Pendolari, a chi spetta pagare il trasporto?
di Vittorio Mathieu
[26 giu 07]


Abitare sul luogo di lavoro ha permesso ai contadini del Nord Italia di riscattarsi attraverso qualche secolo. Nel Meridione la situazione era l’opposta, e ha conservato il latifondo, la mafia, la fuga dei proprietari. Fra gli artigiani un tempo il problema non si poneva nelle piccole città. Napoli e Milano cominciarono a sollevarlo diventando megalopoli. Il fordismo e le economie di scala hanno reso inevitabile il problema dei pendolari, perché è impossibile concentrare la produzione dove è concentrata la popolazione e viceversa. Di qui le megalopoli e il gangsterismo.

Le metropolitane – cioè lo sfruttamento di tre dimensioni per spostarsi anziché di due – risolvono il problema dei pendolari in qualche regione come la “regione parigina”; e il Giappone è diventato, al solito, il primo della classe moltiplicando le ferrovie. In Italia, per contro, l’amore per l’auto, incoraggiato dalla Fiat, ha prodotto il caos, fino a bloccare per sei ore, il 25 giugno, treni a media e lunga percorrenza alla stazione di Roma Tiburtina.

I pendolari non vogliono pagare per intero il prezzo del trasporto. Se i contratti di lavoro non fossero inevitabilmente ottusi perché collegiali, il trasporto potrebbe essere pagato dall’azienda quando ne valga la pena (non quando sia più facile offrire a chi serve un alloggio in loco, come ai direttori di banca). In Germania ragioni professionali dividono spesso mogli e mariti in luoghi distanti: anni fa, per quel che so, lo Stato permetteva di detrarre i costi di trasporto, anche in automobile, una volta alla settimana.

Una soluzione futuristica sarà rendere tutto il lavoro a domicilio, come quello degli scrittori. (Arnaldo Cipolla era celebre per la sua capacità di scrivere reportage dalla sua villetta alla periferia di Torino; di dove, del resto, Emilio Salgari aveva descritto buona parte dell’Oceano Indiano). Ma per ora il lavoro non è ancora del tutto “virtuale”. Ci pensino dunque i lavoratori, prima di scegliere un lavoro, e imparino più di un mestiere per trovare facilmente chi li assuma e li risarcisca del costo di trasporto, anziché diffondere la prepotenza di pochi a danno di tutti.

(c) Ideazione.com (2006)
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