Per eleggere
il Presidente degli Usa c’è una procedura complicata, che assegna un
peso specifico a ciascuno Stato. Funziona perché la scelta, in
pratica, è un aut aut: per quanto forniti di denaro gli outsider
hanno poche probabilità. Tra noi qualcuno si illude di avvicinare la
popolazione al Palazzo istituendo anche qui elezioni primarie, per
scegliere non il vincitore ma i candidati. Anzi, risalendo ancor più
a monte, per eleggere il rappresentante di un partito che non c’è
ancora. A sinistra si spera che questo pre embrione elettorale sia
adottato anche a destra: ma qui c’è già un partito preponderante ed
è difficile che si dia ascolto.
L’importanza delle elezioni è sempre stata sottolineata dalle sinistre non democratiche: in pratica dai comunisti, a cominciare dall’Urss e paesi satelliti. Perché l’elezione non sia una farsa devono esserci almeno due candidati che abbiano qualche possibilità. Ma perché l’esito sia significativo la maggioranza del vincitore deve essere schiacciante o, come si suol dire, bulgara. Congiunte tra loro le due esigenze sono appunto ciò che fa delle elezioni primarie una farsa. Nei paesi comunisti tutti o quasi stavano al gioco, e non occorreva neppure ricorrere all’intimidazione o allo spionaggio. Gli elettori si dividevano spontaneamente secondo le percentuali desiderate. Nei paesi di tradizione bene o male democratica, al contrario, ci si arrabatta per predisporre una riuscita delle primarie al tempo stesso bulgara e significativa.
Allo scopo occorre trovare candidati tutti verosimili e tutti al tempo stesso altrettanto inverosimili, come Prodi o la Bindi. Ad essi si affiancano portatori d’acqua per uno solo dei due. Qualche outsider spera che gli altri si brucino e che i portatori d’acqua non spengano l’incendio. I costi potrebbero trasformarsi in profitti per il partito se ciascun votante alle primarie versasse un euro. E se l’elezione fosse seria potrebbe convenire; così com’è, è solo un finanziamento al partito a scatola chiusa. Io mi auguro che a destra e al centro si trovino altre forme di finanziamento. La democrazia ha un costo, ma questo costo è giustificato solo se la competizione elettorale, primaria o non primaria, è una cosa seria.
(c)
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