L'onda lunga di Barry Goldwater
di Antonio Donno

Ideazione di marzo-aprile 2007

  A Glorious Disaster: Barry Goldwater’s Presidential Campaign and the Origins of the Conservative Movement
J. William Middendorf II
Basic Books, New York; 2006
pp. XIII-303, $ 26,95


Perché l’autore definisce glorioso il disastro elettorale di Barry Goldwater, candidato repubblicano nelle elezioni presidenziali del 1964, stravinte da Lyndon B. Johnson? Perché, come molti recenti studi hanno ben messo in rilievo, la candidatura di Goldwater, nonostante la secca sconfitta, aprì la strada, con grande anticipo, al trionfo del conservatorismo negli Stati Uniti, che si concretizzò, molti anni più tardi, con l’elezione di Ronald Reagan e con l’inizio della lunga stagione conservatrice attraverso il trionfo del Partito repubblicano. Non è un caso che Middendorf abbia posto ad epigrafe del suo libro una frase di George Will, autorevolissimo opinionista del Washington Post: «Goldwater vinse le elezioni del 1964. Ci vollero sedici anni per contare i voti».

Il libro di Middendorf è una pregevole testimonianza dall’interno del gruppo che fece capo a Goldwater. Infatti, Middendorf faceva parte di quel ristretto novero di persone che nel 1962 si strinse intorno al senatore dell’Arizona per preparare la piattaforma politica che avrebbe poi sostenuto la nomination di Goldwater al successivo Congresso del Partito repubblicano e poi nella grande avventura delle elezioni presidenziali del 1964. Middendorf fu tesoriere della campagna di Goldwater e stretto consigliere dello stesso. Per questo, il suo libro presenta una serie di notizie inedite assai interessanti sul processo di costituzione del panel di Goldwater, sul dibattito che si sviluppò al suo interno e sulle iniziative che vennero intraprese per sostenere la sfida temeraria contro il moloch statalista radicato negli Stati Uniti a partire dal New Deal, che avrebbe trovato nella politica johnsoniana della Grande Società la sua massima espressione burocratica. Era, infatti, questo l’obiettivo principale della battaglia di Goldwater.

Scritto in prima persona, il libro di Middendorf si incentra soprattutto sul progetto del senatore dell’Arizona di proporre all’elettorato americano una sorta di rivolta contro il declino dei veri valori americani ad opera dello statalismo. Questo è il vero centro nevralgico del messaggio goldwateriano, che fu espresso nel 1960 in The Conscience of a Conservative, che si rivelò ben presto uno straordinario best-seller. Middendorf ci dice che, fin dalla sua uscita, il libro vendette una media di cinquantamila copie al mese, raggiungendo, nel 1964, il totale di più di tre milioni e cinquecentomila copie (in Italia fu tradotto meritoriamente dalle Edizioni del Borghese con il titolo Il vero conservatore e con qualche amputazione relativa alle parti in cui Goldwater discute del federalismo e della lotta contro il centralismo. Amputazione comprensibile per una casa editrice espressione di una parte politica sostenitrice della superiorità del potere centrale).

In sostanza, Middendorf mette in luce come la battaglia di Goldwater fosse una battaglia estrema, non di un candidato estremista, come la stampa avversaria dipinse la campagna elettorale di Goldwater, anche se lo stesso senatore dell’Arizona affermò senza mezzi termini che l’estremismo in difesa della libertà non deve essere considerato una colpa. Comunque, l’autore descrive la campagna elettorale del senatore dell’Arizona come “estrema” per due motivi basilari: in primo luogo, perché era una battaglia di un outsider contro un potere consolidato, inamovibile, corruttore: il potere dell’assistenzialismo statalista, che produce un «bene politico» – come lo definì Frank Chodorov – stabile e praticamente inattaccabile, il voto. In secondo luogo, perché egli richiamava gli americani ad uno scatto di orgoglio in favore del recupero degli autentici valori di libertà sui quali erano nati gli Stati Uniti, ma che il torpore indotto dall’assistenzialismo aveva pregiudicato.

La battaglia fu persa, conclude Middendorf, ma la guerra fu vinta. Le idee conservatrici messe in campo da Goldwater covarono a lungo sotto la cenere, furono coltivate nel privato da milioni di americani, per poi venire alla luce con l’elezione di Reagan. Il conteggio dei voti fu lungo, ma il risultato finale della campagna elettorale di Goldwater si ebbe nel 1980.

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