Il futuro socialista dell'Europa
di Vittorio Mathieu
[21 mag 07]


Negli archivi del Politburo non riuscirei a mettere il naso, quindi non sono in grado di dire se i colloqui tra Gorbaciov e varie personalità europee (da Jaruzelski a Natta, a Brandt, a Mitterand, a Gonzalez, ecc.) siano o no autentici. Ma la conclusione che ne trae Vladimir Bukovskij, con l’ausilio del giovane Pavel Stroilov (recentemente anglicizzato) regge, anche se ci si limita a guardare ai fatti: l’Unione europea si presenta esattamente come se fosse stata progettata a espandere l’Urss su tutto il continente. Di qui il titolo del libro edito da Spirali, che premette una E all’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche Eurss. Gorbaciov ha avuto verso la Russia un merito imperituro: rendersi conto che il sistema stava per implodere (o, forse, era già imploso) e salvarlo estendendolo a tutta l’Europa. Questa era stata progettata dopo il ’45, per uno scopo tutto diverso, per non dire contrario al comunismo; ma il comunismo ha sempre saputo trarre vantaggio dai propri nemici.

Il comunismo al potere in un solo paese, difeso da Stalin, aveva retto fino agli anni ’70, ma era chiaro che non poteva far fronte alle spese militari che richiedeva. Era dunque un tornare alle origini la pretesa planetaria di espandere quanto meno il “socialismo reale” in un sistema di vita universale. E il metodo era stato già formulato dall’unanimismo propagandato da Stalin sotto il simbolo della colomba della pace. Quanto alla previsione che il capitalismo avrebbe pagato esso stesso la corda con cui impiccarsi, era già stata formulata fin dalle origini. Nel 1987 era impossibile includere in questa attività suicida gli Stati Uniti, e probabilmente lo è ancora oggi. Ma l’Unione euro-socialista di Delors era a buon punto e bastava stendere la mano per raccogliere il frutto maturo. In Francia, Olanda, Danimarca i democratici oppongono tuttora una forte resistenza al progetto di costituzione europea; ma delle contrapposizioni democratiche tipiche dell’Occidente i comunisti si sono sempre fatti beffe, intendendo per democrazia autentica l’assolutismo di una ristretta casta gerontocratica. Quale è, appunto, la Commissione europea. C’è anche un Parlamento elettivo, ma destinato a dibattere questioni non decisive come le dimensioni da imporre ai cocomeri o la forma delle banane.

Il libro di Bukovskij e Stroilov non avrà vita facile. L’editore italiano lo va presentando in molte città, ma il pubblico che viene a queste presentazioni è già qualificato. A una discussione più ampia, attraverso mezzi di comunicazione di massa, si oppongono molti interessi politici ed economici. Non sarà facile ottenere un successo di scandalo. La materia di discussione non mancherebbe. La denuncia che il libro fa della situazione europea, si può obiettare, è di parte. Ma ricevere apertamente obiezioni del genere sarebbe già un successo, ed è prevedibile che si farà di tutto per passare, al contrario, la denuncia sotto silenzio. E per mantenere l’Europa in una condizione obbrobriosa.

EURSS. Unione europea delle Repubbliche Socialiste Sovietiche
Autori Vladimir Bukovskij Pavel Stroilov   
Pagine 156
Prezzo euro 20,00
Collana Saggistica
Spirali Edizioni

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