Il paese dei lavori socialmente inutili
di Vittorio Mathieu
[29 mag 07]


L’Italia è fondata sul lavoro: sull’alleanza tra lavori utili privatamente e lavori socialmente inutili. Esempio elementare, la ripulitura delle facciate. Una città in cui quasi tutte le facciate siano deterse dalla polvere scura che il tempo vi deposita fa un buon effetto sui forestieri e tiene allegri i locali. Questi vantaggi, però, non sono tali da indurre a trascurare altre necessità: in primo luogo la circolazione per le strade. Roma è la più bella città del mondo (nonostante tutto), ma è già di per sé poco adatta alla circolazione. I papi vi aprirono grandi direttrici segnalate da obelischi (via Giulia, via Sistina, ecc), ma avrebbero distrutto quanto c’era di bello se avessero osato di più.  

I piemontesi, dopo il Settanta, non ebbero scrupoli: ne fecero di cotte e di crude ma si concentrarono soprattutto su due obbrobri: l’altare della Patria (sarebbe sopportabile se si togliesse il colonnato) e il Palazzaccio (per il quale si può solo sperare in una voragine). Il fascismo in fatto di opere pubbliche commise pochi delitti e molti opere buone. Diresse verso il mare l’aspirazione al grandioso. Oggi, al contrario, le strade di Roma sono invase da lavori inutili: non per eliminare le voragini nel selciato, ma per ripulire le facciate. Enormi schermi panoramici ricoprono i tralicci e in basso, da entrambi i lati, c’è’ un avviso: “ Pedoni sul lato opposto”. 

Nel Quarantacinque, vidi per la prima volta Parigi: aveva le facciate tutte annerite, ma era la città in cui si viveva meglio al mondo. Solo con de Gaulle si cominciò a ripulire, senza però impedire la circolazione, favorita a suo tempo dagli sventramenti di Haussmann e dalla metropolitana. In Roma, oggi, non si bada a spese. Perfino palazzo Massimo, che era rimasto come era dal tempo dei bombardamenti, è stato ripulito. Ciò è dovuto a una convergenza di interessi: i proprietari ricevono un indennizzo per far pulire, il Comune dà lavoro ad operai che rimarrebbero disoccupati, gli imprenditori, versano ai funzionari una parte del denaro pubblico a titolo di “tangenti” (un tempo a Milano si diceva “provvigioni”). Quando vedono riscoprire una facciata i cittadini traggono un sospiro di sollievo , ma per questo ci vuole molto tempo. I lavori fatti in fretta costano molto e il denaro, specialmente il denaro pubblico, va risparmiato. 

(c) Ideazione.com (2006)
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