Elezioni, il 13 non porta jella
di Vittorio Mathieu
[05 feb 08]


Più di un secolo fa un fisico andò a trovare un collega noto per il suo spirito positivo; e si meravigliò molto di vedere appeso al muro sopra la poltrona dietro la scrivania un enorme paio di corna. “Ma tu credi a queste cose?”, domandò. “No, naturalmente. Ma pare che serva”.

L’aneddoto mi è tornato in mente quando ho sentito Berlusconi dire per scherzo che, elezioni presto sì, ma non il 13 di aprile. Ora pare che l’alternativa sia appunto tra il 6 e il 13; e poiché le sinistre cercheranno di andare oltre il 6, sperando che l’elettorato cambi idea all’ultimo minuto, non vorrei che Berlusconi, a forza di scherzare, volesse andare anche oltre il 13, perché l’urgenza di governo c’è.

Io non mi intendo di jella, ma posso riportare un parere autorevolissimo. Nicola Abbagnano era nato a Salerno e viveva a Napoli, quindi era un esperto in materia, e una volta gli sentì dire queste testuali parole: “Il numero che porta veramente sfortuna è il 17: credere che il 13 porti sfortuna è una superstizione. E’ vero che quando cade un venerdì 13 la sfortuna incombe: ma solo perché seguirà immediatamente un martedì 17”. A tavola si evita di sedersi in 13 per non ricordare l’Ultima Cena; ma, a parte questa associazione tipica degli anglicani, il 13 deve essere giudicato fausto. Anche per le elezioni.

 

(c) Ideazione.com (2006)
Home Page
Rivista | In edicola | Arretrati | Editoriali | Feuilleton | La biblioteca di Babele | Ideazione Daily
Emporion | Ultimo numero | Arretrati
Fondazione | Home Page | Osservatorio sul Mezzogiorno | Osservatorio sull'Energia | Convegni | Libri
Network | Italiano | Internazionale
Redazione | Chi siamo | Contatti | Abbonamenti| L'archivio di Ideazione.com 2001-2006