Diritto ed economia per i disoccupati
di Giuseppe Pennisi

Ideazione di gennaio-febbraio 2007

  Disoccupati in Italia:
tra Stato, Regioni e cacciatori di teste
   Salvatore Pirrone, Paolo Sestito
     il Mulino, Bologna, 2006
    pp. 264, € 21
 


Nel panorama della letteratura in materia di politiche dell’occupazione e del lavoro è uscito nei mesi estivi un libro importante per vari motivi. In primo luogo, tratta un tema ostico (analizzare le politiche dell’occupazione e del lavoro degli ultimi quindici anni) con uno stile ed un linguaggio accessibile pure a chi non è un tecnico della materia. In secondo luogo, è un raro esempio (in Italia) di studi di law and economics in cui si applicano simultaneamente (ad un problema di politica pubblica) le lenti e la strumentazione sia del diritto sia dell’economia. Dei due autori, Pirrone è un giovane dirigente di punta del ministero del Lavoro, fine giurista di formazione ma uso a maneggiare il tool kit dell’economia del lavoro e della statistica; Sestito è un dirigente della Banca d’Italia che in passato ha prodotto studi interessanti (tra cui uno sul Mezzogiorno basato su un innovativo modello econometrico) ma che per anni si è interessato, spesso in ruoli chiave, delle politiche dell’occupazione e del lavoro e maneggia, quindi, molto bene la complicata macchina della normativa sul lavoro. In terzo luogo, l’analisi congiunta economica e giuridica, e la ricchezza di dati statistici, dimostrano che alcuni segmenti della pubblica amministrazione italiana producono lavori consoni ai più alti standard internazionali e non hanno nulla da invidiare a nessuno. Infine, in un terreno fortemente ideologizzato è un libro volutamente laico, nel senso che fa parlare l’eloquenza dei fatti e dei dati, non il vociferare delle opinioni preconcette.

Il volume in primo luogo traccia la continuità delle politiche del lavoro degli ultimi 15-20 anni (quale che sia stata la guida politica del governo e la relativa maggioranza parlamentare): si è andati dal collocamento pubblico alla liberalizzazione graduale sia del mercato del lavoro sia dei servizi per l’impiego seguendo, però, un percorso ancora incompiuto. Chi spara oggi contro la legge Biagi, spara, quindi, anche contro il pacchetto Treu e le misure approvate dai governi Amato, Ciampi, Prodi, D’Alema ed ancora Amato. Invece di demolire – affermano Pirrone e Sestito – occorre costruire, perché tanti buchi sono rimasti, specialmente nell’area dei servizi pubblici per l’impiego, quelli a cui si rivolgono principalmente i soggetti più deboli. In tal modo, si può anche ridurre e nel medio e lungo periodo eliminare il fenomeno della precarietà.

In primo luogo, occorre recuperare un ruolo di indirizzo che si incarichi di assicurare l’unitarietà del sistema e dei diritti dei singoli cittadini alle prestazioni.

In secondo luogo, è essenziale il coordinamento tra le politiche di sostegno del reddito in caso di disoccupazione (in gergo “politiche passive”) e politiche di supporto alla ricerca di impiego (“politiche attive”): oggi le prime sono altamente centralizzate, mentre le seconde decentrate.

In terzo luogo, nell’età della tecnologia dell’informazione e delle comunicazione, è ruolo irrinunciabile dell’amministrazione statale assicurare l’infrastruttura comune, specialmente quella tecnologica, per la messa in rete degli uffici (oggi non tutte le Regioni utilizzano la stessa piattaforma informatica in materia di domanda ed offerta di lavoro). Senza tale piattaforma unica, la bcnl resterà un sogno. Ed a pagarne lo scotto saranno i meno fortunati.

(c) Ideazione.com (2006)
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