La parabola del terrorista prodigo
di Vittorio Mathieu
[25 giu 07]


Sdegno per i cortei che inneggiano al terrorismo italiano e straniero: sono associazioni per delinquere finalizzate all’apologia di reato. E se, però, quei cortei fossero premonitori? Si tenga presente che del terrorismo si occupano anche Amnesty e l’Accademia svedese delle Scienze: non certo per cercare di stroncarlo, ma per accoglierlo come il figliuol prodigo. Nessun dubbio che al-Fatah fosse un’organizzazione terroristica e Arafat la guidasse pienamente convinto. Nell’arrembaggio all’Achille Lauro ci rimise la vita un passeggero minato nel fisico, mentre Arafat andava raccogliendo qua e là somme enormi, da lasciare in eredità alla vedova, secondo un concetto borghese della proprietà. Ciononostante Craxi difese gli assalitori dell’Achille Lauro, a costo di inimicarsi gli americani. Poi ad Arafat fu assegnato il premio Nobel per la pace perché trattò con Israele ottenendo tutto ciò che voleva, salvo la cancellazione di Israele medesimo.

Oggi al-Fatah è il baluardo dell’antiterrorismo e a questo titolo gli si allargano i cordoni della borsa, che prima gli si allargavano per la ragione opposta. Hamas, nemica di al-Fatah, per ora è in strettezze: ma deve avere la pazienza di aspettare, continuando a sopprimere un numero sufficiente di donne e di bambini, verrà anche il suo turno per incassare. Mandela, ex presidente della Repubblica sudafricana, è stato a lungo in prigione come mandante di omicidi: anche a lui un premio Nobel per la pace non poteva mancare. Poi verrà il turno di Mobutu, che ha avuto il merito di ribattezzare come Zimbabwe la Rhodesia del Nord, e dove dimostra il principio etico che il furto non paga: infatti quanto più ruba tanto più lo Zimbabwe si impoverisce.

L’usurpazione del potere è sempre stata la fonte di un potere legittimo. Raramente la sovranità su un territorio è stata pagata in contanti: di solito la si acquista sopprimendo fisicamente coloro che la detenevano prima. Una volta assunto il potere, l’usurpatore diviene a sua volta un sovrano. Napoleone si era seduto per un momento su un trono imperiale e, sloggiato da quello, ricevette il regno dell’isola d’Elba. Non si vede, però, perché l’Europa debba darsi tanto da fare nel sostenere aspiranti usurpatori che non sono Napoleone.

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