L'educazione tra libertà e responsabilità
Fondazione
[18 sett 06]

In occasione della ripresa dell'anno scolastico, La Fondazione Ideazione ha organizzato una Tavola Rotonda per rilanciare la discussione sul problema educativo. All'incontro, che si è tenuto il 15 settembre, hanno partecipato Valentina Aprea, segretario di Presidenza della Camera dei Deputati e membro della Commissione Cultura, Vincenzo Silvano, presidente della Federazione Opere Educative, Giovanni Cominelli, responsabile politiche educative della Compagnia delle Opere, e Giuseppe Bertagna, direttore del Dipartimento di Scienze della Persona dell’Università degli Studi di Bergamo.

Politici, pedagoghi, accademici e formatori si sono interrogati a partire da un quesito basilare: a chi spetta l’educazione? Nei "Pensieri sull'educazione", pubblicati nel 1693, John Locke trasmetteva tutta la propria preoccupazione per il fatto che un simile compito, nell'Inghilterra dell'epoca, venisse non di rado affidato da padri e madri a nutrici superstiziose o a precettori colti, ma privi di senso morale e di virtù civili e sociali.

Dalla formazione casalinga a quella statale e di massa, alla riscoperta dell’importanza del ruolo genitoriale per una crescita armoniosa della persona, il problema educativo si è evoluto; con i cambiamenti della struttura familiare e le riforme degli ordinamenti scolastici degli ultimi decenni la questione sembra tutt’altro che risolta. L’impostazione da tenere nell’azione educativa e lo stesso limite tra l'ambito privato e quello pubblico diventano particolarmente controversi quando non si tratta più di alfabetizzazione di base, ma della trasmissione di valori etici e religiosi.

Le famiglie invocano al proposito la libertà di scelta sull’educazione dei figli: da un lato, a questa esigenza fa eco la libertà di insegnamento auspicata dagli educatori cattolici, che rivendicano la possibilità e la capacità di fornire un servizio educativo pubblico, e insieme foriero di principi non altrettanto garantiti dall'istruzione statale. Dall'altro, la presenza sempre crescente nel nostro paese di comunità religiose non cattoliche, i casi di istruzione negata in nome di una tradizione differente, il fiorire di scuole non riconosciute - in cui l'insegnamento religioso rischia di sconfinare nel fanatismo - pongono un nuovo ordine di problemi e obbligano a riconsiderare il rapporto tra libertà e responsabilità e il ruolo della famiglia, della società e dello Stato nell'educazione. Il testo del fecondo dibattito che si è sviluppato sarà pubblicato sul prossimo numero di "Ideazione", in uscita a Novembre 2006.

(c) Ideazione.com (2006)
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