Bloccare la circolazione non è un diritto
di Vittorio Mathieu
[12 giu 07]


Compito principale di un prefetto è mantenere l’ordine pubblico. Per questo ha alle sue dipendenze un questore, può commissariare i comuni, dispone di una poltrona riservata nei principali teatri della città. È raro, tuttavia, che si trovi nella situazione del governatore in “La sommossa” di Giovanni Mosca. (“Quante sono le guardie?”. “Cinque per ogni abitante”). Il tipo di sommossa che il prefetto deve arginare si riduce il più delle volte ad attentati contro la circolazione. Impedire la circolazione è la cosa più facile del mondo, perché spesso il traffico si strozza da sé. Basta allora sporgere un dito per dare l’impressione di aver paralizzato tutto ad arte, per manifestare qualche verità. Basta che poche persone si seggano per la strada (che male c’è?) per produrre un ingorgo di enormi proporzioni. Basta che alcuni volontari si sdraino sui binari (senza violare un divieto, perché non li attraversano) per paralizzare una stazione. Questa attività è la più facile, la più redditizia, la più vigliacca per coloro che si definiscono variamente come no global, antiimperialisti, disubbidenti, e così via.

In Occidente i mezzi per contrastare il blocco non sono gli stessi che in Cina. Là ce ne ha dato un esempio la piazza Tienanmen: se a un carro armato è imposto un certo percorso, su cui si trovano alcuni studenti, il carro armato non cambia il percorso prescritto e gli studenti vengono schiacciati. Qui i treni – che viaggiano su rotaia e quindi non possono deviare – o schiacciano i manifestanti o si fermano. Pertanto si fermano. Che cosa manifesti tale manifestazione (che durante il Ventennio era chiamata col termine più scientifico di “dimostrazione”) non è chiaro, ma in ogni caso manifesta la debolezza delle autorità. La circolazione è necessaria alla società come all’organismo. I prefetti hanno per questo a disposizione forze di polizia antisommossa e non dovrebbero esitare ad adoperarle appena hanno notizia di un blocco stradale o ferroviario. Non occorre intavolare lunghe trattative: basta cominciare a caricare sui cellulari una percentuale di dimostranti, nel modo più rude possibile: gli altri si disperderanno.

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