Biografia di un padre della patria
di Cristiana Vivenzio

Ideazione di gennaio-febbraio 2007

De Gasperi
   Piero Craveri
     il Mulino, Bologna, 2006
  pp. 656, € 29

Il fatto che solo ora, a più di cinquant’anni dalla sua scomparsa, sia stata pubblicata la prima biografia politica completa su Alcide De Gasperi non può non lasciare quantomeno sconcertati. È come se i tedeschi avessero dovuto attendere mezzo secolo per veder pubblicato un lavoro storico approfondito su Konrad Adenauer, universalmente riconosciuto il padre della patria della Germania del dopoguerra, colui che ha fatto rinascere dalle ceneri del nazismo lo Stato e il popolo tedesco.

Se si azzarda poi una ricerca bibliografica sommaria degli studi pubblicati sulla vita e l’opera di altri importanti uomini politici italiani lo sconcerto aumenta e diventa motivo di più ampia riflessione: risalgono agli anni Ottanta le prime biografie politiche di Palmiro Togliatti e Pietro Nenni. Persino Ugo La Malfa, ha meritato, ormai più di un lustro fa, una sua biografia politica. Naturalmente non manca la pubblicistica, quasi esclusivamente di stampo cattolico – su tutti Pietro Scoppola – sulla politica degasperiana. Ma perché tanto ritardo quando si è trattato di ricostruire la vita e l’opera di colui che – aldilà del processo politico a cui per decenni è stato soggetto – non può non essere considerato una figura chiave della storia dell’Italia contemporanea?

Agostino Giovagnoli, storico cattolico, quindi non certo annoverabile tra i marxisti di ferro, su la Repubblica di qualche tempo fa ha scritto che «tale ritardo non è frutto del caso: De Gasperi è stato descritto a lungo come protagonista della battaglia anticomunista del 1948 e responsabile di pericolose derive antidemocratiche. Negli ultimi anni, invece, il giudizio è profondamente cambiato ed è in atto una gara tra forze politiche diverse per iscriverlo tra i propri precursori». Affermazione che sembra significare: fin tanto che De Gasperi è apparso alla vulgata storiografica prevalente come colui che ha attuato una politica anticomunista, né gli storici né le case editrici hanno potuto (o voluto) ricostruire con un’analisi esaustiva ed approfondita la sua biografia politica. A giudicare l’evidenza, anche De Gasperi, dunque, è rientrato nel novero dei nemici della patria. Ma quale patria?

Oggi sembra esserci una corsa nel raccogliere l’eredità del cattolicesimo liberale degasperiano. E forse ancor di più nel valorizzare di lui le scelte europeiste fin troppo politicamente corrette in questi anni. E la partita si chiude. Ma sarebbe ingeneroso far passare la rivalutazione dell’opera politica dello statista tridentino solo come uno dei tanti casi di uso pubblico della storia.

Della vita di Alcide De Gasperi il libro di Piero Craveri racconta proprio tutto. Dagli anni dell’infanzia nel Trentino austriaco e poi dell’Università nella sua Vienna alla prima esperienza politica nel Parlamento austriaco. Una biografia che si lega a doppio filo con gli avvenimenti della storia: la prima guerra mondiale e il problema della difesa dell’identità italiana del Trentino. E poi l’ingresso nella vita politica italiana: la successione a Luigi Sturzo alla guida del Partito Popolare; il fascismo dell’esilio in Vaticano; la militanza antifascista. Poi il grande progetto: far nascere una forza politica dall’indiscutibile segno cattolico «capace di governare e pronta ad ereditare, dopo che il fascismo crollerà, la guida del paese». Fino all’investitura istituzionale, con l’incarico alla presidenza del Consiglio nel primissimo dopoguerra, incarico mantenuto da De Gasperi ininterrottamente fino al luglio del 1953, quando, per una manciata di voti, il premio di maggioranza previsto dalla cosiddetta “legge-truffa” non scattò e si poté dire conclusa una fase politica di cui De Gasperi è stato l’indiscusso protagonista.

Il libro di Piero Craveri però ha un altro merito. Oltre ad aver sistematizzato attraverso lo strumento della biografia politica una materia fino ad oggi frastagliata, rilegge, e per la prima volta, la vita di De Gasperi secondo una più profonda linea di continuità storica che dagli anni antecedenti il fascismo, e poi attraverso il fascismo, giunge al secondo dopoguerra e traghetta l’Italia repubblicana oltre il centrismo degasperiano. In questa visione, ovviamente, si inseriscono svolte e fratture. Una di queste è quella tra la fase della storia repubblicana caratterizzata dalla figura di De Gasperi e quella successiva che, fin qui, la storiografia preminente – si pensi ad esempio alle interpretazioni di Scoppola – ha cercato in ogni modo di edulcorare. In tal senso il passaggio del testimone da De Gasperi alla generazione e alla leadership di Amintore Fanfani nella lettura di Craveri assume un più pregnante significato storico, che non si esaurisce però nel solo ambito degli orientamenti ideali. Infatti, è ben vero che fu lo stesso De Gasperi a farsi garante di quel passaggio. Egli però lo fece in un’ottica di scambio, chiedendo a Fanfani la garanzia della continuità della scelta atlantica e occidentale. Quella garanzia però non ebbe tutti gli effetti sperati per la scomparsa del suo ispiratore: De Gasperi muore nel 1954, proprio quando si ridiscutono gli assetti interni alla dc.

Oggi non solo resta intatta la convinzione di De Gasperi che «ciò che importa non è avere ragione subito, ma a distanza di vent’anni», ma anche quella dello stesso Craveri: «Ciò che di stabile e di sicuro l’Italia può contare nel campo della politica, delle istituzioni e dei legami internazionali, le idee stesse che reggono [...] la nostra convivenza civile, il progresso e l’unità della nazione, risalgono innanzi tutto alla sua epoca e all’opera che egli vi svolse».

(c) Ideazione.com (2006)
Home Page
Rivista | In edicola | Arretrati | Editoriali | Feuilleton | La biblioteca di Babele | Ideazione Daily
Emporion | Ultimo numero | Arretrati
Fondazione | Home Page | Osservatorio sul Mezzogiorno | Osservatorio sull'Energia | Convegni | Libri
Network | Italiano | Internazionale
Redazione | Chi siamo | Contatti | Abbonamenti| L'archivio di Ideazione.com 2001-2006