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Fisco flessibile e banche, l'altra sfida del Sud
di Vincenzo Rutigliano

Competere rispettando le leggi del mercato e guai al "leghismo al contrario" che punta solo a nuove risorse senza qualità della spesa. Insomma, "un'altra idea del Mezzogiorno", che non chiede solo un euro in più o in meno, ma che s'interroga - osserva il governatore pugliese Raffaele Fitto parlando al convegno della Fondazione Ideazione sull'altra faccia del sud - sulla qualità della spesa,che tenta di superare l'eccessiva frammentazione decisionale e che scopre di non avere una grande opera infrastrutturale da almeno 15 anni". L'altra idea sullo sviluppo del Sud è fare allora progetti e, su questi, chiedere risorse, lanciando "una grande offensiva culturale che restituisca alla questione meridionale una sede di confronto e di elaborazione concreta", come chiede Domenico Mennitti, presidente della Fondazione Ideazione, che ha costituito un deficit di analisi, deficit di attori per lo sviluppo: a cominciare dagli intermediari finanziari.

"Il mercato finanziario è asfittico - dice ancora Mennitti - l'imprenditore del Sud non ha più interlocutori bancari". Serve un radicale ripensamento delle politiche per il sud, che dovrebbero affidarsi ad incentivi automatici e fondati su strumenti fiscali e previdenziali per gli investimenti delle imprese: "Sarebbe l'unico modo - dice ancora Mennitti - per consentire alle aziende di reggere la sfida dell'allargamento Ue". La leva fiscale può fare la differenza. Altrove, in Galles o in Irlanda, è stato uno strumento vincente e "anche nel Sud d'Italia - osserva Ubaldo Rivolsi, presidente e AD della Rivolsi & Partners - può attrarre nuovi investimenti che, però, poi occorre rendere permanenti, radicandoli". Purchè si agisca anche sulla riforma della Pubblica Amministrazione e sul recupero del gap infrastrutturale che isola il Sud e lo emargina dall'Europa".

(da Il Sole 24 Ore del 26 ottobre 2002)