Il vuoto del Pd nasconde il vuoto del governo
di Vittorio Mathieu
[24 ott 07]

Pare che per dilatare le bolle di sapone sia utile aggiungervi un po’ di zucchero. Per dilatare il vuoto del Partito Democratico è stato utile premettervi “elezione primarie”. In America le primarie, per quanto pittoresche, sono una cosa seria perché ne dipendono conseguenze importanti e il loro esito è imprevedibile. In Italia hanno chiamato “primarie” l’esatto opposto: un risultato scontato, artificiale, e nessuna novità. Perché tanto chiasso intorno a un vuoto? Per proteggere un vuoto diverso: il governo Prodi. Anche questo è una bolla di sapone, benché popolato da un numero di ministri e sottosegretari superiore a quello di qualsiasi governo dallo Statuto Albertino in poi; e benché soffocato da un programma di centinaia di punti. Nonostante questa densità di propositi e di personaggi la superficie della bolla di sapone, che si pretende iridescente, non ha dentro nulla, perché tutto ciò che potrebbe agire si paralizza da sé.

Apparentemente il vuoto governativo, visto che non agisce, non impaccia. Ma il vuoto governativo non può essere riconosciuto ufficialmente perché il governo è l’esecutivo per eccellenza, e un esecutivo non può ammettere di non eseguire nulla. Occorre allora che il suo vuoto sia occultato da un vuoto ancor più grande e cioè dal Pd. Far scoppiare il governo Prodi significherebbe andare a nuove elezioni, e il Pd permette a Prodi di non scoppiare appunto perché non ha nulla a che fare con lui. Restando sulla carta, non costa fatica pensare il Pd come il più numeroso partito italiano e può darsi che la legge elettorale premi appunto il partito più grande e non la maggiore coalizione. Così primarie accuratamente predisposte hanno fatto dilatare un partito che non c’è per salvare un governo che non c’è e che non ha dietro un partito bensì un insieme di gruppi, di associazioni, di sindacati, di parti sociali, di poteri forti. O anche debolissimi.

 


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