Esito
elettorale a sorpresa in Austria. Il Partito popolare del cancelliere Schüssel
è stato battuto al fotofinish dai socialdemocratici guidati da Alfred
Gusenbauer. La risicata vittoria della sinistra austriaca pone però
un serio problema di governabilità a Vienna. La strada percorribile
sembra quella della Grosse Koalition sul modello tedesco, con un governo
di “laghe intese” rosso-nero-verde guidato dal leader dei socialdemocratici.
E’ al raggiungimento di questo obiettivo che mirano gli incontri che
i leader politici austriaci stanno tenendo in questi giorni con il presidente
della Repubblica Heinz Fischer. Le elezioni austriache hanno rivelato un
quadro politico molto frastagliato e difficile da gestire. Se da un lato,
infatti, socialdemocratici e popolari si sono spartiti il 70 per cento dei
consensi, dall’altro c’è un 30 per cento di austriaci
che hanno scelto partiti di diversa ispirazione e certamente più
“agguerriti” nelle loro battaglie politiche. E’ il caso,
ad esempio, dell’Fpö, l’ex partito di Jorg Haider che pur
privo del suo vecchio leader ha saputo portare a casa un dignitosissimo
11,2 per cento. Proprio l’ex governatore della Carinzia, invece, è
lo sconfitto eccellente di questa tornata elettorale: se da un lato il suo
nuovo partito ha superato la soglia di sbarramento del 4 per cento riuscendo
ad entrare in Parlamento, dall’altro ci si aspettava certamente di
più da un personaggio discusso e discutibile ma pur sempre ricco
di appeal, che negli anni scorsi aveva saputo leggere nei desideri e nelle
aspirazioni degli austriaci.
A
sinistra, invece, sono stati i Verdi a sorprendere tutti con un 10,5 per
cento che quasi sicuramente permetterà loro di far parte di una eventuale
Grosse Koalition. Ma un governo di larghe intese sul modello tedesco potrebbe
garantire la governabilità? La risposta sembra essere negativa, soprattutto
se consideriamo l’inerzia che sembra attanagliare l’esecutivo
guidato da Angela Merkel. Due forze politiche antitetiche che da decenni
si contendono, a suon di differenze ideologiche, la guida del paese come
possono collaborare, seppure per un breve periodo di deficit di governabilità,
alla creazione di un esecutivo che non sia solo di facciata e sappia anche
portare a termine riforme importanti? E’ una domanda dall’esito
tutt’altro che scontato, se è vero come è vero che persino
in Italia, nazione in cui sicuramente sono ancora più evidenti le
posizioni politiche dei due schieramenti, si continua ancora oggi a parlare
di “larghe intese” e Grosse Koalition in salsa italica. In Austria,
tuttavia, sembra che non ci sia altra via d’uscita. E’ impensabile
un governo di centrodestra che unisca popolari, Fpö e Bzö, il
nuovo partito di Haider.
Le
fratture tra il tandem Haider-Schuessel e l’Fpo sono ormai insanabili
e il rinato estremismo di quest’ultimo ha segnato un confine assolutamente
invalicabile tra il centrodestra moderato e le ideologie xenofobe di estrema
destra. Dall’altro lato non è matematicamente possibile un
governo di sinistra poiché socialdemocratici e verdi non hanno i
numeri per governare da soli e devono fare i conti con i popolari. Quadro
non certo semplice quello austriaco e la strada della Grosse Koalition,
pur con tutte le sue incognite, sembra l’unica che possa portare ad
un minimo di stabilità. I socialdemocratici potrebbero tornare alla
guida del paese dopo 6 anni di opposizione ma mai come questa volta la loro
leadership sarebbe “a mezzo servizio”, stretta negli angusti
spazi di quella che sembra ormai una moda tutta europea, quella delle larghe
intese.
(c)
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