Non sparate sugli squali
di Vittorio Mathieu
[25 apr 07]


Tra le molte specie di cui gli ambientalisti temono l’estinzione a causa del comportamento dell’uomo, le più preziose pare che siano quelle degli squali. L’uomo dà ad essi una caccia spietata, sia per cibarsi delle loro carni e per curarsi con l’olio del loro fegato, sia per la credenza popolare che gli squali siano dannosi. Anzi, essi sono tra gli animali più utili al pianeta. E’ vero che alcune specie assalgono l’uomo, ma lo fanno solo se provocate. In compenso gli squali si sono meritati il titolo di “spazzini dei mari” per la loro accuratezza nell’ingollare ogni genere di sostanze, in particolare al seguito delle navi da carico. Queste, nonostante le campagne degli ambientalisti, lasciano ancora spesso cadere in mare oggetti non biodegradabili, come sacchi di plastica, che vengono trovati intatti nello stomaco degli squali. Contro una superstizione medievale, è stato riconosciuto che la maggior parte delle specie di squalo ingoia intatte le prede: i denti servono solo per afferrarle. Basta, per accertarsene, consultare l’enciclopedia Larousse, la cui impostazione neoilluministica è garanzia di obiettività. Per questo nello stomaco degli squali si trovano a volte corpi di altri animali, marini o terrestri, anche grandi, praticamente intatti benché defunti. 
 

Alcune specie di squalo vivono nel Mediterraneo, ma raramente in conflitto con l’uomo perché nessuna di esse oltrepassa i limiti di balneazione segnalati da apposite boe. Sono per contro i turisti, dotati di imbarcazioni a motore sempre più inquinanti, quelli che escono in mare aperto dove gli squali hanno il loro habitat. Si pensi al golfo di Portofino. Nel periodo della procreazione gli squali si avvicinano alla costa per sgravarsi dei piccoli, ma ben raramente entrano nel golfo. I motoscafi, per contro, escono in mare aperto, gettano l’ancora, e i bagnanti prendono a nuotare intimorendo le femmine venute a partorire. Queste sono impressionate soprattutto dalle bagnanti in bikini. E’ vero che, se non provocata, è rarissimo che una bagnante in bikini assalga uno squalo: ma questo i pesci non lo sanno e quello che sarebbe un parto naturale rischia di trasformarsi in aborto. Del resto il termine con cui vengono comunemente chiamati gli squali, “pescicani”, mostra il disprezzo per la natura di chi non ha sensibilità per l’ambiente: quasi che, anziché animali benefici, gli squali fossero simili a speculatori o arricchiti di guerra. 
 

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