Tutti i numeri della nostra estate di fuoco
di Tiziana Lanza
[10 set 07]

L’hanno chiamata Isabò, una lupa di circa cinque mesi scampata a uno dei tanti incendi che hanno caratterizzato l’estate italiana. È stata ritrovata da una ragazza, Giovanna Pesce, nella strada provinciale che collega Petina a Polla nel cuore del parco nazionale del Cilento. La prima considerazione che verrebbe da fare è con quale diritto noi uomini mettiamo in pericolo la vita degli animali, privandoli del loro habitat naturale. Ma certamente poi pensando a quello che è successo questa estate in molte località italiane il discorso si amplia. In Sicìlia infatti questa estate gli incendi non hanno risparmiato neanche le persone. Ne sono morte tre nell’incendio divampato in un agriturismo a Patti alle porte di Messina. Nel palermitano invece gli incendi sono arrivati a lambire le case, in paesi quali San Martino delle Scale, vicino Monreale alle porte di Palermo.

A Cefalù, il 22 agosto scorso, mentre era in corso una mostra sulle Nuove Architetture volte a riqualificare questa splendida cittadina, affrancandola dallo smog delle tante auto, per ironia della sorte l’architetto Giuseppe di Nicola, organizzatore di quella mostra, è dovuto scappare a casa a fare il pompiere. Gli incendi, quasi tutti di origine colposa o dolosa hanno messo a dura prova la Protezione Civile e il Corpo Forestale dello Stato (Cfs), e le polemiche non hanno tardato a divampare né più e né meno degli incendi. La gente attraverso la televisione e i TG regionali lamentava i ritardi nei soccorsi. Probabilmente si devono trovare nuove soluzioni o potenziare i mezzi di intervento perché non si può permettere che continui a succedere quello che è successo durante questa estate rovente. Facciamo parlare i numeri. Questo dovrebbe bastare. Sono aumentati gli incendi nel nostro paese: nei primi otto mesi dell’anno si sono verificati 7.164 incendi boschivi che hanno percorso 112.740 ettari di terreno di cui 53.698 boscati e 59.042 non boscati. Nel 2006 gli incendi erano stati 4.270. In tutto sono 16 le persone che hanno perso la vita a causa degli incendi quest’anno. I dati sono del Cfs.

Ma andiamo ancora più nel dettaglio. La Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) stima che sono 400 gli animali tra mammiferi, uccelli e rettili morti per ogni ettaro di macchia mediterranea andata in fumo. E poiché dall’inizio dell’anno ne sono andati in cenere circa 40 mila ettari, la Coldiretti ha stimato che la perdita di fauna ammonta a 16 milioni di animali. La Coldiretti aggiunge che sono migliaia le varietà vegetali danneggiate come i boschi di querce, di faggio, di castagno, di cerro. Ne hanno fatto le spese anche i funghi, le erbe aromatiche. Il fuoco ha infatti colpito, secondo il Cfs, ben 19 mila ettari di aree protette ognuna delle quali ha una propria specificità. Sono inoltre stati arrecati danni diretti alle coltivazioni, con perdita anche di specialità alimentari tradizionali come oliveti, agrumeti, tartufi nero e zafferano. Ma sempre per rimanere in tema di numeri, quanto ci mette un ambiente boschivo a ripristinarsi? Per ripristinare la diversità tipica di un bosco maturo ci vogliono almeno 25-30 anni. E non soltanto. Ogni ettaro di foresta che va in fumo libera fino a 14 tonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera. E pensare che ogni ettaro di foresta è in grado di sottrarre all’atmosfera ogni anno fino a quattro tonnellate di anidride carbonica, che, in caso di incendio, vengono nuovamente rilasciati nell’aria.

Se questi numeri bastano allora il pensiero è quello su come impedire che questo scempio continui. Certo appiccare un fuoco è davvero semplice. Lo si può fare spesso senza essere visti. La natura degli incendi, come ha valutato lo stesso Cfs, risulta essere per il 92 per cento di natura colposa e l’otto per cento di natura dolosa. Il dolo è stato riscontrato al sud palesemente nei due pastori che hanno appiccato l’incendio vicino all’agriturismo di Patti per guadagnare terreno ai propri pascoli. I due pastori sono stati arrestati subito dopo. Ma l’altro 92 per cento sarebbe dovuto alla negligenza, all’imprudenza dell’uomo. Per fare un classico esempio, il mozzicone di sigaretta acceso gettato dal finestrino di un auto in corsa. Cosa dire a queste persone se non ricordargli che siamo dei miracolati? A cosa ci riferiamo? E’ da tempo che gli scienziati vanno a caccia di pianeti simili alla Terra. In nessun altro luogo dell’universo, a nostra conoscenza, è stata trovata  vita. È unico il nostro pianeta. La Terra è la nostra unica benefattrice. Non dimentichiamocelo mai.


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