I paradossi delle politiche delle quote
di Vittorio Mathieu
[01 giu 07]


C’è una sproporzione spaventosa tra il numero dei parlamentari dei due sessi, e neppure i maschilisti riescono a trovarvi una causa ragionevole. Per questo qualcuno invoca quote riservate alle donne: 50 per cento? 30 per cento? Alcune femministe trovano ciò offensivo e, credo, non a torto. Ma in altri campi è peggio: impossibile ad esempio coprire con donne anche la decima parte di una storia delle matematiche. Inversamente non c’è neppure un uno per cento di maschi adatto alla gravidanza e all’allattamento.

Nelle prigioni americane la percentuale di neri è superiore a quella di ogni altro ceppo. I razzisti sostengono che ciò avviene perché i neri commettono più reati; ma, se anche così fosse, l’ingiustizia rimarrebbe, perché appunto le disparità sociali spingono a commettere reati. In Italia qualcosa di analogo avviene tra gli extracomunitari. Anche tenendo conto dei clandestini, la percentuale di extracomunitari ospiti delle prigioni è senza paragone maggiore. Chiunque abbia un senso standard della giustizia si rende conto che disparità del genere vanno sanate. Anche qui con le quote? Le quote in questo caso sarebbero facili da determinare: tanti in prigione quanti i membri di un gruppo rispetto all’insieme della popolazione.

Negli Usa la procedura sarebbe più facile perché l’azione penale non è obbligatoria: basterebbe che il procuratore si astenesse dall’intraprenderla contro un numero sufficiente di coloureds. In Italia, al contrario, il pubblico ministero è obbligato a intraprendere l’azione penale ogni volta che abbia notizia di un reato. Perciò, se la situazione sociale costringe gli extracomunitari a commettere più reati, riparare all’ingiustizia diventa difficile. Utile marginalmente è stata l’entrata della Romania nell’Ue: in tal modo i detenuti romeni sono divenuti automaticamente comunitari. Ma la questione rimane aperta per altri. Né basta distinguere tra europei ed extraeuropei: le quote di detenuti dovrebbero corrispondere alle singole nazionalità: italiani, maghrebini, filippini, capoverdini, ecc. Allora, non potendo diminuire la percentuale degli indagati extracomunitari, il pm non avrà che un rimedio: aumentare quanto basta le comunicazioni giudiziarie a presunti colpevoli di cittadinanza italiana, anche se innocenti. Il pm, infatti, non può astenersi dall’azione penale, ma nessuno gli vieta di sottoporre a custodia cautelare qualsiasi indiziato. Alla peggio, se il Tribunale del riesame lo farà scarcerare, se ne troveranno altri.

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