo, il rituale religioso è
solo una bella cerimonia tradizionale.
Nonostante le sue istituzioni macchinose, per le nuove generazioni l’Unione
europea è stata un importante strumento di scambio culturale e di una
migliore comprensione reciproca. Che rapporto hanno i giovani svedesi con
l’Europa? Che futuro vedete per le istituzioni europee?
I giovani liberali svedesi credono con passione nell’Europa e nella
possibilità di un mondo globalizzato senza frontiere. Il ministro per l’Ue
svedese, Cecilia Malmström, è un membro del nostro partito e credo ancora
anche della nostra organizzazione, quindi abbiamo buoni rapporti in
Parlamento. Vorremmo che l’Unione europea si sviluppasse in una federazione.
La Svezia ha bisogno di uno scambio interculturale ancora più intenso con
l’Europa e il nostro atteggiamento a questo riguardo è molto positivo.
In Italia i giovani liberali non sono mai riusciti a organizzarsi
politicamente a causa delle divisioni tra centrosinistra e centrodestra.
Come vedi la politica italiana? Cosa ti piace di più e cosa meno del nostro
sistema politico e sociale?
Mi piace l’idea che molte opinioni si incontrino prima che si sia obbligati
a trovare un compromesso. Così è possibile valutare con chiarezza tutte le
opinioni. Penso che il dibattito politico italiano si porti dietro passione
e sentimenti, in senso letterale. E’ una cosa che può essere positiva o
negativa a seconda dei temi in discussione. Sicuramente la Chiesa dovrebbe
avere meno influenza, perché credo davvero che nella maggior parte dei casi
essa spinga i valori conservatori verso l’intolleranza. Mi preoccupa
l’eventualità che la voce dei liberali possa indebolirsi e risultare poco
chiara a causa della scarsa cooperazione. L’Italia è un grande paese con un
potenziale politico straordinario e spero davvero che i liberali diventino
più forti, perché so che rappresentano una vasta parte della popolazione
italiana.
Link
Partito del popolo - i Liberali
Gioventù liberale svedese
Il blog di Frida Metso
(c)
Ideazione.com (2006)
Home
Page
Rivista |
In
edicola |
Arretrati
| Editoriali
|
Feuilleton
| La biblioteca
di Babele | Ideazione
Daily
Emporion | Ultimo
numero | Arretrati
Fondazione |
Home
Page | Osservatorio
sul Mezzogiorno | Osservatorio
sull'Energia |
Convegni
|
Libri
Network |
Italiano
| Internazionale
Redazione |
Chi
siamo | Contatti
| Abbonamenti|
L'archivio
di Ideazione.com 2001-2006