I radicali in marcia contro la pena di morte
di Stefano Caliciuri
[05 apr 07]

“Da quando l’abbiamo pensata a quando si marcerà saranno trascorsi sette giorni. Il fattore-tempo in politica troppo spesso è usato come scusa: questa volta noi abbiamo dimostrato che con la volontà tutto diventa possibile”. Parole di Elisabetta Zamparutti, tesoriere dell’associazione Nessuno Tocchi Caino, a tre giorni dalla marcia per la moratoria delle esecuzione capitali che il giorno di Pasqua, partendo dal Campidoglio (ritrovo ore 9,30) e passando per il Quirinale, arriverà a San Pietro in concomitanza con l’Angelus papale. Alla manifestazione, patrocinata da Comune di Roma e Anci, hanno già aderito diverse personalità della politica e dello spettacolo: dal ministro proponente l’iniziativa Emma Bonino all’attore Giorgio Albertazzi, dal giornalista Pierluigi Diaco al sindaco di Roma Walter Veltroni che, a testimonianza del coinvolgimento, ha disposto l’accensione notturna del Colosseo a partire dalla mezzanotte di sabato prossimo.

Secondo fonti molto vicine alla Farnesina, proprio in queste ore il premier Romano Prodi e il ministro per gli affari esteri Massimo D’Alema, con l’ausilio di uno staff di consiglieri diplomatici, starebbero provvedendo a disporre un testo risolutivo da presentare in sede Onu, proprio come richiesto dagli organizzatori della manifestazione: l’obiettivo è di riuscire a redigere un testo in grado di mettere d’accordo sin da subito tutti i delegati al Palazzo di Vetro, evitando cioè di ripetere quanto già accaduto nel 1994, quando cioè per soli otto voti, alcuni anche europei, la risoluzione italiana di moratoria non ebbe esito favorevole. Un compito che questa volta risulta però facilitato perché si deve tenere conto del parere favorevole già espresso dal Parlamento europeo lo scorso 1 febbraio, quando a larghissima maggioranza ha approvato una risoluzione attraverso cui si sosteneva “immediatamente e senza condizioni” l’applicazione di una moratoria universale delle esecuzioni capitali in vista dell’abolizione della pena di morte, sostenendo “fermamente l’iniziativa della Camera dei Deputati e del governo italiani”.

Per avere la certezza dell’approvazione bisogna superare le resistenze della Gran Bretagna, per molti aspetti su questo versante troppo filo-americana; Olanda e Danimarca invece non si sono ancora espresse con chiarezza: nonostante la loro tradizione progressista ed abolizionista non vedono di buon occhio l’appoggio alla proposta italiana. Il timore è quello di dare all’Italia una visibilità eccessiva che metta in ombra i paesi nordici.

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