Lezione di francese
di Pierluigi Mennitti
[23 apr 07]

Questa volta, in Francia, i sondaggi ci hanno azzeccato, con l'eccezione del risultato dell'estrema destra di Jean-Marie Le Pen (10 e mezzo per cento, una delusione). Per il resto, Nicolas Sarkozy e Ségolène Royal al ballottaggio, il primo con il 31 per cento, la seconda con il 25,6. Robusto anche il bottino del centrista François Bayrou, che non riesce a compiere il miracolo di giocarsi la finale ma raccoglie il 18,5 per cento (cinque anni fa si era fermato al 6). Insignificanti i consensi raccolti dagli altri candidati: l'unica cosa da registrare è il crollo dell'estrema sinistra nelle sue diverse varianti comuniste, ambientaliste e no global. Interessante, invece la geografia del voto, riportata nella cartina d'apertura pubblicata da Le Monde (fonte ministero degli Interni).

E così lo scontro sarà quello previsto, tra il candidato di rottura Sarkozy e la dama del rinfrancato partito socialista Royal. Una campagna elettorale bellissima, che ora entra nella sua fase finale e decisiva, ha coinvolto l'elettorato francese come non accadeva da anni: la percentuale finale dei votanti ha superato l'80 per cento. Discorsi pacati e appassionati, quelli dei due leader rimasti in campo, che si affronteranno direttamente nel faccia a faccia televisivo il 2 maggio, a quattro giorni dal voto di ballottaggio. Bayrou sarà probabilmente decisivo. Per il momento non si esprime, vuol consultare i suoi, annuncia per mercoledì pomeriggio una conferenza stampa, fa trapelare l'indiscrezione che potrebbe attendere il faccia a faccia per dichiarare il suo appoggio. La tira per le lunghe, facendo pesare sul piatto della bilancia il suo eventuale appoggio. Si vedrà se il suo endorsement sarà davvero decisivo, se ha davvero creato un robusto partito centrista o se si è trattato soltanto di un voto d'opinione, pronto a migrare senza indicazioni di partito verso uno o l'altro dei due candidati alla presidenza.

A destra Sarkozy ha riassorbito l'anomalia Le Pen, offrendo a un elettorato inquieto un'alternativa democratica e repubblicana alla risposta xenofoba e nazionalista incarnata dal Front National. Parte con un vantaggio rilevante, ha capacità politica e ideale, ha imposto sinora i temi del confronto, mostra già una certa caratura presidenziale: nei sondaggi è favorito. A sinistra la signora Royal ha restituito charme e appeal a un partito socialista che ha così riassorbito lo shock del 2002, quando restò escluso dal ballottaggio: adesso può sognare la vittoria e proporre alla Francia la sua prospettiva sociale e la novità di una donna presidente. La partita si gioca al centro: l'elettore da convincere è quello che ha votato Bayrou. Progetto contro progetto, idea contro idea, questo ha promesso Sarkozy nelle due settimane di ballottaggio, invitando il suo avversario a uno scontro leale e rispettoso. Due programmi differenti per due idee di Francia, che probabilmente nei prossimi quattordici giorni tenderanno più a convergere verso il centro. Così la Francia, che ha vissuto fino in fondo il suo declino politico, ha saputo riemergere e oggi ci affascina con una campagna presidenziale innovativa e appassionante e con due leader cinquantenni che guardano al futuro.

 

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