Antisemitismo in salsa nucleare
di Pierluigi Mennitti

Ideazione di gennaio-febbraio 2007

  Iran-Israele, olocausto nucleare
  Arturo Diaconale
     Koinè, Roma, 2006
   pp. 112, € 10

 

Si parla di Iran. E di Israele. Ma anche di Stati Uniti e soprattutto di Europa. Quindi anche di noi. È il nuovo libro di Arturo Diaconale, direttore del quotidiano l’Opinione che per una volta abbandona i temi a lui cari della politica italiana e della giustizia e si inoltra in terre lontane, i cui problemi però ci sono vicinissimi. Si intitola Iran-Israele, olocausto nucleare ed è pubblicato dalla coraggiosa casa editrice Koinè. Mette a fuoco il conflitto prossimo venturo, la faglia di rischio che riguarda il Medio Oriente e coinvolge tutti noi, specie quei “noi” che vivono appollaiati sulle coste del Mediterraneo e che osservano con sgomento i venti di guerra che spirano dall’Est. Quella che corre tra Iran e Israele è una faglia nucleare – avverte Diaconale – e dunque mortale, a meno che qualcuno (con la diplomazia se possibile, con la forza se necessario) non fermi il pendio inevitabile verso il quale sembra scivolare il confronto fra le due parti. Lo scenario della guerra estiva in Libano è solo un antipasto, sostiene il direttore de L’opinione, il futuro, se non lo si ferma in tempo, può essere assai più devastante.

E la profezia trova conferma nelle vicende più recenti, i congressi organizzati dal presidente della Repubblica islamica Mahmud Ahmadinejad per negare l’Olocausto con la presenza di tutti gli scarti storiografici del globo, le continue minacce all’esistenza dello Stato di Israele, il gioco a rimpiattino con la comunità internazionale sull’ipotesi nucleare, l’infiltrazione di terroristi nelle aree di crisi della regione. Qualche debole barlume di speranza viene solo dalla contestazione interna degli studenti universitari: ma basterà a far cadere il regime?

L’autore descrive la situazione economica difficile, le resistenze all’interno della stessa élite politica iraniana alle follie di Ahmadinejad, lo sperpero del denaro proveniente dalla vendita delle risorse petrolifere, le carenze del sistema di welfare del paese. Ma crede che l’opzione nucleare contro Israele sia sottovalutata dagli occidentali. Dall’America, certamente, ma soprattutto dall’Europa, preda di un vero e proprio rovesciamento di prospettiva rispetto alla situazione mediorientale. Diaconale dichiara: da noi è ormai diffusissima la convinzione che Israele sia il problema dell’area, che la sua politica rappresenti l’elemento di instabilità. Israele come nuovo capro espiatorio, un atteggiamento che rimanda a pagine tragiche della storia europea dell’Ottocento e soprattutto del Novecento, atteggiamento contro cui lotta invano anche l’intellighenzia della sinistra israeliana, evidentemente oggi preoccupata del diffondersi di sentimenti antisemiti in Europa. Il libro, svelto, agile e molto ben scritto, poggia su una tesi affascinante che l’autore prova a dimostrare nelle pagine: il parallelismo fra Israele e i regni cristiani di Gerusalemme. Impreziosito dalla prefazione di Francesco Cossiga, Iran-Israele, olocausto nucleare è un pamphlet che si legge tutto d’un fiato.

 

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